La chiesa secondo la Teologia della Liberazione

La mia Chiesa è uscita dalla sacrestia.

E ha smesso di accendere candele, e di "leggere il Vangelo" sulle teste dei bambini come se fosse un vaccino; di pretendere primizie e primizie della terra da coloro che non hanno né terre né primizie. Ha smesso di preparare l’uomo solo per l’aldilà. Ed è uscita fuori alla ricerca dei "lontani" ("se amate coloro che vi amano, che ricompensa avrete?") fuori dal suo ambiente. Facendo rilettura del Vangelo ha scoperto che la Parola è la voce di chi non ha voce, è la forza di chi non ha forza.

Ha capito che doveva fare la scelta per l’"altro", il "lontano". Ed è andata a cercarlo nei campi, nelle piantagioni, nelle fabbriche, nelle segherie, nelle officine, nei mercati. E lo ha coscientizzato. Gli ha insegnato che è un essere umano, creato ad immagine di Dio; che deve unirsi agli altri umani perché l’unione è forza irresistibile contro gli sfruttatori e gli oppressori. E poco a poco, "l’altro" ha cominciato ad alzare la testa, a sentirsi uomo, a farsi rispettare. Per questo, la mia Chiesa ha conosciuto la persecuzione: l’hanno accusata di essere sovversiva, di voler fare la rivoluzione, di predicare l’odio, la violenza, e la lotta di classe. Hanno perseguitato numerosi suoi figli. Alcuni li hanno assassinati, altri torturati, altri ancora li hanno mutilati, sfigurati, imprigionati, espulsi, fatti sparire. Allora è cominciato il martirologio moderno della mia Chiesa: Hector Gallegos, Rutilio Grande, Tito Lima, Maria Magdalena Henriquez, Carlos Mugica, Ivàn Betancourt, Erique Angelelli, Oscar Arnulfo Romero. E altri ancora.

E sono apparsi i Profeti Minori dell’America Latina: Hélder Camara, Leonidas Proaño, Gustavo Gutierrez, Sergio Mendez Arceo. E altri e altri ancora. E questi e tutti gli altri hanno rinvigorito la mia Chiesa nel cammino verso la Liberazione. Il prezzo è stato ed è tuttora alto: molto sangue è stato sparso. Corpi sono stati fatti a pezzi. E poi, passaporti ritirati, articoli sui giornali, libri pubblicati, programmi alla radio e alla televisione contro la mia Chiesa. Ed essa, poveretta, sempre tentata di tornare indietro, di rintanarsi di nuovo in sacrestia. Di benedire ancor con l’acqua santa, distribuire ancora medagliette…

Ma poi si ricordava del suo Sposo, trattato pure Lui da sovversivo, da agitatore, da rivoluzionario ("se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi"). Lui è stato assassinato, ma non il suo messaggio. Hanno ucciso molti figli della mia Chiesa ma non la Buona Novella che portavano. La mia Chiesa continua la sua strada. E l’uomo sarà libero: lascerà dietro a sé la schiavitù, la miseria, la disperazione. E la mia Chiesa, incompresa, criticata, ostacolata, sarà salvezza per chi l’ama, per altri perdizione. Ingiuriati, perseguitati, ma cantando, io, la mia Chiesa e i "lontani" cerchiamo "cieli nuovi e terre nuove", camminiamo verso la Liberazione.

 

Leonardo Boff, teologo brasiliano della Liberazione  ( 1996)