Gli immigrati e la
vergogna
Anticipiamo un brano da "Ero straniero e mi avete accolto", un
libro-intervista di Raffaele Nogaro,
fino al 2008 arcivescovo di Caserta, curato da Orazio La Rocca.
In nome di una fantomatica "sicurezza sociale" si sta costruendo in tutti i
paesi dell'Occidente,
soprattutto nel nostro, la fabbrica della paura verso tutto ciò che
apparentemente può ledere la
tranquillità del cittadino. Per questa prospettiva inquietante, gli
incriminati di dovere sono
l'immigrato e il rom, considerati quasi naturalmente soggetti di reato,
portatori di criminalità,
origine di violenze. Lo straniero, il diverso e oggi l'immigrato hanno avuto
sempre vita difficile da
noi. Oggi, però, si sta formando un'opinione pubblica intollerante nei
loro confronti. (...)
È avvilente vedere che nel nostro paese si ripetono episodi di giustizia
sommaria, di
discriminazione, di esclusione, di vera e propria xenofobia che sconcertano e
indignano. Ma che
purtroppo avvengono sempre, malgrado le condanne verbali di politici e opinione
pubblica. La
criminalizzazione dei migranti è motivo di amarezza e di indignazione per tutti
coloro che credono
all'uguaglianza originaria e soprattutto all'originaria dignità dell'uomo. Tutto
questo è frutto di un
clima, di un'artefatta e diffusa paura dello straniero che trovano sponda anche
in provvedimenti che
non aiutano a risolvere i problemi. Prendiamo, ad esempio, la cosiddetta
Direttiva rimpatrio varata
dall'Unione Europea, la carta sui procedimenti e sulle norme per il ritorno
immediato dei cittadini
extracomunitari che si trovano illegalmente nei paesi europei, Italia compresa.
Ebbene, per me
questa norma corre il serio rischio di diventare la Direttiva della vergogna
perché comporta la
rinuncia ai valori di solidarietà e di accoglienza che la stessa Europa si vanta
di difendere. Questa
Direttiva crea una categoria di esseri umani inferiori, quella appunto degli
immigrati. (...)
La risposta giusta non può arrivare da norme come questa e come la conseguente
politica dei
"respingimenti". Mi pare che in linea generale quando si affrontano queste
tematiche non vengono
prese in considerazione le cause dei flussi migratori, né da parte dei politici,
né da parte dei gruppi
di promozione sociale, né da parte degli intellettuali dei paesi interessati.
(...)
In più occasioni, specialmente di fronte a gravi tragedie che hanno colpito
immigrati presenti nel
nostro paese, ho detto ad alta voce che la legge Bossi-Fini andrebbe cambiata
subito perché offende
i diritti della persona. Questa legge, sostanzialmente, contiene articoli
che attuano una restrizione
massacrante sulle persone che, alla fine, aumenta la clandestinità. La
gente che deve scegliere tra la
miseria nel proprio paese e una speranza di vita migliore arriverà lo stesso e
quindi cercherà in tutti
i modi di superare le barriere della legge in nome dell'elementare diritto alla
vita, che appartiene a
tutta l'umanità. Ecco quindi che proprio sulla scia della Bossi-Fini c'è
il serio rischio che aumentino
i gesti di disperazione. Andrebbe rivisto in modo radicale, non solo in
Italia, ma anche in sede
internazionale, l'istituto della clandestinità. Non è possibile che un
uomo sia condannato o
perseguitato per principio, solo perché è alla ricerca di una speranza di vita.
L'accoglienza non deve
essere mai negata.
Raffaele Nogaro la
Repubblica 4 settembre 2009