La fortezza della
paranoia
L’assetto psicologico che caratterizza i leader dell’attuale governo israeliano
è ben rappresentato da una sola frase che il suo ministro della difesa Ehud
Barak, il soldato più decorato della storia di Israele, ha pronunciato in
occasione del discorso di congratulazione agli uomini del commando che hanno
bloccato la Freedom Flottilla con un massacro:«...qui [in Medio Oriente]
non c’è pietà per i deboli e non si da una seconda chance a chi non si
difende». Eccola qui la Israele-fortezza delle vittime che ha in mente un
politico con questa terribile visione. Andando di questo passo forse
potrebbe proporre di istituire una Rupe Tarpea per i deboli come i refusnik,
i soldati e gli ufficiali renitenti che sono pronti a dare la vita per il loro
paese ma non sono disposti a massacrare civili a casa d’altri, o come lo
scrittore Amos Oz perché sostiene che l’uso della forza è lecito solo a scopi
puramente difensivi e non per colonizzare e schiacciare militarmente un intero
popolo, o come Manuela Dviri scrittrice israeliana che ha perso un figlio in
Libano per queste parole:« dopo tutto quell’assedio (della striscia di Gaza)
figlio dell’ossessione militare e politica al dio della sicurezza, ci costringe
a vivere, noi stessi, in un infinito stato d’assedio, chiusi in un invisibile
fortino, isolati e condannati dai popoli. Adesso dicono che bisogna spiegare al
mondo le nostre ragioni...non c’è nulla da spiegare. C’è solo da fare. C’è da
ritirarsi finalmente, e per sempre, dai territori. E da Gaza!» Purtroppo
queste parole non toccheranno né i cuori né le menti di questi ottusi
governanti e dei loro fan acritici in Israele e nel mondo che vedono in
Israele la vittima anche quando il suo esercito occupa e opprime e suoi
cittadini colonizzano e rubano terre e vita ai palestinesi. A noi gente di pace
e dialogo per rispondere a questa paranoia basta un nome: Itzkhak Rabin.
Moni Ovadia l’Unità 5.6.10