I due Benedetto contro l'Illuminismo
La vittoria della destra contiene in sé tutte le premesse per l'accentuarsi dell'interferenza religiosa
sull'ordinamento laico della Repubblica. E' facile, infatti, prefigurarsi lo zelo privo di remore ideali
di Berlusconi e associati di fronte alle prescrizioni del Pontefice e della Conferenza episcopale sia
che si tratti di coppie di fatto, di concepimento assistito o di aborto, di sovvenzioni alle scuole
cattoliche o di convenzioni favorevoli alle cliniche di Ordini e Congregazioni. Ma tutto ciò si
inquadrerà ancor più di quanto non avvenga in una complessa azione ideologica per ridurre la
cultura laica ad una funzione ancillare e di servizio nei confronti della trascendenza e della verità
come rivelazione. E' un'offensiva che ha come teatro l'Europa cattolica con l'Italia da epicentro.
Lo "Standard" di Vienna tracciando un quadro sulla ripresa in forza del cattolicesimo militante
scrive: «L'ora sembra essere quella di una Riconquista politica... Un clero senza complessi si
autoinvita oggi nello spazio pubblico... con una arroganza che non si era più vista da molto tempo
nella vecchia Europa». Potrei proseguire con una miriade di citazioni internazionali ma quel che
m'interessa è proporre ai lettori una riflessione sul carattere dell'offensiva clericale.
Molti affermano che essa sgorga dall'emergere delle questioni "eticamente sensibili", ma a me pare
che alla radice vi sia l'antica avversione per l'Illuminismo, per il libero pensiero, per la piena
autonomia dell'individuo, per un'etica pubblica sottratta all'imperativo religioso. Siamo di fronte ad
un grande balzo culturale all'indietro, a prima della Rivoluzione francese. Mi conforta in questa tesi
un bel libro appena uscito, «Il governo della lettura. Chiesa e libri nell'Italia del Settecento» (ed. Il
Mulino, Bologna 1908) di Patrizia Delpiano, che analizza e rende di impressionante attualità il
conflitto tra la Chiesa e l'Illuminismo e, cioè, quella filosofia della Ragione, banalmente declassata
al livello dell'incerto laicismo dei nostri giorni. L'oggetto della ricerca ha, anzitutto, la particolarità
di concentrarsi sul XVIII secolo, il "secolo dei Lumi", quando la Chiesa appare sulla difensiva,
dopo il periodo trionfante delle Congregazioni dell'Indice e dell'Inquisizione nei due secoli
precedenti. Mentre declina la pratica dei roghi la Chiesa «sposta il baricentro dalle tecniche
repressive a quelle persuasive». La materia del contendere è il controllo della cultura che allora
voleva dire il controllo sui libri e sulla lettura, e la gerarchia ecclesiastica individua il nemico in
«categorie culturali che andavano ben oltre l'eresia protestante.... Proponendo una morale laica, del
tutto aliena dalla fede dogmatica tridentina, l'Illuminismo pareva travolgere l'ordine costituito e
attaccare in nome dell'universalismo cosmopolitico, la stessa identità cattolica e cristiana della
penisola». Anche il romanzo e la lettura d'intrattenimento «sono guardati con sospetto in quanto
capaci di raggiungere un pubblico più ampio della tradizionale élite di lettori. Furono i due
fenomeni (come non paragonarli alla Tv di oggi?, ndr) strettamente intrecciati nell'immaginario
ecclesiastico a sollevare... una ricca riflessione sui danni della lettura... uno dei pericoli assoluti cui
sembrava esposto quel popolo che la Chiesa in passato aveva cercato di proteggere dai veleni del
protestantesimo».
Artefice di quella «controrivoluzione attiva» fu il celebre cardinal Lambertini, bolognese, assurto al
Soglio come papa Benedetto XIV. Parso a molti il papa della tolleranza, «seppe in realtà trasformare
l'Indice (che venne soppresso solo nel 1960 dopo il Vaticanio II) in uno strumento adeguato... a
incoraggiare tra i letterati la pratica dell'autocorrezione e dunque dell'autocensura. Nel corso del
secolo furono condannati tutti i classici dell'Illuminismo italiano ed europeo... In tal senso la
resistenza della Chiesa ai Lumi ha oltrepassato il Settecento, sopravvivendo al tramonto
dell'Illuminismo storicamente inteso... Non è soltanto nel breve periodo che bisogna valutare gli
effetti di censura e propaganda svolta dalla Chiesa nel Settecento. In quella fase consegnò al futuro
indicazioni preziose, seppe approntare un apparato teorico compatto, costituito in gran parte contro
il mondo dei Lumi, basato sul ruolo centrale del cattolicesimo nella vita pubblica... sulla difesa dei
doveri contro la rivendicazione dei diritti dell'uomo».
Nel cancellare le conquiste del Concilio il Benedetto bavarese raccoglie, dunque, l'eredità del
Mario Pirani la Repubblica 21 aprile 2008