Dibattito celibato: teologia, Bibbia e nuove comunità.
 
 
Il Gesù scelto come nostro modello, ha dichiarato don Giuseppe Serrone dopo la notizia della sospensione di don Sante Sguotti,  è lontano dal Cristo trionfante che, di norma, viene illustrato a credenti e non credenti, e appare invece molto più vicino a tutti coloro che, qui e ora, cercano di spendere la vita per gli esclusi della terra. E fornisce un aiuto prezioso a quanti si interrogano se molte cose che la Chiesa romana (ma anche altre) insegna essere veramente fondate sulla vita di Gesù, su comandamenti da lui enunciati, o non siano, piuttosto, discutibili interpretazioni del suo messaggio originale.  A proposito di Gesù, dalla predicazione sempre presentato come "ovviamente" e indiscutibilmente celibe, si può rilevare invece che nel mondo ebraico del suo tempo – e Gesù voleva vivere da pio ebreo – il celibato era avversato, in quanto il celibe "non ottemperava al volere del creatore che faceva affidamento sulla collaborazione dell'uomo e della donna per la continuità del genere umano… In tutti i modi non rientrava nell'insegnamento dei maestri [d'Israele] proporre, tanto meno raccomandare, la rinuncia al matrimonio". E, allora, "anche Gesù non può essersi sottratto a tale obbligazione [del matrimonio], soprattutto se si tiene conto del suo contesto di origine, profondamente religioso. Il Nuovo Testamento tuttavia non parla della famiglia di Gesù, né prima né dopo la sua chiamata profetica. Certo i vangeli non sono al riguardo fonti sempre attendibili poiché non sono animati tanto da preoccupazioni storiche - ricordare la reale esperienza di Gesù - quanto da intenti apologetici: cercare la migliore maniera di presentarla e di farla accettare ai lettori. Lo scopo è sempre quello di raccontare ciò che egli aveva fatto e detto, ma l'attenzione a tacere ciò che avrebbe potuto compromettere la sua immagine era sempre predominante e determinante. E se in questa incipiente idealizzazione fosse stato opportuno cancellare qualche tratto troppo ‘comune', troppo umano della sua esistenza ed esperienza, non c'era alcuna difficoltà a farlo… Il silenzio dei vangeli sulla famiglia propria di Gesù non è un argomento decisivo per escluderla. Le preoccupazioni panegiristiche potrebbero averne fatto scomparire tutte le tracce. L'apostolo Paolo cerca tutte le ragioni per dissuadere dal matrimonio, e soprattutto dalla prassi matrimoniale, i cristiani più ferventi della comunità di Corinto (I Cor 7, 1-16). Sorprende che non abbia fatto appello alla testimonianza di Gesù. Può darsi che essa sia stata la base della sua proposta, ma non si può escludere il contrario, che essa non facesse al caso. Le informazioni pertanto presenti nel Nuovo Testamento non sono sufficienti a risolvere il problema dell'eventuale scelta celibataria di Gesù, una questione che dovrebbe perciò rimanere aperta" (Ortensio da Spinetoli).
 
Don Giuseppe Serrone continua affermando che la chiesa  "è diventata più arrogante, più alleata dei potenti, più ripiegata su se stessa, più televisiva e telematica, ma priva del coraggio di resistere agli idoli del denaro, del potere, almeno nelle sue istanze ufficiali.
 
Per concludere afferma:   "Per vivere l'amore di Dio guardiamo non alle cupote vaticane ma al popolo di Dio, alle donne e agli uomini che cercano di seguire le tracce di Gesù di Nazareth e lottano, pregano, agiscono per la giustizia, per la pace e per i diritti delle persone. Il mio riferimento è la gente che cerca di costruire una vita dignitosa e sente che Dio è dalla parte delle periferie. Devo dire che questa "chiesa" esiste, la vedo e la vivo con tante altre realtà di base e che non fanno immagine, ma lavorano per la libertà. Questa è la chiesa che cresce dal basso, che ha imparato a non obbedire ai faraoni ecclesiastici o polittici. Certo, direte, non fa immagine, ma è un fermento vivo di gente che laicamente cammina con tuti gli uomini e le donne oneste" (Franco Barbero).
 
 
comunicato stampa: 28 ottobre 2007
 
------
per maggiori informazioni e richieste:
sacerdotisposati@alice.it
 

 

 

 

Vaticano/ Preti sposati: Giuseppe Serrone ad Affari: "Io, prete sposato abbandonato dalla Chiesa"


Qual è il ruolo dei sacerdoti sposati nella Chiesa cattolica del 2005? Come vivono la loro condizione quelli che, volgarmente, vengono chiamati con una punta di disprezzo "spretati"? Perché Milingo è stato perdonato per il suo 'matrimonio' con Maria Sung, e loro continuano ad essere emarginati? Il problema del celibato dei preti travaglia la Chiesa dagli Anni '60, quando dopo la fine del Concilio si è riaffermato come tale obbligo non è che una tradizione e dunque può essere abolita.
Giuseppe Serrone è il Direttore dell'Associazione Sacerdoti Lavoratori Sposati, (http://nuovisacerdoti.altervista.org/) che si propone di sviluppare e promuovere servizi di ordine psicologico, materiale e spirituale a favore di sacerdoti  religiosi e religiose che hanno scelto o sono orientati a scegliere il matrimonio, aiutandoli poi a inserirsi nel mondo del lavoro una volta lasciato lo stato clericale (da cui si decade automaticamente per aver contratto matrimonio), ossia tutte quelle facoltà e obblighi connessi all'ordinazione sacerdotale o la professione dei voti (castità, umiltà, obbedienza) nel caso delle donne. Ecco ad Affari le sue opinioni sul celibato dei preti:

Come ci si sente ad essere preti sposati nell'Italia di oggi?
"Sicuri di aver fatto una cosa giusta davanti a Dio. La Parola di Dio, fin dalla Genesi ci dice  “non è bene che l’essere umano sia solo”. Col cuore triste perché la chiesa Cattolica Romana esclude l’amore che la Parola di Dio nel Cantico dei Cantici chiama “la fiamma di Dio”.  Questo retaggio di repressione romana enfatizzato dal genio di Sant'Agostino ha coinvolto anche altri cristiani ed altre religioni. Se guardiamo i  Vangeli Gesù non ha mai parlato male una sola volta di una donna. Il nostro cuore sanguina a pensare a tutti i disastri prodotti negli uomini da una teologia repressiva e non biblica. Uno dei nostri compiti è quello di dire, nella carità che ci lega all’amore di Cristo, che “non è bene che l’uomo sia solo” e che dobbiamo obbedire a Dio piuttosto che agli uomini."

Perché c'è una generale condanna dei preti sposati?
"Quando l’uomo abbandona la Parola e lo Spirito di Dio scambia il bene di Dio per male ed uccide i Profeti con le “sante inquisizioni”.  Le teologie sbagliate, anche se danno potere poiché la repressione sessuale porta le masse alla dittatura del pensiero unico, diventano idoli del "rigor mortis", dell’uomo infallibile che siede al posto di Dio e sottraggono così vita agli uomini per i quali Gesù è venuto affinchè avessero vita e vita ad esuberanza.

Cosa chiedete alla Chiesa cattolica?
"Di andare alla Parola di Dio con rettitudine ed Amore, di rinunciare al Trono del potere per servire ed amare come Dio ci ha amati. Il problema del celibato vada inquadrato in un concetto teologico-spirituale del sacerdozio ministeriale che necessita di riforma radicale.  Il problema non si configura ipotizzando un prete normale che ha la parrocchia e che adesso è celibe, ma potrà vivere la stessa dimensione di vita odierna con la propria famiglia. Anche questo potrebbe andare bene come momento di passaggio. Ma è la figura del sacerdote come tale che va rivisitata e riproposta."

In altre parole?
"Il prete non deve essere un luogotenente di una posizione (la parrocchia) che fa parte di un mandamento (la diocesi) che a sua volta è porzione di un grande complesso governato da Roma. Se dal punto di vista storico (ed anche organizzativo) tutto questo ha avuto ed ha ancora un significato, occorre guardare avanti e pensare al sacerdote come uomo (o donna) che sia punto di riferimento di una comunità che ha come centro il Cristo ed il suo messaggio. Il sacerdozio ministeriale si configurerà  come un fratello che Dio ha chiamato ad aiutare altri fratelli a vivere il vangelo ogni giorno. Con la propria famiglia o no. Operaio o impiegato. A tempo pieno o a tempo parziale. Questo modo di vedere il sacerdozio rivoluzioni anche il modo di porre il messaggio cristiano. Si torna alla chiesa delle origini ed al "pusillus grex" che è stato lievito che ha sconvolto la pasta corrotta dell'impero, sale che ha dato sapore ad una società stanca e viziata, luce sul candelabro che ha illuminato un mondo dominato dalla fede nel potere delle armi e della politica"

Perché Milingo è stato perdonato e voi no?
"Bisognerebbe chiederlo a Milingo. Certamente nessuno di noi ha tante teste coronate a proteggerlo come le ha lui. La Chiesa verso di noi si è mostrata veramente matrigna. Pensiamo ai tanti sacerdoti che sono stati messi al bando. Spesso, per loro non c’è stato né perdono né comprensione. Qualcuno ha subìto forme di persecuzione. Sono stati buttati fuori dalla Chiesa come se, all’istante, avessero perso ogni dignità umana. Chi poi non è riuscito a ricostruirsi una vita attraverso il lavoro, si è ritrovato nella più squallida povertà, insieme con la sua famiglia."

Il celibato è solo una tradizione: secondo voi, perché Roma non vuole cedere?
"Hanno scritto molti libri su questo argomento.  Credo di aver accennato qualche cosa tra le righe già scritte. Roma è timorosa di perdere il quieto vivere di tanti suoi sacerdoti e dalla paura del nuovo che lo Spirito  alita sulla vita della Chiesa.
I vertici della Chiesa non sono in mano ai poveri nè a chi lotta con i poveri, ma sono in mano ai potenti e a chi tratta con i potenti. C’è un’enorme contraddizione tra gli atti della Chiesa e i suoi insegnamenti. Fuori si presenta come paladina del dialogo, delle libertà, della tolleranza, della pace e dell’ecumenismo, e domanda perdono in varie occasioni per gli errori e le condanne ecclesiastiche del passato.  Invece, dentro, la Chiesa, mutila il diritto di espressione, proibisce il dialogo e da vita a una teologia dai forti toni fondamentalisti. "

Come vivono i preti sposati una volta abbandonato il sacerdozio?
"Il sapere di aver fatto la cosa giusta al  cospetto di Dio e per il bene della sua chiesa ci confortava e ci conforta nelle immense difficoltà della nostra società. Nella vita può accadere di trovarsi ad affrontare uno o più momenti di radicale cambiamento: ad esempio la situazione in cui si trovano molti religiosi quando, per svariati motivi decidono di lasciare la struttura in cui avevano vissuto e che li aveva “protetti” fino a quel momento. E’ proprio ora che ci si può sentire più vulnerabili, che ci si può trovare in situazione di totale isolamento, si può essere abbandonati da confratelli/consorelle, da amici, parenti, da chi, leggendo questo evento  come una “caduta” e non come un nuovo inizio, non lo comprende o non lo condivide.  Questo stato può significare il dover vivere per un tempo indeterminato in una situazione di profondo disagio psichico e fisico. Oltre a questo fatto, già di per sé gravoso, l’ambito religioso in Italia è un contesto sociale che   prevede  pochissimi supporti concreti ed economici in caso di cambiamento di rotta e questo comporta la necessità immediata, in mancanza di aiuti, di trovare casa e lavoro."

Cosa vi aspettate in futuro?
"Il nostro amore per Gesù e per la sue comunità di oggi ci dia la forza di esserGli fedeli. Credo che più che stablire "regole" sia urgente creare uno spirito nuovo nelle relazioni tra chiesa gerarchica e preti sposati.  Tra le cose urgenti da fare, penso che la prima sarebbe una ricerca precisa e continuamente attualizzata, sul numero e sulla situazione in cui si trovano i preti sposati e questa ricerca potrebbe essere fatta  in Italia  e nel mondo con la collaborazione delle nostre  Associazioni."

 

Antonino D'Anna    20.05.2005  AFFARI ITALIANI  quotidiano online