Le Nazioni Unite:
in Italia i Rom sono discriminati
L’ Italia discrimina gli immigrati, soprattutto i rom. Le violazioni dei diritti
umani e le forme di
intolleranza, razzismo e xenofobia nei confronti dei lavoratori migranti sono
«evidenti e in
aumento». L’accusa questa volta arriva direttamente dall’Onu. Contenuta nel
rapporto annuale del
comitato di esperti dell’Ilo, l’agenzia per il lavoro delle Nazioni Unite. Un
documento arrivato il 3
marzo scorso che la Farnesina ha già «respinto al mittente», come spiega il
ministro degli Esteri
Frattini, sostenendo che quel rapporto «contiene affermazioni false, non
dimostrate da elementi
concreti». Non solo. Secondo Frattini, «espressioni come “intolleranza” e
“discriminazione” sono
utilizzate in modo gravemente inaccettabile verso l’Italia e le autorità
italiane». Il ministro si augura
che «si tratti di una sfortunata pagina dell’attività di una istituzione, l’Ilo,
che l’Italia rispetta e con
la quale collabora»
Eppure i 20 giuslavoristi indipendenti provenienti da ogni parte del mondo che
hanno redatto quelle
tre pagine, hanno giudicato la situazione italiana sufficientemente grave da
giustificare la richiesta
al nostro governo di presentare una risposta dettagliata entro il prossimo
settembre e non tra cinque
anni, come è la prassi per questo tipo di Convenzione, ha spiegato Martin Oelz,
del dipartimento
legale dell’Ilo. L’Italia potrebbe essere chiamata a riferire già a giugno, in
occasione della
Conferenza internazionale del lavoro.
Secondo il rapporto Onu, che riguarda l’applicazione degli standard
internazionali del lavoro in tutti
i paesi, «l’Italia contravviene al decreto che attua la direttiva Ue sulla
«parità di trattamento tra le
persone, indipendentemente dalla razza e dalla religione». Ma gli esperti Onu
puntano il dito anche
verso i «leader politici» italiani, rei di usare «una retorica aggressiva e
discriminatoria nell’associare
i rom alla criminalità, creando sentimenti di ostilità nell’opinione pubblica».
Le violazioni
avvengono «soprattutto verso immigrati senza il permesso di soggiorno
provenienti da Africa, Asia
e Est Europa».
«L’Italia potrà facilmente rispondere sulla correttezza di comportamento delle
nostre istituzioni e la
coerenza delle nostre leggi», replica a sua volta il ministro del Lavoro
Sacconi, sminuendo il peso
delle accuse in quanto il documento «non è un atto ufficiale dell’Ilo». Ma il
suo predecessore, l’ex
ministro Damiano (Pd) invita Sacconi a «non sottovalutare l’opinione di venti
esperti mondiali in
tema di lavoro». E la Caritas sostiene di vivere «quotidianamente» le forme di
intolleranza e le
discriminazioni denunciate dall’Onu, registrando «aspetti di razzismo sui luoghi
di lavoro: dal Sud,
dove ci sono forme di lavoro para-schiavistiche, alle forme più subdole al
Nord».
Maria Grazia Bruzzone La Stampa 20 marzo 2009