Famiglia Cristiana attacca il governo: «Misure indegne»

Anche questa volta, come altre, l'attacco più diretto e duro alle misure previste nel «pacchetto sicurezza» del governo non arriva dall'opposizione parlamentare, ma da una rivista cattolica. La «solita» Famiglia Cristiana. Ieri la conferenza dei capigruppo del Senato ha fatto slittare a dopo la Finanziaria il voto sul disegno di legge sulla sicurezza. Il settimanale dei paolini, invece, è andato giù duro ancora una volta contro le manovre del governo.
«Indegno di uno stato di diritto». Questo il giudizio, «papale papale», espresso nell'editoriale politico a firma di Beppe Dal Colle. Le misure previste dal pacchetto, le più importanti (istituzionalizzazione delle ronde di privati cittadini, permessi a punti, schedatura dei senza fissa dimora), hanno due caratteristiche comuni. Entrambe negative. Uno: «L'inutilità ai fini a cui sono rivolte». Due: «L'estrema difficoltà a metterle in pratica da parte di uno stato la cui giustizia e la cui burocrazia già faticano a tenere il passo delle normali incombenze». Insomma, una bocciatura a tutti gli effetti delle misure tanto volute dalla Lega nord, e difese ancora due giorni fa dal ministro degli Interni Roberto Maroni. I provvedimenti, continua il settimanale cattolico, «scontano le conseguenze di un'esagerata descrizione della realtà, come ha dimostrato il caso suscitato dalla decisione, presa nel giugno scorso, sul rilevamento delle impronte digitali ai bambini rom». Schedatura comunque, ricorda ancora Dal Colle, che era già stata effettuata «con metodi diversi e più tradizionali, d'intesa con la Croce rossa». E parole dure arrivano anche per l'altra schedatura prevista dalla proposta di legge, quella dei senza fissa dimora. Anche quella «fu già fatta - ricorda Famiglia Cristiana - ma con spirito totalmente diverso da quello del pacchetto sicurezza». Ricordando l'esperienza di Lia Varesio, che nel 1980 aveva fondato a Torino un'associazione di volontari che tutte le notti se ne andavano in giro per le strade della città piemontese a cercare i clochard che dormivano sulle panchine dei parchi o sotto i portici delle stazioni.
Ma gli attacchi al «pacchetto sicurezza» governativo non si fermano qui. Ieri critiche al provvedimento, per quanto riguarda l'istituzione delle ronde, sono arrivate anche dall'associazione dei funzionari della polizia: «Dilettanti allo sbaraglio. E questo sarebbe il male minore! Questo viene da pensare leggendo certe ipotesi sulla sicurezza che si affacciano disinvoltamente in Parlamento e che delegittimano le forze di polizia dello stato», scrivono i funzionari di polizia. Che, per bocca del segretario nazionale Enzo Marco Letizia, parlano anche del rischio che le ronde, se ufficializzate, possono «costituire un cavallo di Troia per legittimare sul territorio le azioni incontrollabili, pericolose e disgreganti di associazioni mafiose e camorristiche, come di squadracce di esaltati». E se a dirlo non sono «pericolosi facinorosi di sinistra», ma gli stessi corpi di polizia, dovrebbe far pensare. Tanto che anche il ministro della Difesa Ignazio La Russa ha dovuto parlare di «effetto annuncio», per quanto riguarda le ronde, ribadendo che lui non vede «una grande utilità» nella loro istituzione. Ma di questo probabilmente dovrà parlarne, e magari anche litigare, con i suoi alleati della Lega.

  

Alessandro Braga     Il manifesto 19/11/2008