La chiesa alla «riconquista» della modernità

 

 «Benvenuti a Sydney»: è il titolo dell'inserto che Famiglia cristiana dedica alla Gmg, (Giornata mondiale della gioventù: non è necessario aggiungere «cattolica»), che si svolge in questi giorni nella città australiana. Una assise solenne, preparata da tempo. Gli organizzatori si preoccupano di dire che non si tratta «né di una olimpiade cattolica, né di un festival delle nuove generazioni, con tanto di papa». Anche se le somiglianze sono evidenti. Tema: «Avrete forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi e mi sarete testimoni». Per la messa conclusiva del papa si prevede mezzo milione di persone . Dall'Italia circa 10mila giovani (3000 neocatecumenali, il movimento maggiormente impegnato). Come mai questo impegno? La risposta rinvia necessariamente alla situazione del cattolicesimo nel mondo e anche alla particolare attenzione che la chiesa ha sempre dedicato ai giovani (catechismo, prime comunioni). Oggi il cattolicesimo affida proprio ai giovani la speranza di recupero: troppi sono stati gli spazi perduti, troppe le sconfitte. Basti pensare alle crisi del numero dei sacerdoti in molti paesi, alle tragedie per la pedofilia nelle file del clero, allo scarso rispetto dei cattolici per le norme etiche, soprattutto in materia sessuale, alle difficoltà per l'ecumenismo. In Australia i cattolici sono circa il 27% della popolazione, ma la frequenza alla messa domenicale è calata dal 50-60% di qualche decennio fa al 13% di oggi. E per i giovani la cifra va dimezzata. Proprio ai giovani il cattolicesimo cerca di presentarsi più moderno e spera così di recuperare. Perciò, fra l'altro, le Gmg. Riusciranno le iniziative di questo genere? Se ne può dubitare. Non bastano certamente quegli aggiustamenti di facciata di cui si parla in questi giorni, come la «u» al posto di «you» nel messaggio sms del papa ai ragazzi. Ci vuole ben altro. L'arcivescovo di Sydney ha dichiarato, parlando delle difficoltà del cattolicesimo in Australia: "Qui Cristo non è crocefisso ma è volgarizzato". Lo si potrebbe dire, più o meno, dovunque. E non sarà facile eliminare dal cattolicesimo quella «volgarizzazione» che lo spinge a essere soltanto una «religione civile», una forma di garanzia del benessere sociale. Una garanzia che le Gmg rischiano di confermare invece di intaccare.

 

Filippo Gentiloni      Il manifesto 18/7/08