Firenze scomunicata

Dopo la decisione di conferire a Beppino Englaro la cittadinanza onoraria

Il giorno dopo il riconoscimento del Consiglio comunale al padre di Eluana, proposto dal socialista Alessandro Falciani, ancora polemiche. Da sinistra attacchi alla Diocesi, da destra indignazione per l’onorificenza.


Il giorno dopo la cittadinanza onoraria a Beppino Englaro, conferita dal consiglio comunale, l’arcivescovo di Firenze Giuseppe Betori lancia altri strali contro l’onoreficenza: se l’aveva definita un «atto offensivo e nefasto», ora ne parla anche come «un affronto». Parole che alzano uno steccato tra i laici e il fronte cattolico-militante: per il candidato del Pd alla presidenza della provincia, Andrea Barducci, «la Curia è offensiva, non rispetta la massima istituzione cittadina». Anche da sinistra arrivano critiche alle posizioni dell’arcivescovo. Per reazione, invece, si compattano i cattolici dell’associazionismo (come Misericordie e Acli) e della politica (Udc e Forza Italia) per difendere Betori e attaccare l’onoreficenza varata dal consiglio comunale (come fanno anche 16 deputati del Pd). Intanto, in consiglio regionale passa la mozione del Pd sul testamento biologico. La Sinistra attacca: «Democratici laici a fase alterne». Nel Pdl tante assenze in aula.

Beppino Englaro cittadino onorario di Firenze, la questione continua a dividere. Betori, innanzitutto, raddoppia. All’indomani del conferimento della cittadinanza onoraria al padre di Eluana da parte del consiglio comunale (atto dalla Diocesi definito «nefasto, offensivo e distruttivo»), l’arcivescovo fiorentino torna alla carica durante l’omelia della messa celebrata per l’inaugurazione del nuovo ospedale San Giovanni di Dio di Torregalli.
E parla di «affronto»: «Questo allontanamento da Dio può spiegare come una città come la nostra, da sempre attestata sui fronti dell'assistenza e del farsi carico della persona umana, abbia potuto ieri subire un affronto che ne vorrebbe smentire la natura», dice. Anche alcuni deputati cattolici del Pd criticano la scelta di Firenze: «È una provocazione, una scelta che divide». Sono gli onorevoli Bobba, Binetti, Baretta, Calgaro, Carra, Di Pasquale, Farinone, Lusetti, Mantini, Merlo, Mosca, Mosella, Sarubbi, Servodio, Strizzolo, Viola.


I LAICI CHE BATTONO UN COLPO
Se Beppino Englaro si dice «orgoglioso» dell’onoreficenza ricevuta, Andrea Barducci del Pd, candidato del centrosinistra alla presidenza della Provincia di Firenze, stigmatizza le parole dell’arvivescovo. «Con tutto il rispetto, offensivo non è il pronunciamento del consiglio comunale ma il giudizio della Curia. Che ha diritto di esprimere la sua opinione, ma senza mancare di rispetto all’istituzione che rappresenta Firenze», spiega Barducci. Che invita al rispetto di tutte le opinioni: «Sulla cittadinanza onoraria a Beppino Englaro è legittimo avere idee diverse, ma è inaccettabile parlare di atto nefasto e offensivo».
Duro anche il commento di Tommaso Ciuffoletti, segretario provinciale del Partito Socialista: «Prima di puntare il dito contro il laicismo altrui, varrebbe forse la pena interrogarsi sui modi e sulle ragioni di gerarchie ecclesiastiche che si esprimono con tanta veemenza politica». La capogruppo del Pd in consiglio comunale Rosa Maria Di Giorgi, cattolica ed ex Dl, contraria alla proposta di cittadinanza onoraria a Beppino Englaro (avrebbe preferito trovare altri modi per manifestargli vicinanza), risponde così alla Diocesi: «No a giudizi liquidatori del voto in consiglio comunale». E anche la Sinistra di Palazzo Vecchio insorge: «La posizione di Betori conferma che la laicità dello stato è a rischio». C’è anche chi vede quanto successo in aula lunedì come occasione di nascita di una nuova coalizione di sinistra: «Meritano un candidato a sindaco le idee di libertà e laicità espresse nella seduta», spiega il consigliere dei Verdi Giovanni Varrasi. Critica con Betori anche Prc. Mentre Bobo Craxi, dirigente nazionale del Ps, plaude alla «civiltà di Firenze». Drastica Sabina Guzzanti, a Firenze per il suo spettacolo di satira: ««Chi se ne frega di quello che dice l'arcivescovo di Firenze. Il consiglio comunale ha fatto bene, Beppino si merita questo riconoscimento», dice davanti agli studenti che l’hanno invitata ad un dibattito.


IL FRONTE «DEVOTO» SI INDIGNA
Affrontare questi temi non costituisce da parte nostra una invasione di campo nello spazio propriamente politico, ma è difendere qui, come in tutti gli spazi della vita, valori fondamentali come la dignità della persona umana, il bene comune, la concordia e l’unità di una città», precisa Betori. Dal mondo cattolico è lunga la lista di chi critica aspramente la scelta del consiglio comunale, dall’Unitalsi a Mcl, da Acli a Apicolf, fino a Fism, Coldiretti e Ucid. Secondo Marcello Masotti, presidente di “Scienza e Vita” di Firenze, «sarebbero piuttosto le suore Misericordine di Lecco, che hanno accudito Eluana, moralmente degne della cittadinanza onoraria». Le Misericordie toscane si dichiarano «allibite» dalla cittadinanza onoraria a Beppino Englaro. Critiche in tal senso anche le posizioni di esponenti locali e nazionali dell’Udc.
Ma anche il Pdl si fa sentire in questa direzione: «È indecente aver dato questa onoreficenza al padre di Eluana», dice Stefania Fuscagni, consigliera regionale di Forza Italia. Mentre in Palazzo Vecchio il consigliere comunale (nonché parlamentare) di Forza Italia Gabriele Toccafondi replica al consigliere del Pd Dario Nardella, che aveva accusato il Pdl di «irresponsabilità» per non aver votato «sì» in aula alla proposta del sindaco Leonardo Domenici di rimandare il voto sulla cittadinaza onoraria a Beppino: «In tutta la vicenda l'unica offesa è l'uso politico, di parte, di questa importante onorificenza. Se il Pd deve scandalizzarsi con qualcuno, lanciare accuse e dirsi offeso, si rivolga allo specchio». Di Giorgi non ci sta: «Allora perché non hanno votato il rinvio?».

Tommaso Galgani    l’Unità 11.3.09