Il cattolicesimo
targato Usa
A circa 100 giorni dall'insediamento di Barack Obama alla Casa Bianca, ci si
chiede quale sia il
rapporto della nuova America con la religione. Se lo chiede, ovviamente, anche
Roma: dal Vaticano
qualche consenso ma non poche perplessità. L'occasione del contendere: la famosa
università
cattolica di Notre Dame ha invitato Obama a una manifestazione importante.
Qualche applauso, ma
non poche contestazioni, anche da parte di parecchi vescovi. I motivi sono noti
e riguardano alcuni
importanti temi etici: Obama sarebbe troppo favorevole alle leggi sull'aborto e
sulle cellule
staminali. L'invito all'università mette così in evidenza una forte spaccatura
all'interno del
cattolicesimo Usa: due posizioni numericamente quasi equivalenti, una a favore
della nuova
presidenza, l'altra, a dir poco, perplessa se non proprio decisamente contraria.
A proposito sarà bene ricordare qualche dato fondamentale. Negli Usa il
cattolicesimo è la più
numerosa fra le confessioni religiose (circa il 25%) , ma è in deciso
aumento il numero dei cattolici
- e anche dei protestanti - che preferiscono un cristianesimo «fai da te»,
indipendente, cioè, delle
autorità ecclesiastiche. Si noti anche che è altissimo il numero dei
cattolici che hanno abbandonato,
mentre crolla anche il dato delle chiese storiche della riforma protestante
(luterani, metodisti,
presbiteriani, episcopaliani).
Un altro dato stranamente interessante: in un sondaggio sul nome dell'eroe
preferito dagli americani
(tutti, credenti e non; lo riferisce l'autorevole rivista cattolica Jesus) il
primo è Obama, il secondo
Gesù, il terzo Martin Luther King. Dio sarebbe soltanto all'undicesimo posto.
Che dire di questi dati? Per la meno che tutto è in movimento, non soltanto da
noi (si pensi al
successo degli interventi di Vito Mancuso) ma dappertutto. I «palazzi» delle
religioni non hanno
certamente vita né facile né sicura.
Una conferma, ancora dagli Usa, dove è stata nominata ministro della sanità una
cattolica -
Kathleen Sebelius - favorevole alla libertà di aborto, subito criticata dal suo
vescovo che le ha
addirittura rifiutato la comunione. E' nato a suo sostegno un gruppo di
cattolici dal nome «Catholics
for Sebelius». Una conferma della complessità della situazione.
Filippo Gentiloni il manifesto 3 maggio 2009