Instrumentum regni? No grazie

 

Il cardinale Ruini dice che la chiesa non incita «alla rivolta» contro la 194. Giusto, visto che l’unica

rivolta di cui si corre il rischio è quella di milioni di donne stanche di sentirsi dare dell’omicida e

dell’assassina. (Gunther Grass prevede un nuovo Sessantotto anche in Germania). Proprio in questi

giorni si succedono pronunciamenti laici, dal convegno dei liberal del Pd a Roma, al volume

monografico di Micromega su Sessantotto: mito e realtà, con articoli che s’intitolano, tanto per

andarci soft, “La persecuzione di Ratzinger” o “La Chiesa e le donne assassine”. A me liberale laico

ma – crocianamente – non massone, immanentista ma non irreligioso (la “religione della libertà”, e

l’etica e la vita morale che ne conseguono), tutto ciò non piace. Non piace che la religione sia di

nuovo trasformata in instrumentum regni dal grande fratello Ferrara o dal piccolo gollista Sarkozy

in caduta libera di consensi (al “Cinismo religioso di Monsieur Sarkozy” il Corriere della Sera ha

dedicato un robusto articolo di Bernard-Hénri Levi). E non mi piaceva neanche 50 anni fa quando

sconfitto De Gasperi, la difesa del laicismo liberale fu impugnata dal Partito radicale di Carandini,

Cattani, Ferarra, Villabruna, Antoni, Olivetti, Rossi e i giovanissimi Pannella, Scalfari, Romeo…,

ricordato dal Sole-24 Ore nell’inserto culturale della domenica. Il quotidiano milanese ha preso lo

spunto dal ritrovamento di una lettera che il fondatore del Mondo, Mario Pannunzio, indirizzava a

un lettore timoroso che il laicismo liberale scivolasse in un vetero-anticlericalismo socialista alla

Podrecca. Pannunzio gli scriveva: «La nostra non è una campagna di carattere religioso. È sul piano

politico che contrastiamo l’invadenza clericale (…) Tra tutti i concordati, pessimo è proprio il

nostro, che Mussolini, da buon dittatore, aveva firmato per non rispettarlo. Oggi a non rispettarlo

sono gli altri contraenti, che vanno allargando sempre più l’ambito dei propri privilegi a scapito dei

diritti dello stato. Che sono i diritti di tutti i cittadini, e che noi, come laici, difendiamo». Posizione

specularmente rovesciata rispetto a quella della crociata contro le donne; o rispetto a quella di

Sarkozy «venuto a Roma – dice Bernard-Hénri Levi – con freddo calcolato cinismo a fare un giro

dalle parti dei cattolici, prima di farne altri dalle parti degli ebrei, dei massoni, dei musulmani».

Federico Orlando    “Europa” del 31 gennaio 2008