IL CINQUE PER MILLE COME L’OTTO PER MILLE
A urne
chiuse i dirigenti dei partiti dell’Unione non possono più usare la necessità di
cacciare Berlusconi come alibi per soffocare ogni tentativo di discutere di
scelte politiche. L’Unione può tentare di governare anche se Berlusconi è ancora
forte in sella e si può, anzi si deve, tornare a parlare di politica, cioè di
obiettivi e di priorità, di strategie e di tattiche. Bisogna tornare a fare
politica “seriamente“, per riprendere il cammino di trasformazione democratica
di quell’Italia profonda – come l’ha chiamata Rossana Rossanda sul Manifesto –
nella quale ha trovato terreno fertile oggi il berlusconismo come vent’anni fa
il craxismo, che ne è l’antenato più prossimo. Nelle sue spoglie il
berlusconismo si annida con le ambizioni decisioniste delle oligarchie dei
partiti dell’Unione, ma anche con il cinico opportunismo di tanti spezzoni del
movimento e dell’associazionismo di base. Questo si è espresso negli ultimi
giorni intasando le caselle di posta elettronica e ordinaria con gli inviti a
destinare il cinque per mille dell’Irpef a questa o a quella Onlus. Con
l’introduzione nell’ultima finanziaria di questa opportunità Berlusconi ha
potuto mettere a segno un altro colpo al buon governo e allo stato di diritto,
stravolgendo le buone intenzioni di quei cittadini che avevano lanciato una
campagna per promuovere una legge d’iniziativa popolare al fine d’introdurre la
destinazione dell’8 per mille, annualmente devoluto allo stato, alla sola
ricerca scientifica, senza preoccuparsi di offrire una comoda scappatoia al
governo accusato di non investire in essa.
Invece di garantire un sicuro introito alla ricerca hanno aperto in realtà la
strada alla pubblica sovvenzione statale dell’associazionismo di qualsiasi
specie.
Migliaia di gruppi e associazioni di volontariato o culturali, anche di sinistra
e non confessionali, si sono affrettati ad iscriversi nella lista dei possibili
destinatari. Il Parlamento è ancora una volta esautorato dalla sua funzione
primaria di gestire i soldi di tutti nell’interesse collettivo.
Chiesa cattolica e confessioni religiose, che fruiscono dell’otto per mille,
ringraziano per non doversi più vergognare di essere mantenute dallo stato, cioè
dalla collettività, e si preparano a vederlo aumentare al tredici per mille
attraverso le loro organizzazioni assistenziali e non. Le comunità islamiche,
ancora fuori del sistema del finanziamento pubblico, l’otterranno trasformando
in strutture Onlus le loro comunità locali e i loro centri nazionali. È il
trionfo del comunitarismo e della sussidiarietà perché lo stato si
deresponsabilizza nel settore dei servizi sociali appaltandolo di fatto alle
organizzazioni sociali che accederanno ai finanziamenti.
È anche però un attentato alla trasparenza nella loro gestione interna. Gli
attuali dirigenti e gestori, affrancati dalla dipendenza dai contributi
economici di affiliati e soci, potranno acquisire nuovo potere come già oggi
avviene nell’ambito della chiesa italiana per la Conferenza episcopale. Sarà
anche possibile che associazioni e strutture sopravvivano all’esaurimento della
loro funzione originaria grazie all’inerzia del meccanismo di finanziamento
esterno.
Questo paradossalmente diventa, così, oltre che un nuovo salasso di denaro
pubblico anche una spinta all’inquinamento morale della vita sociale. Non si
tratta di una forma di “democrazia diretta”, perchè votano solo i contribuenti.
Né riduce il sistema clientelare e selettivo con cui il governo distribuisce
risorse perché questo sistema sussisterà. Né garantisce autonomia finanziaria,
essenziale per ogni autentica autogestione, un sistema destinato a dipendere
dall’immagine che ogni associazione sarà in grado di dare di sé, magari
attraverso iniziative sponsorizzate da qualche assessore alla ricerca di
consensi. In questa concezione strumentale dello stato e delle sue istituzioni
il berlusconismo prospera, al di là delle buone intenzioni di chi pensa sia
giusto fare “opere buone” a spese della collettività senza preoccuparsi se lo
stesso meccanismo serva anche a coprire e sprechi ed abusi o costituisca
un’occasione per i tanti che come il network Totus tuus www.totustuus.net/
raccomanderanno di:
“- scegliere esclusivamente un'Associazione cattolica (altrimenti il vostro
denaro sarà distribuito anche ad istituzioni quali il Comune di Bologna e ostili
alla Chiesa)
- sostenere - sulla scia di Giovanni Paolo II - chi si occupa di difendere la
vita (ad es. il Servizio di Accoglienza alla Vita della vostra città)”.
Il cattivo seme dell’otto per mille craxiano è quindi destinato a dare frutti
ancora peggiori con il cinque per mille berlusconiano. C’è solo da augurarsi che
anche questa “trovata” elettorale sia cancellata come avvenne per l’introduzione
del quattro per mille da destinare ai partiti.
Marcello Vigli www.italialaica.it (13-4-2006)