L`acqua: Bene comune e universale!
“Perché spendere parole e parole per provare che l`acqua è un bene comune e
universale, un diritto fondamentale? È proprio necessario? Se così fosse, poveri
noi! Altro che parlare di civiltà! Vorrebbe dire che abbiamo perso ogni concetto
di diritto, se è vero che i primi diritti sono quelli che fanno parte
costituzionalmente sia dell`essere umano che dell`universo. È come se, parlando
a un mondo che si ritiene civile, dovessi dimostrare che esistono i diritti alla
libertà, alla giustizia, alla pace. Altra cosa è sapere esattamente in che cosa
consistano tali diritti, e come saperli applicare nel concreto. Anche qui starei
attento a parlare oggi di civiltà, quando assistiamo a tale perversione a danno
della libertà, della giustizia e della pace che un dubbio mi viene: non è che le
civiltà antiche - ad esempio, quelle babilonesi, assire, egiziane, greche e
romane - non siano state di gran lunga superiori alla nostra? A quei tempi, tra
le concezioni che si avevano di giustizia, di libertà e di pace non c`era quel
divario che c`è oggi. Oggi, non si parla d`altro che di giustizia sociale, di
libertà religiosa e politica, di pace universale, e nello stesso tempo mai come
oggi si fanno guerre mondiali, mai come oggi assistiamo ad una sperequazione
sociale disumana e cosmica, mai come oggi la libertà è fortemente messa a
rischio da condizionamenti di mercato che gridano vendetta al cospetto di ogni
diritto dell`Uomo.
Un tempo i beni naturali erano di proprietà dell`universo. Erano visti come beni
esclusivi della divinità, che li rimetteva al servizio dell`uomo. L`acqua era un
dono di Dio, e tale rimaneva. Oggi non si fa altro che appropriarsi di ogni dono
di Dio, e così, ad esempio l`acqua, diventa una merce.
Se l`acqua è un bene comune e universale, non solo non posso appropriarmene per
farne una fonte di profitto, ma la società - tanto più se si riconosce civile -
ha l`obbligo di dare a tutti, indistintamente, la possibilità di farne uso. Col
minor costo possibile.
Ed ecco che la nostra Regione Lombardia, governata da un cultore del dio
mercato, il cattolicissimo Roberto Formigoni, sta imponendo la peggiore e
disumana legge sull`acqua, cercando di privatizzarla, togliendola perfino dalle
mani di Dio: l`acqua è diventata di proprietà delle divinità, ovvero delle
multinazionali di cui si serve la Destra politica per sfruttare il mondo. Giù le
mani dall`acqua! Sindaci Lombardi, ribellatevi al cultore del dio denaro e alle
sue oscene politiche che stanno rovinando l`Ambiente e ogni altro diritto
sacrosanto dell`Uomo. Unitevi e coinvolgete i vostri paesi, almeno quella parte
sana che è rimasta, quella che crede ancora nella possibilità di dare un
radicale cambiamento a questa povera società, governata da cultori di una
religione "atea"! Perché non ridare alle feste di partito quel volto
socio-culturale e politico di un tempo, quando si discuteva, tra una salamella e
l`altra, di cose serie? Il problema dell`acqua è una cosa serissima, da
affrontare con franchezza e caparbietà. Non c`è tempo da perdere! Sgretolate le
porcate di leggi che sta facendo la Regione Lombardia, in nome del dio denaro, a
danno dell`Uomo e dell`Ambiente!”.
don Giorgio De Capitani - S. Ambrogio in Monte di Rovagnate (Lecco)
Blog di Beppe Grillo 29/8/07