Crocifissi di legno, crocifissi di carne
Personaggi
Il sindaco leghista di Verona, Flavio Tosi (sia detto per inciso, condannato per
istigazione all'odio
razziale) forse, in omaggio alla laicità dello stato, ha fatto sostituire nel
suo studio la foto del
Presidente della Repubblica con la foto del capo della chiesa cattolica,
sormontato da un crocifisso
(«simbolo dei valori in cui fortemente credo») e quale sia poi la sua fede si
può facilmente
immaginare.
Il sindaco di Besana Brianza (provincia di Monza e Brianza), Vittorio Gatti,
anch'egli leghista, ha
emesso un'ordinanza che prevede 150 euro di multa per i presidi che non
affiggono il crocifisso
nelle aule. Di 500 euro è invece la multa decisa dal sindaco di Trivolzio
(Pavia) Paolo Bremi (eletto
in una lista civica vicina al centro-destra) e da quello di Galzignano Terme
(Padova) Riccardo
Roman (Udc), per chi non espone il simbolo cristiano nei luoghi pubblici. Di
fronte a questi fatti c'è
chi guarda con sgomento alle sacre gerarchie che plaudono politici «cattolici,
che difendono il
crocifisso sui muri, quando poi alcuni di questi signori - secondo la dottrina
cattolica - hanno irriso
Cristo crocifisso violando il proprio talamo coniugale, inventando riti pagani
in onore del dio Po,
varando leggi che crocifiggono quei poveri cristi che dal nord Africa tentano,
su fatiscenti barconi,
di raggiungere la Sicilia.
Non chi dice signore signore
Disse Cristo: «Non chi dice signore signore entrerà nel regno dei cieli ma
chi fa la volontà del
padre». Noi diciamo «Crocifisso crocifisso» e nel contempo crocifiggiamo
Cristo, presente nei
fratelli, nei poveri, nei perseguitati e negli infelici. Faremmo meglio a
preferire, ai crocifissi di
legno appesi alle pareti, i crocifissi di carne che camminano per le nostre
strade senza che noi li
riconosciamo e li degniamo di uno sguardo.
Adriana Zarri. teologa
in “il manifesto” del 5 dicembre 2009