Ciarlatani e allocchi

Molti politici nel mondo godono fama di ciarlatani e demagoghi. Un gran numero di quelli italiani in questi talenti sono dei veri recordman. Il ministro Brunetta per esempio nella sua filippica contro i teatranti parassiti ha dato un saggio eccelso di queste doti al punto da fare impallidire noi saltimbanchi che della ciarlataneria facciamo strumento del mestiere. Ma nella sua foga, il ministro, mosso da una vibrante passione la passione è signora dell’animo umano non si è accorto di aver usato argomenti retorici che potrebbero essere applicati anche alla categoria dei politici come lui. Se, per esempio, un capopopolo senza scrupoli apparisse in televisione, nella fascia oraria di massimo ascolto e facesse un discorso contro il parassitismo dei politici, la loro improduttività e persino contro la loro nocività, i sondaggi di opinione darebbero la sua popolarità al 3000%. L’on. Brunetta del resto è un brillante epigono del maestro ineguagliato in queste arti: colui che ci governa, l’«effabile» cavaliere. Lui, il miglior amico dell’ex presidente Usa Bush, lui teocon, ultraliberista, nello spazio di un mattino, senza avere dato il minimo segno di un qualche pentimento o di accenno autocritico è diventato il miglior mentore di Obama, il liberal roosveltiano che dell’era Bush è il demolitore. Lui che parlava di Mussolini come di un tour operator, nell’omelia al funerale di Mike Bongiorno è diventato il cantore commosso della Resistenza. Il premier si comporta come il più sgangherato e goffo imbonitore di piazza ma sa che può contraddirsi senza paura perché conta su un pubblico di allocchi pronti a bersi qualsiasi balla, ergo il problema non è l’imbonitore, sono gli allocchi e... gli altri ambulanti nella piazza la cui merce, se tanto mi dà tanto, deve essere davvero poco allettante.

Moni Ovadia    l’Unità 26.9.09