La visita di Muammar Gheddafi
Intervista a Del Boca «È una vittoria del governo di Berlusconi»


La visita di Muammar Gheddafi ha rinfocolato il dibattito sul colonialismo italiano, la conquista della cosiddetta "quarta sponda". Una scia di sangue che è arrivata sino ai nostri giorni e appuntata sulla giacca militare del Colonnello, quando ieri mattina è atterrato a Ciampino. Quell'immagine in bianco e nero di Omar-al-Mukhtar la dice lunga sul superamento di ogni rancore nei confronti dell'Italia. I morti, si sa, "restano", nonostante il governo italiano abbia chiesto scusa per il passato e versato 5 miliardi di dollari. «Non è solo la foto» dice al Riformista Angelo Del Boca, storico e massimo esperto di colonialismo, autore di A un passo dalla forca per la Baldini e Castoldi Dalai. «Gheddafi ha portato con sè anche i 12 nipoti dei partigiani libici anti-italiani».
Perchè questa provocazione?
Il Colonnello sta lanciando un messaggio chiaro: è vero che voi mi avete dato 5 miliardi di dollari e che io li ho accettati, ma questo non può farmi dimenticare il sangue dei 100mila libici uccisi da voi italiani.
Insomma, la riconciliazione annunciata con la firma del Trattato di Bengasi non c'è ancora?
Ma, io penso che ci sia, perché - intendiamoci - finalmente l'Italia ha spostato una cifra ragguardevole. 5 miliardi di dollari non sono pochi. Però, Gheddafi non voleva solo questo. Quando l'ho intervistato l'ultima volta mi aveva detto che quello che gli dava fastidio era il silenzio delle autorità italiane e il fatto che fino ad allora nessuno avesse dimostrato un pentimento vero per quello che è stato fatto.
Quanto deve essere grande il nostro senso di colpa?
Beh, la nostra presenza in Libia è costata 100mila morti e se teniamo presente che all'epoca i libici erano 800mila, 1 libico su 8 è morto a causa nostra.
Però, Berlusconi a Bengasi e anche dopo ha chiesto scusa
Sì, diciamo che oltre al denaro Berlusconi ha espresso pentimento e senso di disagio per il comportamento dei nostri nonni. Dal punto di vista morale, quindi, che stava molto a cuore a Gheddafi e a tutti i libici, è stato raggiunto un risultato.
Eppure il Colonnello non dimentica...
No, non lo fa. Durante i 40 anni della sua dittatura ha sempre avuto con l'Italia un rapporto di amore e odio. Questo è un viaggio che lo risarcisce molto.
Perchè ora e non prima?
Indubbiamente c'è stato un errore da parte dei nostri uomini di Stato, che hanno trascinato troppo a lungo questa vertenza. C'è stata una responsabilità diretta anche di Giulio Andreotti, che nel 1984 voleva costruire un ospedale a Tripoli e iniziò a mercanteggaire. I libici volevano 1100 letti, l'Italia non ne offriva più di 100. Fu un errore.
Quindi, questo è un successo di Berlusconi?
I 5 miliardi di dollari dati dall'Italia verranno praticamente riassorbiti dalle nostre aziende che faranno affari lì, anche se in 25 anni. Berlusconi, dunque, davanti all'opposizione dimostra una notevole vittoria. Quello che non sono riusciti a fare i governi di centrosinistra, l'ha fatto lui. C'erano state trattative con Prodi, con D'Alema e persino con Dini. Ma l'obiettivo l'ha raggiunto Berlusconi.

An. Maz.       Il Riformista 11.6.09