Io sto con gli
stranieri
Un sindaco del milanese scrive ai suoi cittadini: “L’Italia sta mostrando
il suo lato peggiore”
Domenico Finiguerra è il sindaco quarantenne di Cassinetta di Lugagnano,
comune del milanese
di duemila persone. Eletto nel 2002 con una lista civica di centrosinistra,
confermato nel 2007 con
il 62%. Le sue battaglie ambientaliste gli hanno fatto conquistare anche i voti
leghisti. Ma, dopo
aver visto quanto accade ad Adro e non solo, ha inviato una lettera ai suoi
cittadini e ai colleghi
sindaci del milanese. Gli arrivano messaggi di sostegno da tutto il mondo, ma
finora nessun
amministratore ha deciso di uscire allo scoperto approvando la sua iniziativa.
Ecco la sua lettera:
Negli ultimi anni, lentamente, giorno dopo giorno, si è diffuso un amaro rancore
preventivo nei
confronti di chi è straniero, di chi professa altre religioni rispetto a quella
cattolica, di chi è
diventato nostro vicino di casa. [...] Ma nelle ultime settimane
l’accelerazione di questo processo e
l’affermazione di prassi e comportamenti indegni di un paese che vuole definirsi
civile, ha assunto
un carattere davvero insopportabile. Ha cominciato a coinvolgere in maniera
diretta i bambini. E
cosa ancor più grave, per me, ha visto sindaci e assessori agitare spettri e
propaganda per far venire
ai cittadini la bava del livore alla bocca, sperando di interpretare questi
istinti primordiali e
alimentare così il proprio consenso. [...]
Di fronte a questi episodi, cartine di tornasole di cosa è diventato il nostro paese, non posso tacere.
Non posso non gridare il mio disprezzo umano e politico per
chi nell’intento di ottenere voti e approvazione, non riuscendo a far pagare
genitori
morosi, si inorgoglisce nel prenderne a calci i figli. Si inorgoglisce.
Invece di mettere in campo
un’azione doverosa di recupero e verifica dell’evasione, cavalca tale occasione
per raccogliere i
frutti dall’albero dell’insofferenza diffusa. Io sento il dovere morale
di dire e fare la mia parte.
Innanzitutto non voltandomi, per opportunismo, dall’altra parte, diventando così
complice.
Corresponsabile morale di una classe politica di aspiranti gerarchi che cercano
visibilità in un
regime culturale fondato sulla ripugnanza, sull’egoismo e sulle povertà ideali e
materiali. Sospinti
da cittadini che hanno smarrito, sono stati spogliati o si sono liberati dei
sentimenti di fraternità e
pietà.
[...] Di fronte alle rivoltanti e spregevoli parole di
politici che incitano alla caccia al diverso,
sia esso musulmano, nero o omosessuale, di fronte a questa deriva barbarica, che
sta gettando le
basi, e forse ha già costruito, una società della violenza, dell’invidia e
dell’iperindividualismo, di
fronte agli sguardi di giustificazione (se non addirittura di approvazione)
delle parole cariche di
retorica razzista, di fronte ai fatti prodotti da un clima che ricorda
quello preparatorio dei tempi bui
del nazi-fascismo, di fronte a tutto questo, non me la sento di cambiare
discorso per parlare di
inceneritori o autostrade. Di fronte al degrado civile e morale del mio
paese, l’Italia, che sta
mostrando in questi giorni il suo lato peggiore, mi sento in dovere di
manifestarvi tutto il mio
disagio e la mia indignazione.
Affinché tutti voi sappiate da che parte sto. Anche se, e ne
sono
consapevole, ciò comporterà da parte di alcuni di voi, ma spero di pochi,
l’abbandono di sentimenti
di simpatia nei miei confronti. [...] Pensate ai vostri figli e alle
prossime generazioni. Cercate di non
trasmettere sensazioni di lontananza rispetto a chi ha il colore della pelle
diversa, a chi prega un dio
diverso, a chi viene da un paese diverso. Perché non sarà né bello né
piacevole per i vostri figli,
vivere in un paese dove ci si guarda con diffidenza o indifferenza. [...]
Io sto dalla parte delle sorelle
e dei fratelli stranieri. Quelli che arrivano disperati in cerca di speranza.
Quelli che muoiono di
stenti implorando accettazione. Quelli che sono sfruttati senza ritegno da
delinquenti e criminali.
Quelli che tutti i giorni accompagnano i nostri figli a
scuola, quelli che curano i nostri anziani e che
cureranno noi tra qualche anno, quelli che lavano i nostri gabinetti, quelli che
si sporcano le mani di
grasso per noi. Io sto dalla parte dei bambini che non hanno colpa o peccato e
che, pur avendo un
genitore che non vuole o magari semplicemente non può pagare la mensa
scolastica, hanno
comunque diritto, come tutti i bambini del mondo, alla serenità e a vedersi
riconosciuti pari dignità
e diritti dei loro compagni di banco. Io sto da questa parte e sarebbe
bene che tutti, i piccoli e i
grandi sindaci, gli assessori o i consiglieri comunali, le liste civiche, quelle
democratiche, quelle
progressiste, di centrosinistra o semplicemente di ispirazione civile o
addirittura quelle di
centrodestra che non condividono questa deriva di ostentata disumanità, così
come i militanti, gli
uomini di cultura, i blogger, i pastori, i cantanti, i contadini, i lavoratori,
gli imprenditori, i cittadini,
insomma tutti quelli che stanno da questa parte, liberassero i loro pensieri e
li proponessero con
fierezza, a dimostrare che esiste anche un’altra Italia.
Domenico Finiguerra
Il triste primato
dell'Italia per le violazioni sui migranti
È stato pubblicato il 28 aprile il Rapporto del Comitato europeo per la
prevenzione della tortura del
Consiglio d'Europa. In una lettera di accompagnamento indirizzata alla
Farnesina, il Comitato, che
ha visitato l'Italia nel periodo da 27 al 31 luglio dello scorso anno, così
conclude: «Il Comitato
Europeo per la Prevenzione della Tortura spinge (urge nel testo originale in
inglese) le autorità
italiane a rivedere sostanzialmente le correnti pratiche di intercettazione dei
migranti in mare, come
pure ad assicurare che ogni persona all'interno della giurisdizione della legge
italiana, incluse quelle
che vengono intercettate in mare al di fuori delle acque territoriali italiane
da vascelli di controllo
nazionali, ricevano il necessario aiuto umanitario e le cure mediche che le loro
circostanze
richiedono, e che essi abbiano effettivo accesso alle procedure atte a
garantire il rispetto del
principio della non respingibilità». Il principio della «non-respingibilità»
è alla base della
Convenzione sullo status dei rifugiati, sottoscritta dal nostro paese nel
1951 dove, all'articolo 33, si
dice chiaramente: «Gli Stati contraenti non espelleranno o respingeranno («refouler»)
un rifugiato
in nessun modo oltre le loro frontiere ove la sua vita o libertà possano essere
minacciate a causa
della sua razza, religione, nazionalità, appartenenza a gruppi sociali specifici
o a causa della sua
opinione politica».
Inoltre nello specifico dell'Europa comunitaria, vige
l'articolo 3 delle
Convenzione europea dei diritti umani, che estende il principio della «non-respingibilità»
(«non
refoulement» in francese) a tutte le persone che possono essere esposte al
rischio di tortura,
umiliazioni, trattamenti degradanti, qualora tornassero in paesi nei quali
questo rischio è acclarato.
In conclusione, dice il Rapporto: «Come risultato del principio di 'non-respingibilità'
gli Stati sono
obbligati a verificare se i migranti hanno bisogno di queste diverse protezioni,
e nel caso, agire di
conseguenza».
Il Rapporto analizza poi in particolare i respingimenti in mare verso la Libia
che furono attuati in
quel periodo, e torna sulla violazione da parte delle autorità italiane di
entrambe queste
Convenzioni, elencando una serie di mancanze, inclusi i dati necessari a
verificare l'identità, la
provenienza e l'effettiva necessità dei migranti di richiedere eventualmente
asilo. Inoltre, il
Rapporto chiarisce che, secondo la Convenzione ed anche il Protocollo delle
Nazioni Unite contro
la tratta ed il traffico di esseri umani, che prevede all'articolo 16 che debba
esserci una particolare
attenzione ai soggetti più vulnerabili, donne e bambini, una buona parte di quei
soggetti lo fossero.
In specifico, il rapporto denuncia le condizioni cui sono sottoposti questi
soggetti al loro rientro in
Libia e sottolinea come lì tutte le condizioni negative evidenziati dalla
Convenzione contro la
tortura, siano possibili.
Basterebbe questo a mettere il nostro Paese in una
posizione estrema nel panorama della sempre più
destrorsa e xenofoba Europa ma, vogliamo aggiungere noi per completezza
di informazione, che
l'attuale politica sui respingimenti, viola anche la Convenzione Onu sui diritti
dei minori, che
obbliga gli Stati firmatari a verificare se ci sono minori a bordo delle barche
di migranti e, in questo
caso, ad assisterli indipendentemente dal loro status. E dunque, tre violazioni
conclamate
caratterizzano l'attuale clima sull'immigrazione, a cui si aggiungono quelle
legate al diritto allo
studio, alla salute, e le «normali» violazioni delle Convenzioni Ilo sui diritti
dei lavoratori migranti.
Non c'è che dire, un bel record per una nazione baluardo delle frontiere
della «fortezza Europa».
Eppure, come ci ricordava un vecchio detto, sotto queste mura sempre più alte e
sempre più
militarizzate, si accampano quei «dannati delle terra» che, se non saranno
accolti ed integrati nei
nostri territori, faranno ardere i fuochi dei loro accampamenti con fiamme
sempre più alte che, alla
fine, illumineranno solo le rovine della nostra democrazia.
Raffaele K. Salinari, Presidente Terre des Hommes
il manifesto 4 maggio 2010