Bollettino quotidiano di crimini pubblici
Il made in Italy ora è un mostro
E la ribellione?



Immigrati nel mare, leggi internazionali violate: Fortezza Italia sprofonda ogni giorno di più nel suo delirio, incluso quello di «nemici immaginari». Ma la sua popolazione sembra paralizzata, come il tenente Drogo nel Deserto dei Tartari, incapace di un solo afflato di reazione. Governata da ormai accertati «malati di mente», aspetta rassegnata il bollettino quotidiano dei loro annunci e crimini pubblici. Eppure da qualche parte il disaccordo c’è, ma è sfiancato da un «senso dell’inutilità dell’agire politico come giustamente analizzava Nadia Urbinati oppure viene spesso soffocato dalla riproposizione di vecchie logiche stile anni 70. Mentre è in corso la fabbricazione di un nuovo mostro politico-sociale made in Italy, dalle imprevedibili forme e conseguenze... ».
Un’Italia a rovescio, dove viene ceduta la difesa degli immigrati alla chiesa e, al contempo, quella della laicità a uno spezzone ex fascista della destra; e dove l’opposizione brilla per la sua assenza consenziente. Ma dove, più di tutto, stride l’avere abdicato l’intera questione e dimensione umana al potere religioso. Totale confusione mentale.
Una società che sembra avere perso la chiarezza della differenza tra inaccettabile e «normale»; dove omosessuali, rom e immigrati, dovrebbero loro avere paura di noi (e non viceversa), perché trattati in modo disuguale, a volte persino come «non esseri», da picchiare, sgomberare o abbandonare a due passi da casa nostra...
Questi «diversi», ma uguali alla nascita, ci costringono d’urgenza a fare una rivoluzione culturale nonviolenta, laica e davvero egalitaria. Dove il rapporto con l’altro, base dell’identità umana, dovrebbe essere anche il principio cardine sul quale rifondare la nostra società.
Ci vuole una ribellione attuale, non l’ennesima fallimentare manifestazione di piazza in un paese di gomma dove tutto viene sempre ringhiottito nel nulla. Perché la politica non è rabbia effimera, ma agire concreto per costruire una società di rapporti interumani non distruttivi. Per contrastare le urgenti questioni sociali e culturali e fare una reale trasformazione del presente, ci vuole una ribellione della mente. Reinventare un antifascismo di oggi, facendo un «tuffo del pensiero» e cercando nella psiche e nella sua cura-trasformazione, perché come scriveva sul numero di Left del 21 agosto lo psichiatra Massimo Fagioli l’«Antifascismo è la conoscenza della parola trasformazione (...)».
Questione impellente, perché non possiamo rimanere come Drogo, catatonici, ad aspettare un improbabile giorno di battaglia, ma dobbiamo ribellarci oggi al mostro made in Italy, tutt’altro che immaginario.

Flore Murard Yovanovitch, giornalista francese     l’Unità 2.9.09