Don Alessandro
Santoro un prete per i diritti la dignità e la pace
"Sollevato dalla cura pastorale". Fredde parole che pesano come un macigno sulla
comunità di base
delle Piagge, il quartiere periferia per antonomasia di Firenze. Monsignor
Betori rimuovendo don
Alessandro Santoro dalla sua parrocchia, condanna così la Chiesa fiorentina a
ripetere ancora una
volta lo stesso errore. Tra le più vive delle diocesi italiane, quella di
Firenze, si porta dietro questa
condanna ad essere, al momento del dunque, incapace di scegliere il cambiamento.
Come quarant'anni fa, quando Ermenegildo Florit, arcivescovo di Firenze, decise
di privarsi di una
delle più attive e solidali comunità cristiane, quella dell'Isolotto. La stessa
logica che condannò
padre Ernesto Balducci all'esilio alla Badia Fiesolana sotto la protezione di
un'altra diocesi.
Se don Enzo Mazzi - come ebbe a dichiarare in una bella intervista rilasciata al
nostro Vittorio
Bonanni- venne rimosso "perché l'Isolotto puzzava troppo di comunismo", il
pretesto per congedare
don Santoro è stato il matrimonio con rito cattolico, celebrato tra Sandra
Alvino e Fortunato Talotta.
Una storia di amore che la Chiesa, contraddicendo il Vangelo, non ha voluto
benedire. La colpa di
Sandra è quella di essere nata uomo e aver scelto di diventare, nel lontano
1982, donna. Unirsi in
matrimonio in chiesa era per loro una scelta di fede perché per lo Stato
italiano erano già sposati. La
Chiesa ha preferito fare muro e - a ben vedere - ha semplicemente scelto questo
pretesto per
normalizzare una esperienza "rebelde".
Perché la comunità delle Piagge è uno straordinario
laboratorio di umanità, tanto più prezioso
perché radicato su un territorio marginalizzato e periferico. Un quartiere
cresciuto sotto i fumi
dell'inceneritore di San Donnino (oggi chiuso, ma rapidamente sostituito da
altri), il raccordo
autostradale e "l'aeroporto tra le case" di Peretola. Casermoni che si perdono a
vista d'occhio
intervallati sulla via Pistoiese da centri commerciali. Relazioni umane e
sociali difficili, il rischio
costante di una infinita guerra tra poveri, tra sottoproletari italiani e
sottoproletari stranieri.
Don Santoro non è un prete contro, ma un prete per. Per i diritti, la dignità,
sempre in prima fila
nella promozione della cultura di pace. Grazie alla comunità è cresciuto il
commercio equo e
solidale, si sono diffusi i gruppi di acquisto solidali, una casa editrice "dal
basso", un giornale e
tante iniziative culturali. Spiegare il Vangelo alla Piagge significa
avere la capacità prima di tutto di
sentire cosa prova e come ragiona l'umanità che vi vive. Non una
Chiesa padrona, ma una Chiesa di
servizio che autopromuove la partecipazione, il confronto e che rompe i tabù
quando questi negano
la legge dell'amore per gli altri. «La gestazione della speranza scatenò
il conflitto - scrisse don Enzo
Mazzi sulla esperienza dell'Isolotto - Perché la speranza è la grande nemica
del potere. Il quale si
nutre di disperazione». Ecco il delitto di don Santoro: aver dato speranza
in un luogo difficile,
estremo. Ecco le ragioni di questa rimozione : la paura, vorrei dire il
terrore, della Chiesa ufficiale
di essere convertita dagli ultimi.
Alfio Nicotra Liberazione
28 ottobre 2009