GUERRE, MAFIE, ILLEGALITÀ: CHE HA DA DIRE LA CEI?
PAX CHRISTI INTERROGA LA CHIESA ITALIANA
Chiesa a
difesa della vita? Sì, a patto che la Cei non ignori che gli embrioni, di
solito, crescono e chiedono dignità umana anche da adulti.
A ricordarlo alla Chiesa italiana è il documento varato da Pax Christi come
"Riflessione per il Convegno Ecclesiale di Verona", che ribadisce come non ci
sia "Vangelo della vita" senza "Vangelo della pace", perché la vera "attenzione
alla vita minacciata si estende sempre all'impegno per la giustizia e la pace".
Quando si parla di vita - si argomenta infatti nel documento deliberato dal
Consiglio nazionale di Pax Christi di febbraio - scatta sempre la sindrome dei
"blocchi contrapposti": "da un lato, c'è chi ripropone costantemente i diritti
dell'embrione, il superamento della legge 194, il rifiuto di patti di
solidarietà civile o altro, quasi ossessionato dalla sessualità e dalla
bioetica, quasi indifferente al fatto che al mondo ogni 6 secondi muore un
bambino per fame, ogni minuto muore una donna per parto, mentre si spendono
cifre spaventose per sviluppare il sistema della guerra"; dall'altro lato ci
sono coloro che "difendono un'idea di libertà totale e puramente
individualistica senza riferimenti etici o vincoli giuridici", e propagandano
l'idea che "tutto sia possibile, senza regole; che la tecno-scienza sia sempre
usata per il bene dell'umanità. Come se non esistesse la mercificazione della
vita nascente" e "come se il liberismo assoluto o i poteri imperiali, condannati
in ambito internazionale, non esistessero nella sfera della vita privata".
Ma se è vero che "chi lotta contro le guerre o respinge il pensiero unico
neo-liberista" non può "sottovalutare l'impegno per la difesa della vita
nascente, la "biodiversità" globale, la cura di ogni vita secondo un'etica della
responsabilità", è anche vero che "chi invoca i ‘valori cristiani' in
riferimento solo all'embrione" rischia di "essere strumentale". Infatti, "c'è
anche chi ragiona in termini di schieramento politico-elettorale, anzi prefigura
una sorta di ‘religione civile'", ma "nessuno può credere a chi si accalora per
difendere il diritto alla vita degli embrioni ma non sembra interessato alla
vita delle persone nate sempre e ovunque".
Purtroppo però – denuncia il documento di Pax Christi – "nella percezione
comune, sulla scena politica e mediatica (…), il magistero episcopale appare
quasi esclusivamente attento ai temi della vita nascente e della famiglia".
Occorre invece – incalza il movimento presieduto da mons. Tommaso Valentinetti -
"offrire forme di discernimento e di iniziativa incalzante su temi ed emergenze
ugualmente gravi dal punto di vista etico": dall'"invio e la presenza di truppe
italiane in Iraq" e l' "uso della guerra, anche preventiva, come strumento
normale della politica" ad "una visione parziale e militarizzata della sicurezza
(che, oltre a logorare e a svuotare lo stato di diritto, alimenta il terrorismo
che presume di combattere)"; dalla "scarsa attenzione per la cancellazione del
debito estero dei paesi più impoveriti" alla "illegalità economica e
finanziaria" e "il conflitto di interessi nella gestione della cosa pubblica";
dalla "violenza mafiosa sulla quale i ragazzi di Locri e il movimento ‘Libera'
ci hanno offerto segnali importanti di intervento nonviolento" al "logoramento
del diritto" e "lo svuotamento della Costituzione"; dalle "varie forme di
povertà" e "la deriva neoliberista dell'economia" al "clima di arroganza
favorito dagli interventi degli ‘atei devoti' che credono di dettare legge anche
in casa ecclesiale dove spesso trovano ascolto e sostegno", fino al "tentativo
di trasformare il cristianesimo in una religione politica".
Per non parlare della vera e propria emergenza democratica, e sulla quale
occorreva un surplus di discernimento ecclesiale, creatasi con la "pessima
proposta di ‘deforma' della Costituzione approvata dalla maggioranza
parlamentare nel 2005". Emergenze etiche che manifestano spesso "una regressione
pericolosa", come nel caso delle "dichiarazioni che presentano come ‘diritto
sacrosanto' quello della difesa armata preventiva contro i ladri, così come
previsto dalla legge approvata dalla maggioranza parlamentare nel gennaio 2006".
Insomma, "chi invita - si puntualizza nel documento - a non votare candidati
favorevoli a provvedimenti ritenuti dannosi in ambito bioetico e familiare,
dovrebbe estendere l'invito a chi sostiene l'omicidio preventivo sia in ambito
privato che in quello internazionale". La Chiesa italiana - conclude in sostanza
Pax Christi - deve tornare alla formazione della "laicità come progetto di
convivialità umana" e della "democrazia come partecipazione responsabile alle
scelte comuni". Ma per riuscirci, la Chiesa stessa deve "fare esperienza di uno
stile di corresponsabilità": solo "una Chiesa sinodale è una Chiesa dei volti
capace di esercitare il potere dei segni conviviali".
Maria Rita Rendeù Adista Documenti n.54 2006