“Noi registi israeliani salutiamo tutti i registi arabi riuniti a
Parigi per la Biennale del cinema arabo. Ci opponiamo
categoricamente alla brutalità e alla crudeltà della politica
israeliana. Niente può giustificare il bombardamento della
popolazione civile in Libano e a Gaza”.
Avi Mograbi è un regista israeliano. Con altri 40 suoi colleghi
connazionali ha firmato questo messaggio di amicizia e solidarietà
ai colleghi libanesi e palestinesi e alle popolazioni civili colpite
dalla guerra. Da anni, Mograbi lotta contro l'occupazione
israeliana. Nel 1982 si rifiutò di partire per la guerra in Libano,
pagando la sua scelta con la prigione. In occasione della biennale
del cinema arabo, in corso a Parigi dal 22 al 30 luglio e
organizzato dall'Istituto del mondo arabo, dove vengono presentati
un centinaio di film, questo messaggio testimonia il suo impegno
continuo per la pace.
Come è nata l'iniziativa di lanciare un appello di
solidarietà? E quanto crede che l'opinione pubblica in Israele
condivida la vostra iniziativa?
Questa idea nasce innanzitutto dalla lunga relazione di amicizia
che abbiamo con molti registi arabi, specialmente libanesi e
palestinesi, poi sicuramente quello che è successo nelle ultime
settimane è stato determinante. Non potevamo non farlo vedendo
quello che succede ai nostri amici. Avevamo molte informazioni
riguardo quello che succede nei Territori Occupati, ma molto
meno per quello che riguarda il Libano. Eravamo contrari
all'iniziativa presa dal nostro governo e abbiamo deciso di
inviare questa lettera per far capire che non tutte le persone
in Israele sono d'accordo con la linea politica intrapresa dal
premier Olmert.
Quanto i film di registi libanesi e palestinesi sono
diffusi in Israele e di quanta popolarità godono?
I film libanesi non vengono diffusi qui. Alcune persone li hanno
perché li comprano in Francia dando così l'opportunità di
conoscerli. I film palestinesi sono più conosciuti. Assieme ad
altri registi palestinesi abbiamo creato un club che si chiama
‘occupation club’, dove trasmettiamo film palestinesi e a volte,
quando si può, il regista viene e parla del suo lavoro. Per
esempio il film Paradise now è stato molto visto in
Israele.
Nei suoi film molto spesso ha denunciato la politica del
governo israeliano. Come si sente in questo momento lei che ha
rifiutato, nell'82, di andare in Libano a combattere? Ritiene
che Israele attaccando il Libano abbia fatto un passo indietro?
Certamente questo è un deja vu. Domenica scorsa ci sono
state manifestazioni contro la guerra. Come nell'82, sono i
libanesi a pagare il prezzo maggiore.
Come spiega che in Israele, almeno stando ai dati diffusi dai
giornali, la gente è convinta che questa guerra sia giusta e sia
di difesa?
Non posso spiegare questo in poche parole. Il nostro è un paese
militare, l'educazione è militare. Si diffonde, tra la gente, la
paura che si possa andare incontro ad un nuovo Olocausto. Il
governo usa la storia ebraica per creare miti e far pressione
sulla gente, così ogni piccolo incidente, come il caso dei due
soldati rapiti, può portare una totale crisi esistenziale e
dopo, quando Hezbollah agisce, allora il governo non ha bisogno
di spiegare più niente, ha raggiunto il suo scopo: far capire
che l'unica cosa che resta da fare è combattere.
Oltre al messaggio a Parigi, quali altre sono le sue
attività di solidarietà in questo periodo?
Organizziamo manifestazioni e attiviamo petizioni perché la
guerra si arresti.
I registi libanesi e palestinesi hanno risposto al
vostro messaggio invitando i colleghi di tutto il mondo a
montare cortometraggi per rendere possibile il festival
Ayyam Cinemai di settembre 2006, a Beirut. Ha già pensato a
qualcosa? Parteciperà?
Per ora non ho niente in testa. Di questi tempi è molto
difficile fare arte. Ma anche se io farò qualcosa non sono
sicuro che i libanesi siano pronti a mostrare un film israeliano
a Beirut che parla della nuova distruzione del Libano. Ma ora a
me questo non interessa, quello che voglio è che tutto finisca e
che si prenda un'altra strada perché così non andremo da nessuna
parte.