Il decreto ammazza poveri
Il decreto antiromeni se non fascista, certo fascistizzante,
non può essere approvato, non dovrebbe essere approvato, dai parlamentari del
neonato Partito democratico e tanto più da quelli di Rifondazione, dai verdi e
dai comunisti italiani.
Tanto più dovrebbe essere respinto dalle forze di centro-sinistra e di sinistra
ove ci fosse il consenso della Casa delle libertà e dell'ex Movimento sociale di
Fini. Affermare, per legge, che chi non riesce a guadagnarsi il cosiddetto pane
quotidiano va cacciato e con espulsione «coatta» è solo l'anticipazione,
nazista, che i poveri vanno ammazzati.
La questione è politica e anche morale. E il nostro paese sta facendo una
figuraccia internazionale. Ieri tutti i giornali d'Europa (i loro paesi non sono
tanto meglio del nostro) ci hanno accusato di essere un po' selvaggi e lontani
dalla civiltà europea. I giornali di quei paesi imbrogliano. Anche loro sono
piuttosto come noi, tuttavia il comportamento del nostro attuale governo ha dato
loro il destro di metterci alla gogna. Oltre che l'errore di principio, di
moralità politica, l'attuale governo, i partiti che lo sostengono e,
soprattutto, il suo ministro degli interni sono stati goffi, subalterni e
autolesionisti.
Tutto questo per dire che un paese serio risponde alle sfide che lo investono e
non soggiace ad esse. Tanto più che il nostro paese è stato un paese di grande
emigrazione e dovrebbe ricordare che i siciliani negli Usa erano considerati
assai peggio dei rumeni e dei rom. Tuttavia, se non sbaglio, gli Stati uniti non
fecero mai una legge per l'espulsione coatta dei siciliani e degli italiani.
Certo, l'Italia oggi è un paese diviso tra i delusi delle speranze di
rinnovamento socialista e i soliti, storici reazionari, che hanno sempre
accompagnato la nostra storia nazionale. L'affare dei romeni e dei rom e del
decreto caccia stranieri, benché europei, è il terreno di confronto tra la
civiltà e la reazione troglodita, non dico tra la sinistra e la destra in un
normale confronto democratico.
Non dico che saremmo alla «difesa della razza» (di tremenda memoria), ma
all'esaltazione dell'egoismo di gruppo o di famiglia.
Domani, o qualche giorno dopo, vedremo quel che accadrà. Certo se quelle forze
che ancora si dicono di sinistra e non soltanto democratiche daranno via libera
a quel decreto, sarà un terribile passo indietro della nostra civiltà.
Se le forze di sinistra, che si dicono ancora di sinistra, daranno via libera a
questo decreto ammazza immigrati, vorrà dire che siamo a una crisi della
democrazia italiana, che siamo a un fascismo di sostanza anche se non
dichiarato. Mi si obietta: ma se le forze di sinistra voteranno contro potrà
cadere il governo Prodi e si aprirebbe la via al ritorno di Berlusconi.
Questo rischio c'è, ma forse è preferibile un ritorno di Berlusconi a una
berlusconizzazione di noi stessi.
Valentino Parlato Il manifesto 04/11/07