In
Toscana i preti del genocidio
Arrestati due
sacerdoti ruandesi: "Hanno massacrato i tutsi"
Dopo Seromba, finisce in carcere anche Uwayezu,
vice parroco vicino ad Empoli: "Sono innocente"
Stessa accusa, genocidio. E stesso rifugio, le chiese della diocesi fiorentina.
Dopo padre Athanase Seromba, condannato allŽergastolo per i massacri della
guerra civile in Ruanda, lŽultimo caso è quello che ha portato nel carcere di
Sollicciano padre Emanuel Uwayezu, 47 anni, il sacerdote ruandese di etnia hutu,
vice parroco in una chiesa di Ponzano (Empoli). Uwayezu è stato arrestato dai
militari in esecuzione di un mandato di cattura internazionale: la procura
generale in Ruanda lo accusa di essere coinvolto nel massacro dei tutsi nel
maggio 1994, una primavera di sangue con centinaia di migliaia di vittime.
Padre Emanuel era direttore della scuola di Misericordia di Maria di Kibeho:
ottanta studenti fra i 12 e i 20 anni tutsi vennero uccisi. Secondo la denuncia
dellŽAfrica Rights, ong con sede a Londra, il sacerdote non avrebbe fatto
nulla per difendere quei giovani circondati dai miliziani hutu e finiti a colpi
di machete senza che i gendarmi schierati in loro difesa intervenissero. In
pochissimi si salvarono. Uwayezu si è sempre proclamato innocente e lŽha
ribadito anche ieri: «Non ero al collegio, ma a colloquio con il vescovo proprio
per cercare un modo per mettere in salvo i ragazzi». Il sacerdote ruandese dopo
il massacro si è rifugiato prima in Congo e poi è arrivato in Toscana grazie a
una convenzione fra le diocesi, Fidei donum. La stessa che soltanto pochi
anni prima aveva probabilmente portato a Firenze un altro sacerdote ruandese
accusato e poi condannato nel 2008 per genocidio, padre Athanase Seromba. Anche
Seromba si era sempre dichiarato innocente ed era scappato dal Paese trovando
rifugio prima a Prato e poi a Firenze. Aveva cambiato nome, ma era stato
individuato e denunciato dal procuratore del tribunale dellŽOnu e alla fine si
era costituito. Condannato in primo grado a 15 anni di carcere nella sentenza
dŽappello la corte del tribunale internazionale per il Ruanda (con sede in
Tanzania) aveva trasformato la pena in ergastolo. La presenza di sacerdoti
stranieri in Italia, di solito legata alla mancanza del clero necessario a
coprire tutte le esigenze pastorali, è regolata da accordi fra vescovi. I legali
di don Uwayezu, presenteranno oggi alla corte dŽappello di Firenze lŽistanza per
ottenere gli arresti domiciliari.
Laura Montanari Repubblica 22.10.09