Bocca: il Colle degli inciuci
Il legittimo impedimento?
Napolitano ha scelto i compromessi. Berlusconi è già un "piccolo dittatore"
Tra il Quirinale e
l’Aventino: il legittimo impedimento abita qui.
Giorgio Bocca,
scrittore ed editorialista di
Repubblica
e de
L’Espresso,
non è più nemmeno turbato.
Impedimento firmato. Legittimo?
La decisione di
concedere il legittimo impedimento, che di fatto è un privilegio, viene
giustificata con il paragone con altri Stati come la Francia. Ma noi non abbiamo
le difese e le garanzie democratiche di altri Paesi. Forse anche per colpa
della Chiesa che ha educato gli italiani a un potere sovrano. In Italia le
voglie autoritarie sono galoppanti.
È preoccupato?
No,
sono rassegnato. La marcia verso la democrazia autoritaria è inarrestabile. Il
motivo è semplice: gli italiani continuano a votare per
Berlusconi.
Lui sta facendo di tutto per cambiare il nostro ordinamento, ma i cittadini lo
aiutano, e molto, con il voto.
Perché?
E perché
hanno accettato il fascismo? Perché hanno combattuto la guerra partigiana e poi
l’hanno ripudiata? Sono i misteri dei popoli, purtroppo. O, se preferisce,
difetti di fabbricazione incorreggibili.
Questo sentimento "appannato" della democrazia
dipende dal fatto che l’Italia è una Repubblica giovane?
Dall’Unità
d’Italia sono passati 150 anni: avremmo potuto anche maturare.
Il suo giudizio su Napolitano?
I casi sono due: o fa il
coraggioso e viene spazzato via, o si adatta. Ecco, mi pare abbia scelto di
adattarsi al compromesso. E’ il presidente degli inciuci italiani.
Alcuni costituzionalisti
obiettano che non è il capo dello Stato a esercitare il ruolo di garante della
Carta, ma la Consulta. Però la tutela dei principi fondamentali è una
prerogativa che si può esplicitare anche in un modo pre-giudiziale. Il rinvio
alle Camere sarebbe stato un segnale politico.
In politica contano i fatti, non
le parole. In teoria dovremmo difendere la libertà di stampa a ogni costo. Poi
quando questa è attaccata o in pericolo, nessuno o quasi nessuno, si muove. A
cominciare dai giornalisti.
E da giornalista, che
effetto le fa?
Per tutta la vita ho
cercato di fare giornalismo d’inchiesta e informazione democratica. Ma è
una fatica di Sisifo: agli italiani importa poco. Nelle direzioni dei
quotidiani oggi si pensa a fare un giornalismo leggero, di svago.
Divertirsi da morire:
insomma distraiamoci un po’.
Certo, nel momento in cui
bisognerebbe fare un’informazione di battaglia e di resistenza si mettono a
parlare di cucina.
Intrattenimento
anestetico.
E’ la stessa ricetta del
successo di Berlusconi: lui ha capito che il popolo poteva essere addormentato
tranquillamente con la televisione.
Perché l’opposizione
preferisce aprire il dialogo sulle riforme invece che fare una battaglia sulle
regole e sulla legalità? Magari qualche voto lo recupererebbe.
Il
Pd
pensa che sia meglio essere concilianti. A forza di essere accomodanti
però la democrazia sta cambiando pelle. Poi è diventato di moda dire che
c’è bisogno di riforme. Ma non è vero: rispettare la Costituzione sarebbe
la riforma più auspicabile. In verità la sinistra non sa cosa fare. E
quindi sta al gioco. Tutti stanno al gioco del premier.
Anche il presidente della
Repubblica?
Napolitano dovrebbe fare l’eroe.
Con Berlusconi la lotta è sempre senza esclusione di colpi. Se il capo dello
Stato si opponesse, prima o poi troverebbe il modo di farlo fuori. Si vede che
anche lui è attaccato al suo posto: quelli che stanno al Quirinale in genere
trovano molto gradevole rimanerci.
È d’accordo con chi parla
di regime e di colpo di Stato?
Come andò al potere il nazismo?
L’establishment
tedesco accettò la svolta autoritaria. Quando un Paese intero è disposto a
rinunciare alla democrazia, c’è poco da fare.
Che pericoli vede?
Rischiamo di diventare
una Repubblica sudamericana - come già in parte siamo - dove tutti rubano e
l’unico interesse dei politici è fare soldi.
Anche quelli del
Pd?
Spero di no. Certo che si
oppongono mollemente.
Il legittimo impedimento
protegge il premier
dai processi, la legge sulle intercettazioni dallo screditamento. Così ha tre
anni per lavorare al presidenzialismo.
Berlusconi è convinto che il suo
governo sia il migliore possibile. E lui farà di tutto per fare come sta
avvenendo in altri Paesi. Per diventare come
Putin,
che è un democratico autoritario. Comunque di fatto il presidenzialismo già c’è:
abbiamo un presidente del Consiglio che fa quello che vuole. Non so di cosa si
lamenti, tra l’altro: è già un piccolo dittatore democratico.
Abbiamo anticorpi?
Quando una democrazia vuole
suicidarsi è difficile prevederlo in tempo. Gli italiani in fondo pensano:
sarà una dittatura leggera, chissenefrega.
Salvagenti in vista?
Ci sono due modi per abbattere
le dittature. La sconfitta militare, qui non attuabile, o la sconfitta
economica. Ma non siamo in una situazione finanziaria così drammatica. Temo
dovremo sopportare Berlusconi ancora per molti anni. Gli ultimi
risultati elettorali dicono che gli italiani vogliono una democrazia
autoritaria.
Abbiamo quello che ci
meritiamo?
È evidente. Si poteva votare
contro.
C’è stata un’astensione
significativa.
Se vogliamo consolarci,
consoliamoci così.
Qui nessuno si fa
sentire, nemmeno i tanto osannati intellettuali liberali.
La corruzione morale è stata
fortissima, anche se non ce ne accorgiamo. Tutti stanno abbastanza bene.
L’interesse per la politica è diventato minore. E questa dittatura morbida che
non ti manda in prigione è sopportabile.
E l’Europa?
Per fortuna c’è l’Europa.
Senza,saremmo un Paese parafascista.
Silvia Truzzi
il Fatto Quotidiano