La Chiesa non
difenda solo se stessa
Quale unità d’Italia celebriamo, si chiedeva Gian Enrico Rusconi il 25 agosto,
facendo eco a Galli
della Loggia. Eccola, una risposta, sulle prime pagine dei giornali.
Trionfa, in maniera piuttosto
trasversale, il cattivo gusto e la volgarità, l’impudicizia di superficie e
l’immoralità profonda.
Vili e assatanati, sepolcri imbiancati e pennivendoli fanno a gara nel
denunciare errori e malefatte
degli altri, senza tracce di autocritica (esame di coscienza). I media sono
uno specchio che ci ripete
ogni giorno: siete brutti e deformi, fuori e dentro. E noi tutti contenti
perché immaginiamo che quel
giudizio riguardi gli altri, i concorrenti, i nostri nemici. Pensiamo che il
male degli altri sia il nostro
bene, i loro torti siano la nostra ragione.
Questi sono i frutti della cultura della contrapposizione frontale, dei
veleni disseminati ovunque per
tener lontani gli animali o magari gli stranieri: quei veleni poi colpiscono i
nostri figli, o noi stessi.
Ha ragione Mario Calabresi: speriamo di essere alla fine, e non all’inizio, di
una velenosissima resa
dei conti (L’estate dei veleni, La Stampa, 29 agosto).
In questo contesto è scoppiata una strana guerra anche tra la Chiesa e il
governo. I leghisti
difendono la “civiltà cristiana”, ma disprezzano i “vescovoni”, minacciano
l’otto per mille e il
Concordato, pensano che gli immigrati può accoglierli, se vuole, il Vaticano. A
quel punto anche la
santa sede perde la pazienza (Il Vaticano: la Lega ci offende, Repubblica 26
agosto). Più gravi e più
dissimulate le difficoltà tra la Chiesa e il Pdl. Alle evidenti ragioni relative
allo stile e ai
comportamenti di vari esponenti dell’attuale governo si è aggiunto il violento
(“disgustoso”
secondo il cardinale Bagnasco) attacco in forma di “rivelazione giudiziaria” al
direttore di
Avvenire, reo di aver espresso motivati e prudenti rilievi sullo stile del
premier.
Ma davvero si doveva arrivare fino a questo punto per misurare la distanza che
divide la visione
cristiana dalla realtà di persone e politiche che esaltano ogni giorno un
paganesimo razzista, al
machiavellismo, il consumismo sfrenato, l’egoismo come progetto di vita?
Se la Chiesa capisce il
pericolo e vuole difendere l’anima cristiana del paese dovrà cominciare una
grande opera educativa,
di cultura e di discernimento in tema di giustizia e fraternità, moralità e
diritti umani, democrazia e
libertà di informazione e di coscienza… non solo difendere se stessa quando è
attaccata.
La scorsa settimana l’Economist aveva scritto che in Italia durano poco i
governi che si trovano di
fronte l’ostilità della Chiesa: l’importante è che il confronto o lo scontro
sia sui valori e non sugli
interessi.
Angelo Bertani Europa 4
settembre 2009