La pazienza ha un
limite
Io sono arrivato al punto che quando vedo apparire nei titoli dei giornali
"Appartamento di
Montecarlo", volto pagina. E quando lo stesso argomento viene annunciato nella
scaletta dei
telegiornali pigio sul telecomando. Non se ne può più con questa
telenovela che vuol farci credere che
l'emergenza in Italia sia nel sapere chi ha venduto, comprato o affittato un
appartamento di 60 mq a
Montecarlo, passando per l'isola di Santa Lucia nei Caraibi. Una
proprietà neanche dello Stato, ma di un
partito che non c'è più perché è passato e si è fuso con il Pdl forse non
portandovi armi e bagagli. Ma che
se la facciano fuori tra di loro questa questione e magari in tribunale.
Sono mesi che due quotidiani, usi a gestire l'informazione non
con le agenzie ma con il casellario
giudiziario alla mano, tengono banco. Pare che se ne siano occupati anche i
servizi segreti dello Stato e
sono stati coinvolti anche premier governativi e ministri dell'isola felice,
rifugio di evasori fiscali.
Lo so, nel mirino è il presidente della Camera, ma anche lui non coinvolto
nell'affaire personalmente,
bensì attraverso il cognato acquisito con il secondo matrimonio. E si è pur
scritto che forse non c'è nulla
di penalmente rilevante, eppure se ne è fatto un affare di Stato! Comprensibile
questa saga come
divagazione estiva quando giornali e televisioni sono a corto di notizie, ma
questa insistenza nel
momento in cui il Paese è morso dalla crisi economica e le famiglie che non
riescono a quadrare i bilanci
mensili aumentano e la fila di chi ricorre alla Caritas per ritirare un
pacco viveri si allunga, questo
"teatrino della politica" sta scocciando e offende tutti i cittadini trattandoli
da allocchi.
Sono ben altri e più cocenti i problemi che attendono di
essere sviscerati e risolti. Li stanno soffrendo
sulla propria pelle i lavoratori cassintegrati o che temono la chiusura delle
fabbriche e i precari della
scuola che scendono in piazza, ma non hanno altrettanto rilievo
dell'appartamento di Montecarlo né
sui giornali né alle televisioni.
Perfino Emma Marcegaglia, presidente della Confidustria, che fino a ieri era e
si diceva d'accordo
con il governo, nel suo ultimo intervento pubblico a Genova è sbottata gridando:
"La nostra pazienza si
sta esaurendo''. E di questo passo "andremo da soli". Cioè, senza questo
governo che si vanta di essere
il governo del "fare", ma si palesa come quello del "dire''.
Stanno per scoccare i cinque mesi da quando dice di avere
pronto il nuovo ministro dello Sviluppo economico, ma non esce dal cilindro.
E la pazienza dovrebbero averla esaurita anche i politici di ispirazione
cristiana. Lo stesso presidente della
Cei, card. Bagnasco, ha lanciato un appello, lamentando il silenzio e la
latitanza dei politici cattolici.
Speriamo che un campanello di risveglio suoni all'ormai prossima "Settimana
sociale dei cattolici" a
Reggio Calabria. Il documento preparatorio, stilato dall'apposito comitato
scientifico, richiama
l'attenzione su "errori, omissioni e ritardi" che rileva: nel peso del debito
pubblico, nell'istruzione e nella
ricerca scientifica, nella bassa produttività del sistema economico,
nell'attacco continuo ai diritti della
persona e della vita, nel mancato aggiornamento delle istituzioni politiche,
nella criminalità
organizzata e nel degrado dell'ambiente. Denuncia pure il divario tra Nord e Sud
del Paese. E conclude
quest'analisi definendo l'Italia "media potenza declinante".
E non è che manchino alla cultura e all'ispirazione
cristiana gli stimoli per risorgere. Basterebbe
risvegliare il gusto del bene comune e la fiducia in quei valori che hanno
prodotto la Costituzione italiana
e poi il disegno della nuova Europa. Imprese — è bene ricordare
—lanciate in un momento di
prostrazione quale era quello post-bellico. Ma per farlo bisogna
risvegliarsi e non attardarsi oltre nella
pazienza.
Vittorio Cristelli in “vita trentina” del 3
ottobre 2010