Il coprifuoco delle
idee
Torni in Italia da qualche giorno di vacanza all'estero e ti viene subito da
chiedere: sono tuttora
ammessi nel nostro beneamato Paese il dissenso, il diritto d'opinione e di
critica? Oppure è stata
instaurata la censura o è scattato il coprifuoco delle idee e delle parole?
È una preoccupante manifestazione d'intolleranza quella con cui ministri e
parlamentari del
centrodestra hanno reagito malamente all'editoriale di Famiglia Cristiana –
intitolato "Il presidente
spazzino nel paese da marciapiede" – che criticava di nuovo il governo sul
trattamento riservato ai
poveri e sull'impiego dei soldati nelle strade delle nostre città. E colpisce
che l'episodio sia stato
ignorato o trascurato ieri da molti quotidiani, mentre è destinato certamente a
riscuotere un'audience
maggiore l'articolo del settimanale americano Newsweek che accredita addirittura
"un miracolo" al
governo Berlusconi per aver messo ordine in un Paese ingovernabile: o sarebbe
meglio dire un
mezzo miracolo, visto che secondo lo stesso servizio ciò che gli italiani
chiedono e aspettano ancora
è la stabilità economica.
Può essere più o meno fondato allora l'attacco del giornale cattolico, il
settimo in cento giorni di
governo, ma le repliche appaiono francamente indecorose. Piuttosto che
rispondere nel merito,
come pure sarebbe loro diritto e loro dovere, i corifei della maggioranza non
resistono alla
tentazione d'intonare il salmo del pregiudizio ideologico, tacciando il giornale
dei Paolini – già
molto severo in passato anche con il centrosinistra – di pericolose tendenze
socialiste, come se
questo fosse un delitto; o addirittura di "criptocomunismo", com'è arrivato a
dire il capogruppo del
Pdl al Senato, Maurizio Gasparri, nella sua ossessione manichea. Anche chi
comunista non è mai
stato, può misurare così la faziosità e la strumentalizzazione di questa
polemica di mezza estate.
Avrà pure esagerato Famiglia Cristiana, definendo "buffonate" quelle del premier
con la ramazza in
mano a Napoli e stigmatizzando "l'inutile gioco dei soldatini nelle città",
fatto sta che – piaccia o
non piaccia ai signori del governo – perfino questo rientra nei confini
legittimi della libertà di
stampa in un regime democratico. E per quanto possano sorprendere sulle pagine
di un giornale
cattolico, sono giudizi condivisibili e anzi largamente condivisi nell'opinione
pubblica nazionale,
nonostante il superficiale e generoso trionfalismo di Newsweek. Operazioni
d'immagine o di
facciata, utili per fare propaganda ed esportare fumo "made in Italy" anche
Oltreoceano, non certo
per risolvere definitivamente la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti o la
lotta alla criminalità, come
dimostrano purtroppo gli ultimi dati: una cosa è aumentare effettivamente la
sicurezza, un'altra è
ridurre la "percezione" del problema da parte della gente.
In tono apparentemente più pacato, il pio ministro Gianfranco Rotondi si
arroga il diritto di
giudicare il prossimo rimproverando al settimanale paolino un linguaggio "non
cristiano": e cioè, in
buona sostanza, di non usare mezzi termini o mezze misure; di non esercitare le
virtù della
moderazione e della temperanza; di non praticare, insomma, l'ipocrisia del
cerchiobottismo o
magari la "doppia morale" a cui sono devoti tanti esponenti del centrodestra.
Ma non fu proprio
Cristo, di fronte allo scempio consumato sotto gli occhi di tutti, a cacciare i
mercanti dal tempio? E
non spetta forse ai cattolici il dovere della testimonianza, il dovere di
denunciare con forza le
ingiustizie, le violenze, gli abusi e i soprusi, tanto più quando sono commessi
dai poteri costituiti?
La verità è che, sull'onda di questa campagna mediatica che scavalca perfino
l'Atlantico, nella
società italiana si va rapidamente sgretolando il senso della solidarietà e
della responsabilità. Con
un governo fondato ufficialmente sulla tv, e ormai da ben quindici anni a questa
parte, non c'è poi
tanto da meravigliarsi che la maggior parte dei ragazzi aspirino a fare i
calciatori e delle ragazze a
diventare veline. I valori o disvalori proposti da questa dottrina sono quelli
del consumismo
esasperato, dell'individualismo, dell'edonismo, dell'affarismo e dell'arrivismo.
E chi non si integra,
rischia la scomunica come Famiglia Cristiana; oppure di essere bollato come
socialista e
criptocomunista.
Ne è purtroppo un esempio e una conseguenza diretta l'esplosione di creatività
repressiva innescata
negli ultimi giorni dai sindaci italiani, da un capo all'altro della Penisola.
In forza di un aumento e
decentramento dei poteri, all'insegna della Pulizia e della Sicurezza, a colpi
di ramazza e di
moschetto, c'è quello pugliese di Adelfia che vuole espellere dal suo Comune
poveri, accattoni,
prostitute, immigrati e malavitosi, per contrastare la faida dei clan; quello di
Roma che vorrebbe
vietare di rovistare nei cassonetti della spazzatura; quello di Genova che
proibisce di passeggiare
nei carruggi del centro storico con una bottiglia o lattina di bevande alcoliche
in mano; quello di
Novara che interdice la sosta a più di due persone nei parchi e nei giardini
pubblici; e naturalmente,
tutti quelli che vogliono multare i clienti affezionati delle "lucciole". Un
bailamme di ordinanze che
minaccia d'instaurare una legge speciale per ogni campanile, per cui occorrerà
prima o poi un Testo
Unico o un Codice delle norme locali per andare da una città all'altra e
regolarsi di conseguenza.
E mentre tutto questo accade, l'opposizione si arrabatta a invocare il dialogo
con la maggioranza da
una parte e a promuovere nel contempo una petizione contro il governo
dall'altra. L'Italia non sarà
un "Paese da marciapiede", come predica Famiglia Cristiana, ma è certo che si
trova già in mezzo a
una strada. In attesa dei miracoli, forse basterebbe qualche opera buona.
Giovanni Valentini la Repubblica 13
agosto 2008