Considerazioni di bassa “Lega”

Dunque, la Lega ha stravinto. Dopo le mie numerose lettere all’on. Cota, ora Presidente della
Regione Piemonte, era prevedibile che molti mi chiedessero un commento.
Scrivo, quindi, qualcosa così al volo, non un’analisi politico-partitica del voto, non è mio compito e
non ne sono capace. Solo qualche considerazione, amara e preoccupata, per quello che la Lega
rappresenta, per la cultura o meglio la rozzezza che esprime e che pare sia un modello vincente,
almeno al nord.

La vittoria della Lega diventa un problema sociale. Quale mondo vogliamo? Quale società? Mi
vengono in mente le parole di un amico a Sarajevo che, subito dopo la guerra nei Balcani,
ringraziava della solidarietà nei loro confronti ma mi invitava a guardare a cosa stava succedendo a
casa nostra, in Italia.

E ora queste parole diventano ancor più profetiche e preoccupanti.

Credo che la vittoria della lega sia 'responsabilità' o 'colpa' un po' di tutti.
Abbiamo fatto, davvero, tutto il possibile per evitare che progetti come la secessione, o federalismo
per dirla con parole più dolci, imbocchi la dirittura d'arrivo?
Non nascondo la preoccupazione per un progetto che tende a dividere la parte più ricca del nostro
Paese per difendere egoisticamente il proprio benessere.
Responsabilità di chi si è creduto superiore e pensava di avere davanti una situazione, invece la
realtà era un'altra. Non abbiamo visto o, forse, abbiamo preferito non vedere. Mi verrebbe da dire,
con un esempio, che si è continuato a parlare di equazioni, di logaritmi e del teorema di Pitagora,
quando il problema vero erano e sono le... tabelline! Le cose fondamentali, l'abc della convivenza,
del modo di vedere la vita.

La Lega parla alla 'pancia' delle persone, cavalca le paure, propone un modello di arroganza,
di forza, di furbizia, di semplificazione dei problemi senza mezze misure:
la colpa di tutto è
degli stranieri, dei clandestini – delinquenti (salvo poi tenerli in casa quando c'è un anziano che ha
bisogno, e passare anche per benefattori, dando come favore quello che spetterebbe di diritto!).
Responsabilità di chi ha sorriso di fronte all'orgoglio leghista abbinato alla prestanza sessuale...
peraltro in buona compagnia delle battute del Premier che su questo tema abbonda di interventi,
pensando di far sorridere (e purtroppo molti ridono!).
Diventa poi difficile proporre ai ragazzi dei comportamenti non così maschilisti, quando il modello
è questo!
Da sempre di fronte alle 'sparate' di Bossi si sorrideva. Si diceva che erano cose di folklore. Lo
dicevano i benpensanti, i politici di mestiere, gli intellettuali e anche molti uomini di Chiesa. Come
avevo già scritto, citando Famiglia Cristiana: "Il soffio ringhioso di una politica miope e xenofoba,
che spira nelle osterie padane, è stato sdoganato... La 'cattiveria', invocata dal ministro Maroni, è
diventata politica di Governo"
.

Mi riesce davvero difficile dire che la Lega manifesta una piena condivisione con il pensiero
della Chiesa. Certo va detto che forse l'unica volta che la Chiesa ufficiale è intervenuta in modo
fermo contro la Lega è stato quando Bossi ha criticato i 'Vescovoni' e ha minacciato di togliere loro
l'8 x mille. Come dire: si interviene se si attacca la Chiesa, un po' meno se si calpestano i diritti
delle persone, dei più poveri.

Come non ricordare, qualche anno fa l'invito ufficiale della CEI a non andare a votare per i
referendum sulla fecondazione assistita? Lo stesso presidente Scalfaro, novarese come Cota, era
stato criticato perché aveva detto che sarebbe andato a votare. Lì erano in gioco, sì è detto, valori
non negoziabili. In altri casi, no. O almeno non così importanti.
Scriveva don Tonino Bello: "Come Chiesa... siamo spesso prigionieri del calcolo, vestali del buon
senso, guardiani della prudenza, sacerdoti dell'equilibrio"
. (...)

E infine – vicini all'anniversario della sua morte – come non ricordare anche Giovanni Paolo II
(molto applaudito e poco ascoltato)? Ai giovani, nel 2000 a Tor Vergata, diceva: "Oggi siete qui
convenuti per affermare che nel nuovo secolo voi non vi presterete a essere strumenti di violenza e
distruzione; difenderete la pace, pagando anche di persona se necessario. Voi non vi rassegnerete a
un mondo in cui altri esseri umani muoiono di fame, restano analfabeti, mancano di lavoro. Voi
difenderete la vita in ogni momento del suo sviluppo terreno, vi sforzerete con ogni vostra energia
di rendere questa terra sempre più abitabile per tutti".
Alcune di queste parole si sono forse perse per strada... a cominciare da chi rivendica di essere
'cattolico' (cioè universale) e dimentica quella parola: 'Per tutti'!


don Renato Sacco       in “Mosaico di Pace” del 31 marzo 2010