Legge naturale, vero baluardo del relativismo

Si torna a parlare di legge naturale. Come era prevedibile, lo fa il papa, preoccupato di assicurare
certezza alle sue parole. «La legge naturale - ricorda infatti Benedetto XVI in un recente discorso - è
opera non dell'uomo ma di Dio».
Le leggi umane vacillano, sono legate alle contingenze, ai tempi, alla stessa democrazia. La legge
naturale, invece, non dipende dalle voci e opinioni democratiche: è sicura, sempre eguale,
immutabile. La legge naturale ha Dio come legislatore ed è la chiesa cattolica a promulgarla a suo
nome.
Così per le questioni che oggi si discutono, soprattutto quelle che riguardano la nascita e la morte.
Così, e soltanto così, si può sconfiggere il relativismo, per Ratzinger la principale piaga che sta
distruggendo il mondo moderno.

La legge naturale è, insieme, affermazione del Dio legislatore e suprema istanza, contro tutte le
pretese idolatriche e anche contro tutte le pretese totalitarie. «No a leggi arbitrarie» dice il papa.
Così l'insegnamento vaticano, a cominciare dalla «Rerum novarum» (1891) di Leone XIII. Si stava
affermando, allora, il socialismo e Roma sentiva il bisogno di difendere un tipo di società che si
opponesse sia al liberalismo dominante che al socialismo, tendenzialmente ateo e anticlericale. Si
affermò allora la dottrina sociale della chiesa, una mediazione appoggiata proprio alla legge
naturale.
Roma accettava, anche se con riserva, la democrazia, ma temperata e controllata proprio
dalla legge naturale.
Così sono nate e cresciute, per circa un secolo, le varie democrazie cristiane. Ma le mediazioni
centriste sono poi entrate in crisi e con esse la dottrina sociale della chiesa e la legge naturale che la
sosteneva. Ma oggi è difficile sostenerla, come fa il papa.
Allora? Bisogna accettare il trionfo del relativismo? Come combatterlo? Se è vano il ricorso ad una
legge naturale universale e assoluta, bisogna accettare la discussione del grande gioco democratico,
quella che oggi, d'altronde, i mass media impongono in tutto il mondo. Dibattito, dubbi, errori e
correzioni.

Non l'assoluto, ma il relativo rappresenta l'aria che respiriamo. In tutti i continenti e anche nella
città del Vaticano.


Filippo Gentiloni     il manifesto 2 marzo 2010