Le spine di un Sinodo
Del Sinodo dei vescovi della chiesa cattolica, riunito in
questi giorni in Vaticano, non si sa molto. Le poche notizie che trapelano non
sembrano all'altezza delle aspettative. I sinodi, come è noto, sono nati
sull'onda del Concilio Vaticano II, allo scopo - sia detto semplificando - di
garantire un maggior livello di democrazia nella chiesa, pur senza intaccare
minimamente il primato del vescovo di Roma. Ma nei decenni del dopo Concilio -
ormai 40 anni - non sembra che si siano fatti passi avanti in questo senso. E'
accresciuto, forse, l'interesse dei mass media nei confronti del Vaticano, come
la malattia e la morte di Giovanni Paolo II hanno confermato, ma non sembra che
il dibattito all'interno del cattolicesimo sia aumentato o migliorato. Perciò le
attese nei confronti di questo sinodo, il primo sotto Benedetto XVI (era già
stato convocato dal predecessore).
Le notizie trapelate rivelano temi di grande interesse, ma non dicono quale ne
sia il peso all'interno dell'assemblea né quali siano le soluzioni prospettate.
Si parla, fra l'altro, di sacramenti ai divorziati, di celibato dei sacerdoti,
di sacerdozio femminile. Temi tutti piuttosto scottanti e nei quali è difficile
che si possano aprire spiragli significativi. E non ipocriti, come sarebbe
quell'allargamento dell'annullamento dei matrimoni cattolici che alcuni sembrano
proporre per riportare i divorziati - gli «annullati» - alla comunione.
Non sembrano, invece, all'ordine del giorno altre questioni scottanti che
riguardano quella crisi del cattolicesimo nel mondo di cui ormai si parla molto,
anche al suo interno (si legga, fra l'altro, il libro di Alberto Melloni
Chiesa madre, chiesa matrigna : «Una chiesa di domani non sarà così. Lo
spettacolare successo mediatico del papa mette in ombra problemi degni di un
nuovo concilio. Una chiesa che ha deciso di chiedere perdono sembra sempre più
incapace di perdonare, e cioè di fare i conti con i mille volti quotidiani
dell'uomo contemporaneo»).
In concreto, non sembra che il sinodo stia affrontando alcuni problemi quanto
mai centrali, come, ad esempio, la questione delle sette, della diffusione di
una religione sempre più «fai da te», dello stallo dell'ecumenismo. E anche di
quel rapporto più democratico fra Roma e le diocesi, proprio quel rapporto per
cui l'istituzione sinodale era nata.
Comunque il sinodo è ancora in atto e non ne conosciamo abbastanza le
discussioni e tanto meno gli esiti. Speriamo che non si risolva in approvazioni
e applausi convenzionali.
FILIPPO GENTILONI il manifesto 16/10/05