Cattolicesimo e
capitalismo, crisi di un idillio
Carità e verità: due forze molto nobili e solenni aprono l'Enciclica di
Benedetto XVI pubblicata ieri.
Solenne anche lo scopo: fare il punto sulla situazione economica del mondo,
sulla crisi in atto, sulle
possibilità di ripresa. Nobile anche quella che si potrebbe considerare la tesi
di fondo: la necessità
dell'etica per risolvere la situazione, proprio quell'etica cristiana della
quale Roma è custode e
maestra.
In questa ottica, il Papa affronta i principali e più scottanti temi che oggi
sono all'ordine del giorno
sotto gli occhi di tutti, dal bene comune alla giustizia, dalla necessità di
regole per regolare il lavoro,
al precariato, dalla impresa alla fame nel mondo, alla immigrazione, dal ruolo
dello stato ai
problemi dell'ambiente e della globalizzazione. Senza dimenticare alcuni aspetti
e alcune questioni
che fanno parte essenziale del magistero cattolico, come le questioni legate al
sesso e alla crescita
democratica.
Un panorama vasto e complesso, che rischia inevitabilmente la genericità.
Soprattutto perché la
storia dimostra quanto la sua realizzazione sia difficile. Troppe le
difficoltà e le resistenze.
Saranno sufficienti quella carità e quella verità che l'Enciclica pontificia
sollecita e stimola?
L'ultimo secolo ha dimostrato e confermato - purtroppo - quale e quanta sia la
forza del denaro e del
grande capitale e insieme quanta e quale sia la debolezza della carità e della
verità. Lo conferma la
stessa storia del cattolicesimo, anche se l'Enciclica non lo dice. Basti pensare
alla vicenda del
cattolicesimo postconciliare e della teologia della liberazione.
La paura del comunismo ateo spinse la stessa chiesa cattolica verso il
capitalismo più sfrenato, in
America latina e non solo. Qualche cosa del genere è accaduta anche a
quei tentativi centristi - le
varie democrazie cristiane - che la chiesa cattolica ha sostenuto fino a un
certo punto, sempre per
paura della sinistra comunista. Una storia che non si può dimenticare, mentre
oggi la stessa chiesa
esorta il grande capitale a ricordarsi dei poveri del mondo. Una storia pesante,
questa dell'abbraccio
fra il cattolicesimo e il capitalismo. Una storia che riguarda soprattutto
l'Africa e l'America latina,
ma non solo.
Basterà la nuova Enciclica a fare cambiare pagina? Ce lo chiediamo, come ci
chiediamo se il G8
dell'Aquila farà cambiare pagina all'atteggiamento degli stati ricchi verso i
poveri del mondo.
Filippo Gentiloni il manifesto 8 luglio 2009