Le donne e quella
sacra violenza
Nella giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne
che si è svolta ieri si
sono sprecate analisi, denunce, propositi, programmi. Ma la violenza è stata
declinata per lo più in
termini fisici. Le ferite del corpo sono gravissime ma non sono le sole.
Poche le analisi e le denunce
e i progetti per eliminare la violenza che si annida negli snodi profondi delle
culture, nei modelli
consueti di comportamento quotidiani, delle strutture ideologiche rituali
simboliche delle religioni
compresa quella cristiana e cattolica.
Quasi un tabù è ad esempio la violenza del “sacro” contro le donne.
Talvolta viene allo scoperto
come quando si accusano le donne che abortiscono di essere assassine e si
scomunicano e si torna a
chiedere per loro il carcere. Ma più spesso è sottile, pervasiva e strisciante.
I roghi delle streghe si
sono spenti ma non si è spento il progetto politico che c’era dietro e cioè
l’annullamento della
soggettività femminile come soluzione finale per il dominio moderno sulla natura
e sulle coscienze.
La donna che ha potere sulla vita è in sé una concorrente pericolosa di ogni
sistema di dominio, non
soltanto di quello religioso. Non solo l’Inquisizione cattolica ha acceso i
roghi. I rappresentanti
della nuova scienza medica contribuirono sistematicamente con la loro consulenza
specifica al
controllo del limite di tollerabilità biologica delle torture delle streghe. Lo
fecero per danaro, ma
anche per strategia politica: volevano mani libere nella loro sperimentazione e
puntavano al
monopolio della medicina e al controllo sulla sua organizzazione, sulla teoria e
sulla pratica, sui
profitti e sul prestigio. Il rapporto con la natura di cui erano
portatrici le streghe fu annullato dai
roghi e non è stato più recuperato. La modernità ha così percorso la sua
strada di divaricazione dal
naturalismo femminile fino a giungere all’attuale dominio aggressivo e violento
dell’individuo
verso il resto del mondo, in una guerra di tutti contro tutti regolata e
paradossalmente moderata dal
ricatto atomico.
È indispensabile una vera e propria riparazione storica in tutte le culture e
religioni, in tutti gli
ambiti di vita, per i misfatti compiuti contro le coscienze femminili fin dalla
più tenera età, contro la
loro dignità, i loro saperi, le loro anime e i loro corpi, la loro capacità
generativa e creativa, allora e
solo allora sarà possibile una vera pacificazione del mondo. Sono ancora troppo
poche le realtà che
come le comunità di base mirano a scoprire, sradicare e combattere la violenza
contro le donne che
si annida negli snodi profondi della società, della cultura e della vita e in
particolare nelle strutture
del sacro.
don Enzo Mazzi l'Unità 26
novembre 2009