Italia Stato etico come l’Iran?

 

Papa Benedetto XVI comincia a fare un po’ paura. Ero convinta che fosse un reazionario, però colto e moderno, invece no, colto è, ma se va di questo passo presto ci metterà in guardia da quel razionalista di ferro che rispondeva al nome di Tommaso d’Aquino.  Avevo pensato una battutaccia, quando ricevette la Fallaci, battutaccia che mi ero tenuta per me e pochi intimi. Avevo detto che non sapevo Ratzinger fosse esorcista, eppure non potevo immaginare un solo motivo per ricevere la Fallaci se non per esorcizzarla dai suoi dèmoni. Non era una battuta: Ratzinger preoccupato - giustamente - dal vigoreggiare del satanismo, si mette in gara, iscrive giovani preti a corsi per esorcisti, schiera la magia bianca contro la magia nera.

Non basta: riscopre il giusnaturalismo e va dicendo che tutti i diritti e anche l’autorità vengono da Dio direttamente: insomma torna a prima della Rivoluzione francese dal punto di vista politico e Pera gli corre entusiasticamente appresso. Orbene, sul papa non c’è che da registrare ciò che dice, e se la veda lui col suo padron di casa, del quale è vicario. Ma da Pera si pretenderebbe che conosca la Costituzione italiana almeno quanto un ragazzino di terza media. E invece non sa che al secondo articolo è detto chiaramente che la repubblica italiana non è uno Stato etico, però nemmeno uno stato confessionale: lo Stato non fonda il diritto ma lo riconosce.  E’ una risposta alla dottrina fascista dello Stato etico contenuta nella formula che ci facevano imparare a scuola: “Niente contro lo Stato, niente fuori dello Stato, niente sopra lo Stato”.

E stiamo attenti alle richieste del papa che adesso vuole che Dio non sia messo fuori dalla vita pubblica e quindi sia citato come radice e riferimento politico. Qui siamo fuori dalla Costituzione e per avere un modello costituzionale che piaccia a Benedetto XVI, bisognerebbe fargli omaggio della costituzione iraniana che mette la legge coranica a fondamento dello Stato, infatti chiamato repubblica islamica. Inoltre negli Stati islamici o comunque teocratici (anche Israele) il potere di legiferare non è limitato dal testo costituzionale, costituito sopra le leggi e al limite sottoposto al vaglio di una corte costituzionale, per la retta intepretazione, no: lì la legge è sottoposta a un consiglio di religiosi. Come dire: la Corte costituzionale sia sostituita dalla Cei: forse era la mira di Ruini quando disse che i Pacs sono incostituzionali.

So che il papa, semmai si interessasse di me o Pera se per caso leggesse qualcosa, direbbero che questo è laicismo, mentre è a malapena equilibratissima posizione democratico-costituzionale ed espressione di quella laicità che i credenti dovrebbero dimostrare di possedere perché a loro pertiene. E bisogna ricordare che il laicismo è comunque una risposta al clericalismo: se la chiesa non diventa clericale nessuno diventa laicista; se si mostra clericale, allora un po’ di anticlericalismo, giusto per divertirsi, come quello di Gene Gnocchi, o un vero confronto razionale fuori dei denti (e poco importa che venga poi chiamato laicismo) diventa assolutamente necessario, altrimenti ci si ritroverà a dover consegnare a Pasqua l’immaginetta di prova che si è fatta la comunione, come capitava a tutti i dipendenti pubblici nel lodato Impero austroungarico. Che si chiamava Sacro romano impero.

Lidia Menapace     Da Lisistrata   lisistrata@yahoogroups.com