Bocca: «Berlusconi elimina ciò che gli dà noia
Non c’è il fascismo, ma la logica è la stessa»
«Tutto quello che fa lo fa
per interesse personale
L’arma del potere è la
corruzione. In Italia
l’autoritarismo è in atto»
La Federazione europea dei giornalisti ha redatto un documento di condanna del
ddl sulle intercettazioni esortando il Parlamento a non tramutarlo in legge.
Giovanni Sartori di fronte al pericolo del non poter più raccontare niente ha
sentito il dovere di mettere in guardia i cittadini dai «dittatori democratici».
Marco Travaglio dalle pagine de l’Unità ha annunciato che farà disobbedienza
civile contro una legge «illiberale e liberticida» lanciando l’appello
«Arrestateci tutti».
Ora arriva forte come una roccia la voce di uno dei padri del giornalismo
italiano, Giorgio Bocca: «Si continua a dibattere se c’è o no un ritorno al
fascismo. Così come è stato, certamente non è possibile per una semplice
situazione storica ma il ritorno ad un autoritarismo è già in atto». Sono
trascorse da poche le 16 di domenica quando Giorgio Bocca dalla sua casa
milanese pronuncia queste parole che gelano. Tentare di ammorbidire la durezza
delle convinzioni facendogli notare che non tutto è perduto di fronte al
pericolo che impedirà di fatto ai giornalisti di rispondere al loro dovere
primario, quello di informare i cittadini anche sui processi in corso, si rivela
inutile: «Questa legge è la conseguenza del modo di Berlusconi di pensare la
politica. Così come ha fatto leggi personali ora fa intercettazioni personali.
Ciò che gli dà noia lo elimina, lo modifica, lo stravolge». Proviamo a
ricordargli che la corruzione è stato inserita tra i reati per i quali si potrà
ancora utilizzare le intercettazioni, che la legge non avrà effetto retroattivo
e, dunque, non potrà servire a cestinare le intercettazioni già disposte,
comprese quelle che lo riguardano, ma Bocca non si lascia incantare dal
serpente: «Non ho una cultura giuridica, non sono in grado di capire, di
cogliere le distinzioni. Il presidente Napolitano parla, lui ascolta e cambia,
la Lega punta i piedi, lui concede e questa è la prova che Berlusconi è un abile
manovratore. Conosco molto bene l’uomo e so che tutto quello che fa lo fa per
interesse personale. Lui sa che chi esercita il potere decide ciò che i
cittadini devono sapere e credere. Non dimentichiamoci che l’Italia ha accettato
che Andreotti non fosse stato amico dei mafiosi, esattamente come si voleva. Lui
ha capito che la querela con risarcimento danni, non era un’arma punitiva
efficace, allora ha pensato che bisognasse intimidire i giornalisti con la
prigione. Così nessuno saprà che tacciono».
Il silenzio dura qualche secondo, quasi a riprendere fiato poi Bocca con rabbia
e tono di sfida dice: «Sto riabilitando Mussolini, almeno lui i giornalisti li
pagava molto, guadagnavano più dei generali, adesso i loro stipendi fanno
ridere. L’arma del potere è la corruzione. Non c’è il fascismo ma la logica è la
stessa». Autoritarismo senza via d’uscita, dunque. È l’amara conclusione? «Siamo
nella mani di Dio!», esclama Bocca. Come dire che le mani degli uomini sono
inermi, rassegnate, impotenti e le loro coscienze ormai prive della capacità di
indignarsi, di ribellarsi ai «dittatori democratici» come li definisce Sartori.
Sandra Amurri l’Unità 16.6.08