Cari cattolici, basta crociate
C’è un mio collega che da qualche tempo mi guarda con occhi che mi sembrano
pieni di astio, mia moglie pensi ciò che vuole, ma è così. Qualsiasi cosa io
dica che riguarda le interruzioni di gravidanza, lui dopo un po’ arriva e so che
fa domande, sono certo che mi vuol cogliere in fallo. Io lo conosco, è un
baggiano incompetente, un ipocrita, pensa che se riesce a trovarmi in fallo
chissà che vantaggi ne trarrà, con l’aria che tira, con questo Papa che dice
certe cose, nessuno più che ci difenda... È un ipocrita, pieno di paure, pessimo
chirurgo, prima o poi lo prendo io in fallo, vediamo come se la cava con una
bella denuncia per incapacità... E poi ci sono gli inquilini del terzo, prima
tutti gentili, venite a cena da noi...
Adesso, dopo la polemica sui giornali, anche loro mi evitano, chi li sente
più... E con mio figlio... Dieci anni, un innocente, gli faccio fare anche l’ora
di religione, non voglio che si senta diverso... E ieri è venuto a casa che
piangeva, tuo padre è un ateo, gli ha detto, proprio lui, il figlio di quelli
del terzo piano, lui diceva che era il suo migliore amico, voleva andare in
campeggio con lui... Adesso gli insegno io come si reagisce a chi ti vuol
offendere proprio negli affetti, nelle cose più care, anche se in realtà non è
colpa sua, è chiaro, certe cose le sente... Un calcio proprio lì, bello e forte,
vediamo cosa dice la maestra, voglio proprio vedere...
Spero che sia chiaro che sono tutte favole, non ho figli di dieci anni da più di
trent’anni, non ho colleghi che mi guardano di sbieco, anche perché non ho più
colleghi. Ma questa è l’aria che comincia a tirare, quella che sento andando in
giro a parlare di aborto in tante città. La gente, molta gente è arrabbiata,
donne e uomini che non capiscono, si interrogano e si chiedono dove siano finiti
i diritti, tanti di loro per questi diritti hanno lottato, e adesso... La gente,
molta gente è arrabbiata e, bisogna avere il coraggio di dirlo, ce l’ha con i
cattolici, proprio non riesce a fare distinzioni. Non è una questione che
riguarda solo le donne, anche se è sulla loro pelle che si gioca questa brutta
partita, perché la posta è una faccenda delicata, una di quelle per le quali si
è andati sulle barricate, roba di democrazia, di libertà, di conflitti dolorosi
tra diritti, di princìpi, ultimi o non ultimi, dite voi, anche di valori, se
proprio si vuole spaccare il Paese. E allora mi rivolgo ai cattolici, a quelli
che hanno ancora voglia di ragionare con la loro testa, e a loro chiedo perché.
Perché questa crociata. Perché questi attacchi così violenti e malevoli che, è
solo un esempio che faccio, intendono cambiare una legge che, per almeno metà
degli italiani (ragiono per difetto, come si può capire se ricordate i risultati
del referendum), ha risolto un drammatico problema sociale? Perché creare una
tensione così alta come non l’avevo mai, mai nella mia vita, avvertita, tra
laici e cattolici, credenti e non credenti? C’è qualcuno così folle da pensare
che questo paese ha bisogno di una guerra di religione? C’è qualcuno che può
garantire che un conflitto su questi temi si fermerà a livelli ragionevoli? C’è
qualcuno che ritiene che mettere i medici uno contro l’altro, a lavorare da
nemici fianco a fianco nello stesso ospedale, sia privo di conseguenze, per
loro, per la gente che a loro si affida, per tutti? C’è qualcuno incapace di
intuire dove si finisce quando ci si batte sui valori, una guerra senza
mediazioni possibili, i miei buoni e i tuoi cattivi, non c’è alternativa
possibile?
Io non so come è andata all’Ordine dei Medici, se tutto si è svolto secondo le
regole o no. Ammettiamo che le regole non siano state rispettate, è possibile.
Ad esempio, uno potrebbe dire, non c’è traccia, nel documento, della voce dei
medici cattolici, quelli che la 194 la vorrebbero abolire, quelli che pensano
che le indagini genetiche pre-impiantatorie servono solo a consentire scelte
eugenetiche. Giusto. Forse che, allora, nei documenti del Comitato Nazionale per
la Bioetica c’è traccia delle opinioni dei laici? I documenti del CNB vengono
messi ai voti, pensate, si vota per decidere che la vostra morale è migliore
della nostra, che la vita personale comincia con l’attivazione dell’oocita e chi
ritiene che non sia così sbaglia, la sua opinione deve essere ignorata, i suoi
valori sono inferiori, non parliamo dei suoi principi morali: tutto ciò sulla
base di una falsa democrazia, visto che i membri del CNB non sono stati eletti
ma solo scelti da dio solo sa chi. Ma ho altre domande in testa: ad esempio,
qualcuno crede veramente che la maggioranza dei medici - intendo di quei medici
che interrompono le gravidanze in ossequio alla legge 194 e al principio secondo
il quale si interrompe una gravidanza quando è a rischio la salute della donna -
sia composta di mascalzoni e di assassini?
Sinceramente dai cattolici mi aspettavo di più, più correttezza, più
trasparenza, persino più cortesia. Esistono, giuro che esistono, le avete usate
anche voi, un tempo. Perché siete tanto cambiati? Fingete di non sapere che la
pillola del giorno dopo non inibisce l’impianto dell’embrione, ci sono ricerche
recenti e bellissime del «Karolinska Institutet» di Stoccolma a provarlo.
Fingete di ignorare che la legge 194 rispetta i feti vitali - ci mancherebbe
altro - per i quali è prevista l’interruzione di gravidanza solo in condizioni
di necessità, una concessione che esisteva anche con le leggi fasciste. Dove è
finita la compassione che è necessario, obbligatorio avere per le donne che
scelgono di abortire, povere criste dilaniate dalla paura di vedersi sconvolgere
la vita da un imbecille incapace di controllare il proprio orgasmo e per le
quali siete stati capaci solo di trovare un nuovo insulto, la sindrome del boia,
bella roba...
Pensate veramente che la legge possa essere migliorata? Può darsi. Ebbene, ci
sono certo tra voi persone sagge disposte a discutere senza urlare e senza
offendere, che parlino. Cerchiamo un linguaggio semplice e onesto, che ci
accomuni, evitiamo gli isterismi di chi che si fa bello inventandosi la
letteratura medica, c’è spazio, c’è spazio per una mediazione, c’è ancora
spazio. Proviamo a chiedere all’Avvenire e all’Unità di pubblicare, ogni
domenica, la stessa pagina, costruita in comune, sui temi eticamente sensibili e
approviamo un codice di comportamento che esiga una moratoria (?) sugli insulti
e le accuse becere. Ma non è vero che la pillola abortiva è «uccisiva» (vedete,
uso persino il vostro linguaggio!). E non è vero che l’interruzione di
gravidanza viene utilizzata a scopo anticoncezionale, a meno che voi non
riteniate che due aborti nella vita di una donna abbiano questo significato. E
non fate parlare gli incompetenti. Un alto prelato che dichiara pubblicamente
che non si può affermare che la legge funziona, perché se è vero che sono
diminuiti gli aborti è anche vero che sono diminuite le nascite, passa
inosservato solo in questo patologico clima di sottomissione, solo una persona
che non sa come nascono i bambini ignora che i calcoli si fanno sul numero di
rapporti sessuali che per quanto so - ma sono stato molto indaffarato in questi
ultimi tempi e può darsi che la vita sessuale degli italiani si sia
improvvisamente scolorita senza che io me ne sia accorto - gli alti prelati
stentano a monitorare. È vero invece che la legge viene applicata male perché un
numero inverosimile di medici (troppi, è evidentemente, almeno in molti casi,
una scelta sleale) ha optato per l’obiezione di coscienza e questo vuol dire
attese più lunghe, interventi a maggior rischio, due Italie ancora una volta
diverse, il nord e il sud. La legge 194 protegge la salute delle donne, spero
che su questo punto non esistano dissensi: è possibile che un medico si faccia
assumere in un ospedale dichiarando che sì, la salute delle donne lui la vuole
proteggere, ma solo fino a lì, non un passo oltre? Possibile che debba scegliere
per forza una specialità per la quale non sembra proprio tagliato? Posso capire
la necessità di consentire l’obiezione a quei medici che la legge ha sorpreso
dentro agli ospedali, non potevano sapere che sarebbero state chieste loro
attività che consideravano moralmente illecite, ma oggi? E comunque, perché mai
non c’è traccia di un solo obiettore che abbia deciso di impegnarsi, per
pareggiare i conti, sulla promozione della cultura che riguarda il controllo
delle nascite, o sull’educazione sessuale, insomma su uno dei tanti argomenti
che per noi fanno parte della prevenzione delle gravidanze indesiderate e
dell’aborto?
Lo so, abbiamo, noi e voi, un concetto molto diverso di cosa significa
esattamente prevenire l’aborto. Per me, e per molti come me, significa controllo
della fertilità, maggiore cultura, giustizia sociale, migliori possibilità di
lavoro, più rispetto per la dignità delle donne, uomini più consapevoli e più
responsabili , cose così, sapete, siamo dei poveri laici. Per voi vuol dire
dissuasione, pietà, aiuto alle donne bisognose nel momento del bisogno maggiore
(e dopo?)... Pietà a parte (scusateci, non vorremmo proprio sentirne parlare)
non potremmo unificare queste diverse interpretazioni? È stato fatto, più di una
volta.
Carlo Flamigni l’Unità 27.2.08