Intervista a Dario Fo
«Silvio cancella la
democrazia e la sinistra se
ne sta al balcone»
Il premio Nobel: «Per fermare il premier servirebbero una coerenza e un
coraggio morale che fin qui sono mancati. Vedo timori e dolcinerie mentre i tori
travolgono tutto»
La storia. «Non è uno show in cui sperare di fare una figura passabile. Chi
si assume la responsabilità di non aver capito e lottato?»
La strada. «L’avete indicata anche voi dell’Unità: disobbedire. Non si salva
l’Italia scendendo a patti con un oscuro nemico del paese»
Partiamo da questo punto incontestabile: siamo governati da un premier che dice
“ti amo” a questo paese mentre giorno dopo giorno gli toglie la libertà. Sembra
una parabola classica sul potere. Infatti, Berlusconi più ci ama più ci tappa
le orecchie. Adesso vuole discrezione, questa è la sordina che vorrebbe imporre
alle intercettazioni, questa la gabbia in cui vorrebbe chiudere i magistrati.
Affranti, in questa valle di lacrime abbiamo chiesto lumi a Dario Fo, per
aggiornare i nostri sensi intorpiditi da un “amore” che ci vuole al buio.
Sarà vero amore, Dario? «Dubita, fratello, dubita, che il dubbio ti tiene in vita. Io, per esempio, ho scritto un testo sull'Orecchio di Dioniso. Non fabula, sed historia. Allora, c'era questo Orecchio che amplificava a mille le voci del popolo cosicché, in favore degli dei, una si potesse avvertire molto distante. Orecchio divino, divina macchina sonora. Ma un giorno, il senso dell' ascolto fu invertito e al “popolo” giunsero le parole segrete degli dei. La divina macchina venne immediatamente murata. Murarono il mito, cosicché si vide di che pasta fosse il mito e quale fosse il cibo prediletto del potere: la coscienza del “popolo”. Chiaro?».
Maestro,
questa è la storia della sinistra! Siamo noi che vogliamo ascoltare ciò che
non va ascoltato, le parole del potere, le parole proibite. Siamo sulla strada
giusta?
«Mica tanto. Perché tutto è scoperto, il gioco è scoperto nella sua
violenta doppiezza ma non vedo una adeguata capacità di reazione. Abbiamo un
premier che ormai non nasconde i veri obiettivi delle sue azioni e delle sue
scelte. Dalle leggi ad personam al ddl sulle intercettazioni mentre echeggiano
le voci secondo cui bombe e stragi “mafiose” sarebbero servite da scivolo per la
nascita di una forza politica capace di traghettare il peggio della prima
repubblica in una seconda, sedicente repubblica».
Ma, scusi, che dobbiamo fare? Denunciamo, facciamo opposizione secondo le regole democratiche... «Ah sì? Eppure a me pare che la sinistra se ne stia affacciata al balcone mentre i tori corrono e travolgono ogni cosa giù in strada. Vedi, se, come è stato finalmente annunciato dalla sinistra, oggi è in gioco la democrazia, allora conviene adeguare le risorse e la lucidità a questa realtà tremenda. Serve una coerenza ferrea che fin qui è mancata. Serve un coraggio morale che fin qui ha oscillato. Eppure, il disegno del potere fu chiaro fin dal G8 di Genova. Ora dico forte: se i responsabili istituzionali di quel massacro degno di una dittatura non pagheranno per quel che hanno fatto, si toglieranno le basi democratiche anche a questa Seconda Repubblica. E i cocci saranno sempre nostri».
Intende
per caso sostenere che la sinistra non sta facendo opposizione?
«Tu fai il furbetto, e io so – viva la rima quello che ho detto.
All’opposizione restano il mugugno, il timore reverenziale di offendere, una
dolcineria paurosa nei confronti di chi sta cancellando la democrazia e questo
è ormai chiaro anche alla sinistra non vedente. Il fatto che non lo diciamo
più solo io e pochi altri è una consolazione e insieme una disperazione. La
storia non è uno show in cui si può sperare di fare una figura passabile, men
che meno ora quando tutto è in gioco. Chi si assume la responsabilità di non
aver capito e lottato con azioni concrete e coerenti?».
Va bene,
ci indichi la strada, qualcuno la seguirà. Ma tenga a mente: lei passa per
essere un insopportabile pessimista, un noioso bardo saputello e di Cassandra –
viva la rima – fratello...
«La strada l'avete indicata anche voi dell'Unità: disobbedire, la
disobbedienza civile sorretta da un “no” forte e coerente di tutto il
centrosinistra alla vergogna che ogni giorno il premier allestisce da pessimo
attore qual è. Altro che trattativa, altro che accordi: non si salva l'Italia
scendendo a patti con un oscuro nemico del paese e della democrazia. Pessimista
io? Bene, è il pessimismo che ci tiene in vita. Infatti, guardate l'Ottimista:
aveva detto che la crisi non esisteva e che il paese stava benissimo, semmai
doveva comprare di più. Eccolo imbastire un gigantesco trucco col quale
sfiancherà “il popolo” e grazierà i ricchi e i potenti. Mentre moltiplica la
sua personale dotazione di ville meravigliose...» Eppure, moltissimi italiani
hanno ancora fiducia nel premier...
«Senti questo elenco. Al ministro Scajola hanno comprato, pare, una casa a sua
insaputa. Scajola non sapeva. Alla lista della spesa del ministro Bondi, nella
manovra hanno fatto dei tagli che il ministro ignorava. Bondi non sapeva. Alle
spalle di Berlusconi hanno piazzato una crisi economica spaventosa che il
premier ignorava. Berlusconi non sapeva. Scelgano gli italiani: stanno votando
un mucchio di farabutti oppure dei pazzeschi cretini?».
Toni Jop l’Unitŕ 2.6.10