La riscoperta del
valore della politica
Era sembrata una scelta vincente: obbligare i cattolici
italiani a compattarsi in difesa di leggi e
istituzioni definiti come “valori non negoziabili”.
In realtà a vincere è stata la destra, non certo i “valori”. Si è aperto
invece un dibattito acceso,
dentro e fuori la comunità cattolica, su quali fossero davvero tali valori e
quale fosse il modo per
promuoverli. Inoltre sono stati dimenticati, o messi in un angolo, tanti altri
problemi non meno
urgenti.
Così nel mondo cattolico sta crescendo un disagio e l’attesa di qualcosa di
nuovo, di più profondo e
più vero delle polemiche recenti. Si vuol discutere di più, con più profondità e
libertà, fuori dalle
strumentalizzazioni politiche, anche su temi delicati come quello del testamento
biologico, della
vita e della morte. La filosofa Roberta De Monticelli (su Il Foglio del 2
ottobre) con parole
addolorate e polemiche ha preso distanza dalla Chiesa italiana per le sue
posizioni ispirate più a una
certa interpretazione del diritto e della morale che alla libertà e alla
misericordia.
Altri cattolici invece ritengono che la questione non sia chiusa. Il cardinale
di Milano sulla vicenda
di Eluana ha invitato al silenzio ed ha aggiunto che la decisione sulle
trasfusioni «spetterà ai medici,
in coscienza». A Brescia (Giornale di Bs, 28 settembre, e Voce del Popolo 3
ottobre) il vescovo
Luciano Monari e il filosofo Emanuele Severino, pur partendo da punti di vista
differenti, hanno
dialogato sul senso che la vita riceve dalla morte, la quale «non è un
consegnarsi al nulla».
La politica però non ha il compito di risolvere questi problemi; ha un orizzonte
più limitato, e
tuttavia importante.
Oggi i cattolici sono preoccupati perché la politica dimentica il bene
comune, mentre esplodono gli
egoismi: «No al dilagante razzismo in Italia», scrive Alex Zanotelli (Nigrizia);
e lo stesso vescovo
di Brescia, di fronte al bonus bebè previsto dalla amministrazione di
centrodestra per i soli cittadini
italiani definisce brutto e ingeneroso questo «gesto politico concreto che
rischia di rendere la società
più frammentata» e ricorda che «una società meno solidale è anche
inevitabilmente meno sicura».
La Caritas italiana poi, nel presentare il rapporto su welfare ed esclusione
sociale, dalla copertina
della sua rivista esorta: “Italia, riparti dai poveri” (IC 8/2008).
A sua volta Famiglia Cristiana (n 40/2008) parla di «oscuramento del principio
di uguaglianza»; e
il direttore don Sciortino, a proposito delle classi separate per gli stranieri
afferma «altro che
integrazione, così si punta all’esclusione…in questo clima nascono continui
episodi di intolleranza,
violenza, razzismo e xenofobia» (Corsera ,15 ottobre). Forse il mondo cattolico
sta riscoprendo il
valore proprio della politica.
Angelo Bertani in “Europa”
del 17 ottobre 2008