La Bibbia letta alla Rai


«Maratona biblica»: così è stata definita la lettura della Bibbia che comincerà su Rai2 domenica alle
19, senza interruzioni né commenti, fino all'11 ottobre. Sette giorni e sei notti, dalla basilica di
Santa Croce in Gerusalemme in Roma.
Comincerà il papa con il primo capitolo della Genesi; terminerà il cardinale Tarcisio Bertone
leggendo l'ultimo capitolo dell'Apocalisse. In mezzo, fra l'inizio e la fine, molti lettori famosi, da
Roberto Benigni a Beppe Fiorello; ma anche tre ex Presidenti della Repubblica e anche Giulio
Andreotti, il sindaco di Roma Gianni Alemanno, ministri come Mara Carfagna e Mariastella
Gelmini, attrici e attori, campioni olimpionici, ecc. Una passerella di altissimo rilievo.
Fra le lettrici, accanto al papa, anche Maria Bonafede moderatora della Tavola Valdese.
Non era mai successo. Non si può non chiederci se la «maratona» significherà per il popolo italiano
un passo avanti nella conoscenza della Bibbia. Quella conoscenza che fino ad oggi, senza alcun
dubbio, è rimasta piuttosto indietro. Anche perché la chiesa cattolica, a differenza delle chiese
protestanti, fino ad oggi non ha insistito come poteva: all'autorità della Bibbia il cattolicesimo ha
sempre preferito l'autorità pontificia.
Che la «maratona» di oggi rappresenti una forma di
pentimento e di marcia indietro? Lo speriamo, ma alcuni segni lo fanno dubitare.
Non si può non essere perplessi, prima di tutto, proprio per quel forte tributo alla cultura dei mass
media e quindi alla moda. Mass media e moda possono andare d'accordo con la Bibbia? Ne possono
facilitare una conoscenza che sia profonda e non superficiale?
Se ne può dubitare.
Non a caso le chiese hanno sempre insistito per una lettura che non fosse quella
degli altri libri, che fosse «sacra», anche se non è stato mai facile precisare il significato di questo
aggettivo.
La Bibbia letta alla Rai potrà ancora essere la base della vita e della fede cristiana? E una lettura
«non religiosa» della Bibbia è possibile? Interrogativi che la «maratona» lascia aperti. Non
possiamo non porceli mentre, fra i tanti canali, scegliamo proprio quello, come si suol dire, dello
Spirito Santo.
 

Filippo Gentiloni          il manifesto   5 ottobre 2008