Il dio del carroccio

 

Molti si chiedono in questi giorni quale sia il segreto del successo della Lega. La risposta è sempre la stessa. Ce la ripetono con sufficienza i tanti profeti del giorno dopo: il rapporto col territorio. Territorio: parola misteriosa. Non è chiaro che cosa voglia dire. Non è la stessa cosa di quello che una volta si chiamava il "buongoverno" e che voleva dire una somma di virtù civiche e amministrative dominata dalla tutela delle persone e dei loro diritti e dal progresso dei valori civili nella comunità.
Qui sembrerebbe trattarsi invece di una speciale concentrazione sul piccolo mondo vicino e sui suoi abitanti, alzando barriere su chi viene da fuori, sui confini lontani della nazione e del mondo. Chi perde voti e seggi ci si arrovella e cerca di imitare parole d´ordine e politiche locali della Lega per strapparle consensi o almeno per ridurre l´emorragia elettorale. Ma in realtà il territorio di cui oggi si occupa la Lega non è la Padania, quale che sia il significato geografico che si vuole dare alla parola. E´ il Vaticano, un´isola eminente di quella Roma ladrona contro la quale la Lega si era dichiarata in guerra. A urne appena chiuse il vincitore del Piemonte dichiara che per quanto lo riguarda farà il possibile per ostacolare la pillola abortiva: "marcirà nei magazzini". Poche ore dopo lo segue sulla stessa strada il neogovernatore leghista del Veneto, Zaia ed entrambi ottengono la benedizione di Monsignor Fisichella, a confermare che l´alleanza politica stretta tra la Lega e il Vaticano gode ottima salute e che la gerarchia ecclesiastica ha le idee chiare sugli alleati da scegliere per la propria battaglia culturale.

 

Il Papa sostiene che è legittimo disobbedire a leggi ingiuste (e cioè l´aborto), e i governatori eseguono: il primo, fondamentale prezzo pagato dai vincitori è la dichiarata volontà di ostacolare in tutti i modi il ricorso all´aborto nelle regioni di loro spettanza: che ci si presentano oggi come un territorio che si vorrebbe libero dalle leggi della Repubblica, un territorio vaticanizzato in un´Italia mai così lontana dall´unità nazionale. E sono ancora una volta le donne a pagare il prezzo di un´alleanza stretta sopra la loro testa, pagata col dominio sui loro corpi, in spregio alle leggi esistenti e alle norme attentamente e accuratamente varate dalle agenzie competenti. Quella pillola - si dice - banalizza l´aborto. Non si capisce che cosa si voglia dire con questa espressione. Nessuna donna potrà mai banalizzare una scelta del genere, checché pensino gli uomini di un´esperienza da cui sono esclusi per natura e dai cui dintorni sono tenuti lontani da istintiva e incancellabile viltà.
Lo sforzo di civiltà del paese Italia fu compiuto con una legge e con un referendum che sancirono la volontà collettiva di attrarre l´aborto nella luce di un luogo di tutela della salute, ponendo termine al buio e ai pericoli della clandestinità. Era un primo fondamentale passo sulla via giusta. Bisognava andare avanti eliminando le cause che portavano all´aborto. Ma quelle cause non sono state rimosse, anzi sono state aggravate dai due contraenti di una nuova Santa Alleanza. Alla necessità di una diffusa e moderna educazione sessuale per evitare gravidanze indesiderate l´autorità papale ha opposto la condanna senza appello perfino dell´uso del profilattico. Dall´altra parte le norme di legge sui clandestini volute in prima persona dai leghisti sono state pagate con una quantità di aborti clandestini per definizione incontrollabile ma sicuramente molto vasta. Oggi il conto della vittoria della Lega viene presentato alle donne in termini di una aumentata pressione perché tornino al segreto e alle pratiche selvagge dell´aborto fai-da-te.

 

Forse alla Lega non importa se moriranno le immigrate, per definizione senza diritti e senza voto. Ma ci aspettiamo che gli uomini delle istituzioni, i garanti dei diritti costituzionali, le forze di un´opposizione finora incredibilmente timida su questo terreno facciano sentire la loro voce. E questo prima che si riproduca nello scenario italiano lo spettacolo della fanatizzazione deliberata delle masse. Quello che abbiamo visto all´epoca della pur recentissima vicenda di Eluana Englaro è stato un esempio di quali costi debba affrontare chi segue la propria coscienza e vuole semplicemente ottenere la tutela di diritti naturali dell´individuo affidandosi con fiducia alle sentenze dei magistrati. Abbiamo visto di quali risorse di determinazione e di pazienza abbia dovuto dar prova un uomo in quel caso. Per questo le dichiarazioni dei nuovi governatori leghisti debbono ricevere una risposta ferma e all´altezza della sfida. Lasciamo alle coscienze degli italiani decidere se quello della pillola abortiva sia il problema dei problemi per chi desidera davvero tutelare la vita nascente, la vita indifesa.

 

Adriano Prosperi    Repubblica  2/4/2010