I CADUTI DEL XX SETTEMBRE 1870
Una lettera a tre direttori di giornale
Egregio Direttore,
sono un componente dell’Associazione culturale “Gruppo Laico di Ricerca” di Roma e dell’ “Associazione Nazionale Garibaldina”. Sabato XX settembre mi sono recato a Porta Pia per celebrare, insieme ad altri amici, il consueto anniversario della Breccia. Mentre mi recavo all’appuntamento (si vociferava fosse presente anche il Presidente della Repubblica – voce presto smentita ) mi chiedevo quali sarebbero stati gli argomenti che le autorità intervenute avrebbero trattato, in un momento così difficile per l’Italia, per le sue Istituzioni, per i valori laici e per la memoria storica che giorno dopo giorno ci abbandona. La risposta è venuta appena sono arrivato nei pressi della breccia-luogo dell’appuntamento: un centinaio di persone, un picchetto d’onore, una decina di bersaglieri in congedo, qualche stendardo d’associazione. Magra consolazione per un evento che avrebbe dovuto coinvolgere almeno una rappresentanza di alunni delle scuole di “ogni ordine e grado”, cioè coloro ai quali dovrebbe essere trasmesso il testimone della memoria.
Fin qui la desolante immagine di una nazione che sta morendo a colpi d’indifferenza e degrado; ma il bello (brutto) è venuto dopo, quando un consigliere comunale, certo Generale Torri, dopo aver reso omaggio ai caduti dando l’attenti-riposo-presentat/arm al picchetto, cui rispondeva l’eco dei bersaglieri anziani (ormai civili che si sono messi stranamente in riga come fossero militari), invece di ricordare le ragioni che avevano portato l’Italia a forzare il blocco dello Stato Pontificio, ultimo ostacolo alla libertà del popolo romano ed italiano, ha pensato bene di citare i caduti papalini (c’è sempre una prima volta), prevalentemente mercenari Zuavi.
Prendendo spunto dall’Associazione per il libero pensiero Giordano Bruno, per iniziativa della quale questa mattina ho ricevuto una mail che ricordava i nomi dei caduti italiani, ripropongo a Lei l’elenco, caro Direttore, perché possa divulgarlo attraverso il suo giornale.
La ringrazio
Paolo Macoratti