I  LAICI  E  LA  POLITICA

 

 

Questo sito si chiama Italialaica e dovrebbe essere la dimostrazione che un’Italia laica esiste, ha una sua precisa identità etico-politica, conduce coraggiosamente e spregiudicamene le sue battaglie. Siamo tutti d’accordo, credo, che la distinzione fra laici e non laici non coincide con quella fra credenti e non credenti. E, infatti, su questo sito scrivono uomini e donne sinceramente credenti in una qualche rivelazione religiosa, compresa quella cattolica romana, e uomini e donne che si affidano soltanto alla guida della loro ragione e della loro coscienza. Ugualmente coloro che ci leggono non credo che lo facciano perché trovano in questo luogo una qualche identità filosofica, ideologica o religiosa, ma perché si riconoscono in alcuni principi etico-politici che ci accomunano tutti, quale che sia la tradizione culturale o religiosa dalla quale ciascuno di noi proviene. Quello che ci rende simili e ci impegna nelle medesime battaglie è un’idea condivisa di ciò che si debba intendere per laicità.

Laicità è per noi rigorosa separazione fra Chiese e Stato, con l’eliminazione di ogni privilegio ecclesiastico; ferma consapevolezza che la legislazione civile non può essere mai modellata su un qualche credo religioso, anche fortemente maggioritario; difesa, in ogni circostanza, dei diritti individuali contro le prevaricazione di ogni forma di potere; convinzione che la scuola di Stato è l’unica che può davvero educare alla convivenza fra culture ed etnie diverse; rigorosa imparzialità nella formazione e nell’applicazione delle leggi; rifiuto del clientelismo politico e della corruzione amministrativa, e via enumerando lungo queste linee direttive.

Con l’accettazione di questi principi ci si può volgere politicamente, almeno in astratto, tanto a destra che a sinistra; quello che conta è possedere quello che una volta si chiamava il senso dello Stato, e che, in termini forse più comprensibili, significa rispetto e sovranità della legge uguale per tutti, pur nelle differenze di condizione economica e di status sociale e culturale. Lo Stato laico non è lo Stato dell’utopia, ma aspira ad essere almeno lo Stato della correttezza giuridica. Dicevo che con questi valori ci si può collocare tanto a destra che a sinistra, purché ci siano, da entrambe le parti, forze politiche che in qualche misura li incarnino. Purtroppo, con tutta la buona volontà nel voler comprendere le ragioni dei partiti e nel tollerare i loro inevitabili errori, lo spirito della laicità nella politica italiana sembra essere pressoché assente. A destra c’è una marea clerical-populista, con qualche mosca cocchiera laica che illude se stessa con la favola di una destra liberale. Eppure molti italiani che votano a destra sono persone che hanno una concezione laica della vita e della società, che viene quasi sempre tradita dai loro partiti di riferimento.

A sinistra si profila, in condizioni storiche assai mutate, la nascita di una nuova Democrazia cristiana (la Margherita più la destra diessina più Casini che entrerà di rincorsa come l’ultimo dei cavalli al palio di Siena), che, costretta a strappare voti alla destra catto-populista, tutto potrà essere fuorché laica. Ai margine del quadro, avremo la Lega dei razzisti padani, la Rosa dei narcisi romani (ammesso che riesca a conservare almeno qualche petalo) e la Sinistra cubano-venezuelana. Eppure molti italiani che votano a sinistra sono sinceramente laici e continuano a sperare, sempre più flebilmente, che la sinistra possa diventare laica senza per questo essere anti-religiosa. Bisognerà cominciare a discutere apertamente fra di noi su questa condizione disperante del laicismo italiano. Non dico che si debba fare un partito di laici, che sarebbe una trovata assai poco laica e destinata a un aborto precoce, ma cerchiamo almeno di capire perché tanti italiani, che pensano e vivono da laici, si trovano alla fine intruppati in partiti semiclericali che li trattano come semplice massa elettorale, da blandire o castigare a seconda dei casi. La cultura laica, contrariamente a quel che pensa qualcuno, è più che mai viva, ma troppi laici italiani non riescono ancora a fare, nei rispettivi partiti, coming out.

 

Paolo Bonetti      www.italialaica.it - 10-11-2006