La scalata al cielo dei Salesiani

Solo tre cose il Padreterno non sa: che cosa pensi un gesuita, quanti ordini di suore esistano, e dove
prendano i soldi i salesiani...». La loro abilità nel raccogliere le elemosine è riassunta da una
barzelletta che gira da decenni in Vaticano: ma in un secolo e mezzo, dalla periferia torinese gli
eredi di Don Bosco sono approdati al governo centrale della Chiesa.
150 anni fa in una camera
dell’Oratorio di San Francesco di Sales a Valdocco, diciotto giovani decisero di «erigersi in società
o congregazione che, avendo di mira il vicendevole aiuto per la santificazione propria, si proponga
di promuovere la gloria di Dio e la salute delle anime, specialmente delle più bisognose di
istruzione e di educazione».
Oggi la galassia salesiana è una multinazionale. Decine gli ex allievi celebri, come Berlusconi,
Confalonieri, Bertolaso, Caselli, Celentano, il neo-beato don Gnocchi. Nata a Torino per «la vita
religiosa, l’educazione e la formazione dei giovani», la congregazione «made in Piemonte» è oggi
presente in 129 Nazioni con 16.092 salesiani, inclusi il numero 2 della Chiesa mondiale, il
segretario di Stato, Tarcisio Bertone e Oscar Maradiaga, leader della Chiesa sudamericana.
Sulla rivista «Vita Pastorale», il rettore maggiore dei salesiani, don Pascual Chávez Villanueva
richiama «i figli di Don Bosco a ricordare le proprie origini e le mete alle quali sono chiamati». Tra
due mesi l’urna contenente una reliquia del santo fondatore comincerà dal Cile a percorrere tutte le
nazioni in cui sono presenti i salesiani e concluderà il pellegrinaggio nel 2015, anno in cui nella
«casa madre» si celebra il bicentenario della nascita di Don Bosco. Radicati da sempre nel tessuto
sociale, gli eredi di Don Bosco negli ultimi anni hanno scalato anche le gerarchie ecclesiastiche al
punto, nei Sacri Palazzi, da far sussurrare all’«invasione» dei salesiani. Bertone non sembra aver
dimenticato i confratelli dopo aver raggiunto il vertice della Santa Sede. Le tre lettere S.D.B. (che
stanno per Società di San Giovanni Bosco) sono ormai parafrasate, come ha ricordato
scherzosamente il segretario di Stato in una conferenza, in «Sono di Bertone».
 

Dopo l’arrivo in Curia del porporato di Romano Canavese, ex arcivescovo di Vercelli e Genova e
primo salesiano a raggiungere un così alto grado di responsabilità a servizio della Chiesa, don
Raffaele Farina, prefetto della Biblioteca Apostolica Vaticana ed ex-rettore della Pontificia
Università Salesiana, è stato nominato prima vescovo poi cardinale e Calogero La Piana, per anni
capo dell’Ispettoria salesiana in Sicilia, è stato promosso da Mazara del Vallo alla sede
arcivescovile di Messina. Inoltre, da segretario dell’ex Sant’Uffizio, Angelo Amato è diventato
ministro vaticano dei Santi, il torinese Carlo Chenis vescovo di Civitavecchia, al cardinale di Hong-
Kong, Joseph Zen Ze-kiun è stata affidata la Via Crucis papale dello scorso anno e superando la
concorrenza di gesuiti, francescani e domenicani il salesiano Chavez ha conquistato la guida
dell’Unione dei Superiori Generali.
L’ascesa dei salesiani trascende persino la sfera terrena: «mamma Margherita», la madre di Don
Bosco, ha fatto un importante passo verso gli altari: il dicastero vaticano per le cause dei santi l’ha
dichiarata «venerabile». Manca soltanto il riconoscimento di un miracolo per raggiungere la
beatificazione. Ed è salesiano anche il postulatore del processo di canonizzazione di papa Albino
Luciani: don Enrico dal Covolo. E in un Vaticano in cui regna un Papa pianista e governa un
Segretario di Stato salesiano, l’Aula Paolo VI ospita musical, orchestre sinfoniche e proiezioni
cinematografiche nell’inedito mix di conservatorio e teatro oratoriale, sala concerti e raduno
ecclesiale, palcoscenico d’eccellenza e Auditorium «pop».
Un po’ come accade da sempre nella tradizione degli oratori salesiani, dove alla «cultura alta» si è
sempre affiancato l’«intrattenimento» delle recite, dei cinematografi parrocchiali e degli spettacoli
popolari. Una «contaminazione di generi» che il salesiano Bertone ha importato in Curia. Numeri in
crescita anche per la Università Pontificia Salesiana. Da «pensatoio» degli oratori mondiali l’Ups è
divenuta l’accademia dei mass media. E’ qui, infatti, che vengono elaborate le strategie di
comunicazione della Chiesa mondiale su temi-chiave come la bioetica e la sessualità. All’origine
della Ups, un secolo fa, ci sono gli studentati teologici, ovvero le pioneristiche comunità di
seminaristi create dall’ordine in Piemonte. Nel 1965, poi, il grande salto verso Roma, nel quartiere
Nuovo Salario e l’unificazione in una sede di tutte le facoltà secondo lo slogan «conoscere Dio
nell’uomo e conoscere l’uomo in Dio».

Giacomo Galeazzi      La Stampa 17 aprile 2009