Fini: «Leggi razziali, un'infamia Anche la Chiesa si adeguò»
Critiche da Avvenire e Civiltà cattolica: sconcertante. Veltroni: verità storica
Il discorso del presidente della Camera durante una cerimonia per i 70 anni dall'emanazione delle norme razziste



 «L'ideologia fascista non spiega da sola l'infamia delle leggi razziali». Il presidente della Camera Gianfranco Fini ha definito le leggi razziali «un'infamia storica. C'è da chiedersi perché la società italiana si sia adeguata nel suo insieme alla legislazione antiebraica e perché, salvo talune luminose eccezioni, non siano state registrate manifestazioni particolari di resistenza. Nemmeno, mi duole dirlo, da parte della Chiesa cattolica ». Un concetto che ha subito suscitato forti polemiche, specie sul ruolo della Chiesa, ma confermato poi da Fini.
Critiche forti da esponenti politici cattolici di entrambi gli schieramenti. E forti reazioni dei media cattolici (da
Civiltà cattolica all'Avvenire). «Riscriverei pari pari questo concetto», ha ribadito Fini in serata. D'accordo con lui il leader del Pd Walter Veltroni: «Sono una verità storica, una verità palmare». La posizione di Fini, che è la terza carica dello Stato, ha creato «stupore e turbamento» negli ambienti vaticani. Il presidente della Camera sottolinea «il carattere autoritario del regime» ma parla anche degli «angoli bui dell'anima italiana» in «un Paese profondamente cattolico». Fini ha parlato in una occasione ufficiale, la cerimonia di scopertura di una lapide alla Camera in ricordo dei 70 anni dall'emanazione delle leggi razziali. Leggeva un testo scritto, davanti a molti esponenti della comunità ebraica, dal presidente dell'Unione delle Comunità ebraiche, Renzo Gattegna («ha detto una verità storica »), al direttore del Centro di documentazione ebraica di Milano, Michele Sarfatti, al presidente della Comunità romana, Riccardo Pacifici, a Nedo Fiano, sopravvissuto ad Auschwitz (che ha reso una toccante testimonianza). I parlamentari cattolici del Pd e del Pdl (Lupi, Farinone, Binetti, Farina, Carra) hanno in sostanza accusato Fini di alimentare la «leggenda nera» della Chiesa alleata di fascismo e nazismo. L'udc Volontè ha chiesto spiegazioni in aula. Ma Fini ha ribattuto di non essere tenuto a illustrare il suo pensiero all'Assemblea.
Dalla Santa Sede nessuna presa di posizione ufficiale: il portavoce della Sala Stampa, padre Lombardi, ha declinato qualsiasi commento, e anche il cardinale Bertone. La reazione vaticana è stata affidata a padre Giovanni Sale, storico della Civiltà Cattolica che ha definito «sconcertanti» le parole di Fini, che «non conosce una pagina di storia nazionale ». E ha messo in evidenza che con le accuse alla Chiesa, restano in ombra le primarie responsabilità del regime fascista. Forse le sue dichiarazioni sono frutto di una «svista, di un cercare un correo a delle responsabilità che il presidente Fini vuole in parte coprire che fanno parte della sua storia, anche se non di quella recente».
Gianni Letta, sottosegretario alla Presidenza, secondo il resoconto dell'agenzia parlamentare
Il Velino (vicina al Pdl) ha ricevuto una telefonata in cui gli sono state espresse le preoccupazioni di Oltretevere. In ogni caso, un paio di ore dopo a margine di un altro convegno, Fini ha avuto un colloquio a Montecitorio con lo stesso Letta (che in serata ha aperto una mostra al Vittoriano sulle leggi razziali «come atto di scusa nei confronti degli ebrei»). Nel pomeriggio era intervenuto il presidente del Senato Renato Schifani sottolineando «la concretezza di un'azione quotidiana costante, determinata e talora silenziosa» resa da tanti a favore degli ebrei. «Fini scivola su leggi razziali e Chiesa» ha titolato il sito web di Avvenire.
La Radio vaticana a dimostrazione che «non è vero che la Chiesa italiana non si oppose » ha ricordato, con l'intervista a due storici, Riccardi e Malgeri, che Pio XI nel settembre 1938 pronunciò in Vaticano un memorabile discorso: «L'antisemitismo è inammissibile. Spiritualmente siamo tutti semiti».

M.Antonietta Calabrò       Corriere della Sera 17.12.08

 

 


Luzzatto: se vuole provare il contrario il Vaticano tiri fuori le carte


«Invece di gridare alla bugia, la Santa Sede farebbe bene a mostrare documenti che contestino le affermazioni di Fini. Ma temo che non lo farà». Così Amos Luzzatto, ex presidente delle comunità ebraiche italiane.
«Invece di contestare le affermazioni, del tutto condivisibili, della terza carica dello Stato, il Vaticano farebbe meglio a rendere pubblici dei documenti che dimostrino il contrario. Ma se non l’hanno fatto fino ad oggi, dubito che lo faranno in futuro». A sostenerlo è una delle figure più autorevoli dell’ebraismo italiano: Amos Luzzatto, già presidente dell’Unione delle comunità ebraiche italiane.
Professor Luzzatto, come valuta le affermazioni del presidente della Camera, Gianfranco Fini, sull’adeguamento della Chiesa alle Leggi razziali?
«Nel merito condivido il giudizio formulato dal presidente della Camera. Quello dei silenzi e delle ambiguità della Chiesa sulle Leggi razziali, è un problema che personalmente ho sollevato più volte, ricordando in particolare che già all’uscita dei provvedimenti razziali emanati dal regime fascista, l’unica sostanziale espressione di condanna del Vaticano è stata rilevare che quei provvedimenti antisemiti erano un vulnus al Concordato, perché contrastavano la validità dei matrimoni religiosi fra ariani e non ariani. Altre proteste ufficiali, tranne la frase di Pio XI “siamo tutti spiritualmente semiti” non ne conosciamo. E questa è la premessa per il più duro e tragico silenzio durante lo sterminio. Mi lasci aggiungere che ritengo molto importante che questo severo e fondato, giudizio sull’atteggiamento reticente della Chiesa verso le Leggi razziali, sia stato formulato dalla terza carica dello Stato».
Resta la contrarietà della Santa Sede.
«Mi ascolti bene: il giorno che il Vaticano potesse o volesse produrre documenti che dimostrino il contrario da quanto ricordato da Fini, quel giorno sarei l’uomo più felice sulla terra. Ma se finora quei documenti non li hanno prodotti, temo proprio che non ce ne siano».
Insisto. Radio vaticana ha contestato come «non vere» le considerazioni del presidente della Camera.
«Lo ribadisco: invece di gridare alle bugie, che tirino fuori documenti contrari. Non basta indignarsi. Si è detto che Pio XI aveva fatto preparare una enciclica sull’unità del genere umano. Sta di fatto che quella enciclica non è mai stata pubblicata. E a proposito di silenzi, vorrei dire un’ultima cosa...».
Quale, professor Luzzatto?
«In una occasione così solenne come quella di oggi (ieri, ndr) mi sarei atteso che a parlare fosse qualche personalità di primo piano della Santa Sede. Così non è stato, e di ciò me ne rammarico. Perché dimostra che quel vulnus non è venuto meno, 70 anni dopo».

Umberto De Giovannangeli       l’Unità 17.12.08