La cricca ai tempi
del Giubileo, storia di affari e di amicizie
Le squadre non nascono mai per caso. C’è sempre un luogo e un tempo in cui -
“prima” s’incontrano,
s’annusano, si riconoscono, capiscono che insieme possono fare grandi cose.
Perché
parlano lo stesso linguaggio, condividono le stesse ambizioni. E pazienza
se ogni tanto serve
chiudere un occhio su regole e principi. La cricca è stata prima di tutto una
squadra. E il suo
spogliatoio, la palestra, è stato il Giubileo. «Ormai è chiaro - dicono gli
investigatori - Balducci &
soci fanno i loro primi affari negli anni in cui a Roma e in Italia si organizza
il Giubileo». Un
portafoglio di investimenti pari a tremila miliardi e seicento milioni di
vecchie lire solo per la
Capitale. Un piatto allettante. Un obiettivo ancora più alto, e antico: il
potere.
Uno strumento che proprio grazie al Giubileo viene compreso in
tutta la sua geometrica potenza: le ordinanze che
consentono di fare tutto in fretta e in deroga ai controlli. In una mano la
lista degli indagati
dell’inchiesta G8-Grandi Eventi nata a Firenze e radicata ora a Perugia;
nell’altra gli organigramnni
della struttura del Commissario straordinario del governo per il Giubileo
guidata dall’allora sindaco
di Roma Francesco Rutelli (una task force che vedeva schierati anche
Gentiloni e Zanda) e dei loro
interlocutori in Vaticano: è facile leggere protagonisti e interpreti di allora
e di oggi e riconoscere i
primi passi di quella che sarebbe poi diventata la cricca. Il cardinale Sepe,
l’ingegnere Balducci e
Guido Bertolaso, all’epoca vice di Rutelli, Claudio Rinaldi, oggi tutti indagati
per corruzione, sono
stati protagonisti di una stagione e di un metodo. Non sappiamo ancora se
penalmente colpevole. Di
sicuro politicamente non corretto. Sepe era il segretario generale del Comitato
Vaticano del
Giubileo, l’organizzatore di eventi, l’uomo che Wojtyla indicò e volle come
regista delle
celebrazioni giubilari. Un vulcano, il cardinale, attento all’immagine e
al potere dei mezzi di
informazione.
«Uno che ha cercato di prendere soldi ovunque. Riuscì persino
a far pagare a noi i maxi schermi in
piazza S.Pietro, 70- 80milioni regalati al Vaticano. Noi - racconta un membro
della Struttura del
Commissario di Governo - scherzando dicevamo che Sepe era capace pure di
vendersi le
indulgenze». Il Giubileo fu la definitiva consacrazione laica del papa polacco.
Merito di Sepe e del
suo dreamteam di là dal Tevere. A cominciare da Balducci, potente
Provveditore delle opere
pubbliche del Lazio, l’uomo che gestiva in autonomia e libertà di spesa i grandi
appalti del
Giubileo.
Sono vecchi amici Angelo (Balducci) e Crescenzio (Sepe). Dal
1995 è membro del club più
esclusivo del mondo, quello dei Gentiluomini di Sua Santità, segno che il legame
con la Curia è
qualcosa di solido e antico. Per tornare alla faccenda della palestra e della
squadra, i due scoprono
di condividere anche certi metodi. Quando ad esempio alla vigilia del maxi
parcheggio del
Gianicolo i lavori si fermano per il ritrovamento di tombe di epoca neroniana,
Angelo e Crescenzio
s’intendono al volo: «Nessuna tomba» sentenzia Balducci.
Un sodalizio così vincente che archiviato il Giubileo, il cardinale – promosso
da Giovanni Paolo II
alla guida di Propaganda fide, la più ricca congregazione vaticana ora
sospettata di essere diventata
strumento di corruzione - nomina Balducci consulente con Pasquale De Lise e
Francesco Silvano,
due nomi che ricorrono spesso (non sono indagati) nell’inchiesta Grandi Eventi.
Vera “punta” della squadra giubilare è Guido Bertolaso - guida
l’elicottero che conduce Wojtyla a
Tor Vergata per il memorabile giubileo dei giovani - che nel 2001 andrà a capo
della Protezione
civile facendo diventare sistema lo strumento eccezionale e magico
dell’ordinanza (302 dal 2001 al
2009 per un totale di spesa pari a 13 miliardi di euro)in deroga a controlli e
bilanci. In posizione più
defilata, anche se decisiva, Claudio Rinaldi, pupillo di Balducci, il futuro
commissario per i
Mondiali di Nuoto indagato per corruzione e riciclaggio che ai tempi del
Giubileo è responsabile
delle opere di cantierizzazione di Tor Vergata. Membro a tutti gli effetti della
squadra giubilare
anche Ettore Figliolia consulente legislativo del Commissariato guidato da
Rutelli che poi diventerà
capo dell’ufficio legislativo della Protezione civile, colui che scriverà le 302
ordinanze. Figliolia
ricorre spesso nelle intercettazioni dell’inchiesta Grandi Eventi ma non è
indagato. Nella squadra
Giubileo sembra mancare il costruttore Anemone. Era Balducci, solo lui, a
scegliere le ditte. Forse
basta controllare l’elenco ditte e fornitori.
Claudia Fusani l'Unità 24 giugno 2010