Chiesa uguale
esentasse
La
vicenda dell'Ici condonata agli enti che in qualche modo dipendendono dalla
autorità cattolica merita una riflessione approfondita. Le sponde del Tevere si
fanno più strette, come diceva Spadolini. Il momento drammatico attraversato
dalla nostra economia renderebbe difficile cancellare entrate anche minime, ma
le somme in questione sono tutt'altro che irrilevanti: come se la comunità non
avesse bisogno di queste entrate «cattoliche». A rimetterci, quindi, saranno la
salute, la scuola, la famiglia, il sud. Ma la vicenda rivela anche l'entità e le
dimensioni del fenomeno cattolico nel nostro paese. La chiesa vera e propria è
come in seconda linea, si tratta prima di tutto di scuole, ospedali, centri
sportivi, asili, e anche di alberghi. Tutti contesti, questi, nei quali è
impegnata la vita del mondo cattolico, anche se le chiese sono quasi vuote,
anche se a messa la domenica non va più del 20% degli italiani e i matrimoni in
chiesa sono in deciso calo. Sembra che il cattolicesimo ufficiale accetti di
essere un fenomeno sociale più che una religione, una presenza importante nella
società, che dà per scontati i pericoli e soprattutto le ambiguità delle banche
non importa se pagate al prezzo di uno spostamento di immagine. Le parole dure e
povere dell'evangelo sembrano lontane. La vicenda dell'Ici condonata, mentre
rivela la natura del cattolicesimo spiega anche come mai la gerarchia cattolica
si stringa al governo Berlusconi in un abbraccio che appare mortale. Il
centrodestra è prodigo di regali: si pensi anche alla recente concessione del
ruolo, con i connessi privilegi, agli insegnanti di religione. Forse analoghe
concessioni le avrebbe fatte un governo di centrosinistra; certo è che il
governo Berlusconi è ben disposto e la chiesa cattolica intasca. Più che la
chiesa sarebbe meglio dire la Conferenza Episcopale che rivendica, nella
trattativa, un ruolo di primo piano. Non c'è più, infatti, quella Democrazia
Cristiana che, nel passato, contrattava con discrezione e delicatezza forse
maggiori.
La arroganza - a dir poco - cattolica è ancora
evidenziata dal fatto che analoghe concessioni non sono state fatte alle «opere»
e agli istituti di altre religioni. Le proteste - per ora senza esiti di
successo - non mancano, specialmente da parte protestante e anche buddista.
Ancora una volta, in tutti i paesi, il parroco e il sindaco marciano insieme,
con il maestro e il maresciallo dei carabinieri, alla testa di tutti i buoni e
ordinati cittadini. Non importa se il comune riscuoterà qualche tassa in meno e
se il cristianesimo sarà sempre più lontano dal suo fondatore crocefisso.
FILIPPO GENTILONI il manifesto 09/10/05