CHIESA, VERITA' E VANGELO

DE PROFUNDIS

 

Tanto tuonò che piovve,

e la pioggia divenne temporale,

e il temporale si tramutò in uragano…

uno tzunami che tutto travolge,

cancellando ogni sentiero

di umano percorso;

oscurando ogni raggio

di umile, divina presenza

con il drappo della autoreferente prepotenza.

 

 

Cari amici,   di fronte alle spoglie di una chiesa che fu sono incerto se piangere o imprecare. Le premesse, ormai, c’erano tutte. Dopo anni di epurazione, con teologi silenziati, vescovi rimossi, sacerdoti desacerdotati, seminari  e università teologiche  “normalizzate”, il risultato non poteva essere che questo: una chiesa narcisisticamente intronizzata su se stessa in nome di una verità militarizzata. Nel lutto si usa ripercorrere a ritroso il cammino del tempo che fu e rivivere le tappe gioiose di conquiste ormai imbavagliate e purtuttavia, per me, testardamente ancora molto eloquenti. E’ quello che cerco di fare con voi: dar voce ai ricordi e ai saperi.

 

Note sparse Sulla Verità

Jean Sulivan, in una bellissima immagine ebbe a dire che la Verità è come un'immensa vetrata caduta a terra in mille pezzi. La gente si precipita, si china, ne prende un frammento e brandendolo come un'arma dichiara: "Ho in mano la Verità". Bisognerebbe, invece, raccogliere tutti i pezzi, saldarli con l'amicizia e, alla fine, la Verità risplenderebbe".

E’ per questo che Urs von Balthasar  ebbe a scrivere: "La Verità è sinfonica"!

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"La tua verità? No. Conservala per te…

La verità. Andiamo a cercarla"

(A.Machado)

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Al tempo del Concilio Vaticano II, lo Spirito Santo aveva fatto scrivere dai nostri vescovi che “Nella fedeltà alla coscienza i cristiani si uniscono agli altri uomini per cercare la verità e per risolvere secondo verità numerosi problemi morali, che sorgono tanto nella vita privata quanto in quella sociale”

(Gaudium et Spes n. 16)

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“L’ ‘amore della Verità’, che oggettiva, cosifica e trasforma in possesso ciò che dovrebbe invece possederci, è un amore idolatra. L'idolatria è la forma segreta del rifiuto. Questa verità sempre sfuggente, che mi strappa da me stesso, mi lacera: poterla una buona volta richiudere nella sua piccola bara e restarmene tranquillo, vivisezionarla, smerciarla... Vi sono fedeltà che mascherano dei tradimenti" (Gabriel Ringlet: L'evangelo di un libero pensatore; p. 73)

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“Proclamare acriticamente che il cristianesimo è la sola verità, è una dichiarazione di guerra”

(Arturo Paoli su Rocca 19/94 p.52)

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“L'omaggio alla Verità può venire dalla bocca degli innocenti, come dalla bocca dei perversi, con la differenza che, mentre i primi vi legano il cuore adorando, i secondi vi nascondono la loro malizia complottando”

(don Primo Mazzolari)

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“La Verità non si lascia ridurre a un concetto. Essa non è puramente oggettiva,  assoluta. Parlare della verità assoluta è veramente una contraddizione in termini. La Verità è sempre relazionale e l'Assoluto (absolutus, non legato) è ciò che non ha relazione”.

(Raimond Pannikar)

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“Una volta credevo che il contrario di una verità fosse l'errore e il contrario di un errore fosse la verità. Oggi una verità può avere per contrario un'altra verità, altrettanto valida, e l'errore un altro errore”.

(Flaiano: Diario degli errori; p.88)

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“La tua verità, Signore, non appartiene a me, né a nessun altro, ma è di tutti coloro che tu inviti apertamente a fruirne. E tu ci ammonisci severamente a non considerarla come nostra proprietà privata, perché non finiamo per esserne privati".

(S.Agostino: Confessioni, XII, 25)

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“In che misura l’amore, sia pure con molte opinioni sbagliate, è da preferirsi al la stessa verità senza amore? Noi si potrebbe anche morire senza conoscere molte verità e tuttavia essere portati in seno ad Abramo. Ma se morissimo senza amore, a cosa sarà servita la nostra conoscenza? Tanto quanto serve al diavolo”

(John Wesley)

 

Il sogno di una chiesa che fu

 

Sulla tomba di Raffaele Pettazzoni 1883-1959, studioso non cristiano delle religioni si legge questa epigrafe: “Esaltò nello studio e nella vita il mistero che rivelato ci divide e sofferto ci unisce”

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Nel seminario di Verona in cui negli anni 1964-1968 ho studiato, un prete amico, don Olivo Dragoni,  amava ripetere: “La Chiesa che emergeva dal Vaticano II era una Chiesa più attenta a lavare i piedi dell'umanità che non preoccupata di curare le vesti che portava addosso”

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Il Cardinal Etchegaray, non molti anni fa aveva ancora il coraggio di scrivere: “Dobbiamo essere felici di essere differenti. Chi di noi può pretendere di esaurire il messaggio del Vangelo e ridurlo a una sola voce? Ciascuno deve un pò convertirsi al volto dell'altro per correggere ciò che nella propria visione è troppo particolare...Altrimenti il nostro pellegrinaggio diventa crociata, la nostra testimonianza ideologia, il nostro volto una caricatura. Siamo contenti di essere differenti”

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Nel 1991, nonostante tutto, anche Giovanni Paolo II aveva il coraggio di usare altri registi, parlando della Chiesa: “E' attraverso la pratica di ciò che è buono nelle loro proprie tradizioni religiose e seguendo i dettami della loro coscienza che i membri delle altre religioni rispondono positivamente all'invito di Dio e ricevono la salvezza in Gesù Cristo, anche se non lo riconoscono come salvatore”.

(Giovanni Paolo II: "Dialogo e annuncio" 1991)

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Mentre già qualche anno fa il gesuita francese Albert Longchamp ha paragonato la Chiesa di Wojtyla a quella di Innocenzo III, sette secoli prima: la chiesa crollante del famoso sogno di Francesco di Assisi: “laici imbavagliati, teologi senza tutela, vescovi in libertà vigilata, iniziative locali bloccate, centralismo forsennato. L’atmosfera è pesante, carica di tensioni, colma di risentimento. Il grande slancio spirituale si è spento, frenato dagli interdetti, paralizzato dai giuramenti, polarizzato dal Catechismo”.

 

Il ritorno delle religioni autoritarie

 

“Il buon Dio non ha creato la Religione, ha creato il mondo”

(Franz Rosenzweig)

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“Esiste, al centro stesso delle religioni, e in particolare delle religioni monoteiste, un’aggressività, un orgoglio, un esclusivismo che talvolta danno i brividi”

(Gabriel Ringlet; prete belga, rettore dell'Università di Lovanio)

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“Le religioni sono dei sentieri apparentemente distinti, che conducono nello stesso luogo in forza delle loro differenze: sono strumenti di conoscenza validi e insieme incompleti, utili quando aprono al simbolico puro e alla contemplazione della totalità; pericolose quando fanno di se stesse un valore assoluto in senso storico e sociale"

(M. Gallizioli)

 

Pirandello pone sulla bocca di un suo personaggio queste parole: “Io ho sempre inventato le verità, caro signore, e alla gente è sempre parso che dicessi le bugie”.

Concludo con le parole dello stesso autore con il quale ho iniziato queste citazioni, Jean Sulivan:

“Un giorno ho capito che si poteva mentire dicendo la verità, la peggiore fra le menzogne, quella che è consustanziale alla vita”.

 Et de hac re satis, convinto qual sono che nel vero amore si cela la verità, mentre è possibile una verità spogliata dall’amore.

 

Don Aldo Antonelli      parroco di Antrosano ( Avezzano)

(prete in lutto)