Comunicato stampa

  

Per il rinnovamento della Chiesa italiana convegni come quello di Verona sono del tutto insufficienti.

E Benedetto XVI contribuisce più alla linea della chiusura che a quella della speranza.

  

Il portavoce nazionale di “Noi Siamo Chiesa” Vittorio Bellavite ha rilasciato la seguente dichiarazione sulla conclusione del Convegno ecclesiale di Verona :

             “Il quarto Convegno ecclesiale di Verona, oggi concluso, ha mostrato nella sua preparazione e soprattutto nel suo svolgimento, la sua insufficienza come sede di elaborazione collettiva e di decisioni per la vita ed il rinnovamento della Chiesa cattolica italiana. Dopo il primo positivo Convegno del 1976, i cui esiti -che volevano continuare la linea del Concilio- sono poi stati disattesi, e dopo i convegni di Loreto e di Palermo, siamo, mi sembra, arrivati al capolinea di un’esperienza.

            I fatti sono  chiari : il Convegno è stato preparato con un forte controllo da parte della gerarchia sia  nella selezione dei delegati che  nelle relazioni, nella sua struttura “spettacolare”, nell’esclusione -di fatto- dalla partecipazione di una consistente area di cattolicesimo “conciliare”, nel poco tempo lasciato alla discussione e soprattutto nel divieto di votare sulle proposte emerse dai gruppi di discussione che, considerate tutte sullo stesso piano,  saranno accettate o bocciate tra qualche mese dalla Conferenza Episcopale. Nonostante questi limiti, a quanto si è potuto sapere, nelle discussioni si è manifestata, a volte con forza, una realtà vivace, critica e concreta nella sua volontà di un nuovo impegno sociale e politico e di un vero rinnovamento della pastorale.

            Il complesso discorso di Benedetto XVI meriterà una riflessione approfondita. A una prima lettura esso (e, a ruota, quello  del Card. Ruini)  mi sembra abbia  sostanzialmente ignorato l’ avvio di una nuova ricerca ed i problemi posti durante il convegno. La posizione del Papa poi, mi sembra, sia intrisa del consueto pessimismo  sulla cultura europea ed occidentale, sul suo relativismo e preoccupata di una rinnovata presenza cristiana che non rifiuti l’abbraccio con i "teocon" ; essa ignora problemi come quello degli extracomunitari o dell’illegalità violenta e diffusa (mafia) emersi nel convegno, accenna solo ed in modo rituale alle questioni della guerra, della pace, del rapporto Nord-Sud del mondo e ripete con enfasi la rigidità “non negoziabile” sulle questioni della vita, della famiglia, dell’omosessualità, dei Pacs, ignorando la ricca elaborazione teologica e pastorale degli ultimi anni in merito.

            Infine mi sembra che il Papa debba spiegare meglio cosa intende per “secolarizzazione interna alla Chiesa” di cui ha parlato. I responsabili di questo peccato siamo forse noi, cristiani critici, che ci richiamiamo sempre, con determinazione e pazienza, al Concilio Vaticano II, che veniamo esclusi da questi incontri e che siamo fermamente convinti che, invece di proclamarsi cristiani bisogna cercare di comportarsi da cristiani ?”

 

 Roma 20 ottobre 2006

             

“Noi Siamo Chiesa” fa parte del movimento internazionale We Are Church-IMWAC, fondato a Roma nel 1996. Esso è impegnato nel  rinnovamento della Chiesa Cattolica  sulla base e nello spirito  del Concilio Ecumenico Vaticano II (1962-1965). IMWAC è presente in venti nazioni ed opera in collegamento con i movimenti per la riforma della Chiesa cattolica di orientamento simile.