Berlusconi, Cei «te absolvit a peccatis tuis in nomine RU486»
Sig. Cardinale,
le scrivo per la seconda volta e per lo stesso motivo, non nella speranza di una sua
risposta, perché ho coscienza da me di essere un poverello senza arte né parte
all’interno della grande Chiesa cattolica, di cui però mi onoro di essere modesto
prete, tenuto agli stessi insegnamenti
obbligato, forse più di me. Ho però la consapevolezza, e quasi la prova, che gli
insegnamenti non tanto dottrinali, quanto morali, viaggino su binari paralleli: la
morale cattolica vale per i poveri, non per il potente in ambasce che la Cei corre a
soccorrere anche in presenza di una conclamata recidività e in assenza di un qualche
segno di pentimento
Da mesi il mondo cattolico aspetta una sua parola chiara e inequivocabile sul
comportamento di Silvio Berlusconi le cui ignobili prodezze di uomo e, soprattutto,
di capo di governo, fanno il giro del mondo. L’ultima è del 31 luglio 2009, durante il
saluto ai deputati del suo partito prima delle ferie. Berlusconi, che alcuni giorni prima
aveva ironizzato sulla “santità” ( “Non sono un santo, ma sono così perché il popolo
mi vuole così “), credendo di fare ridere, ha rincarato: “La sapete l’ultima sulla
D’Addario? Dice che Berlusconi non è un santo, ma in effetti scopa come un dio “;
deputati e senatori, cattolici in prima fila, of course, si spellavano le mani.
La D’Addario
barese che ha aiutato Berlusconi ha mantenere l’impegno assunto il 25 ottobre 2003
solennemente all’ambasciata d’Italia presso la Santa Sede, davanti alle massime
autorità pontificie: “ La maggioranza e il governo si impegneranno sempre in difesa
della famiglia. Il matrimonio è una cosa sacra “. Infatti per essere fedele a due
matrimoni, sfociati in divorzio, frequenta minorenni e donne a pagamento importate
dall’est e dal sud (si chiama tratta di prostituzione), con tanto di magnaccia a suo
servizio. Il suo avvocato (ndr: suo onorevole in parlamento ) garantisce che di donne
“ne può avere a carrettate”.
Lei, signor Cardinale, è scomparso, liquefacendosi come neve al sole anche
fisicamente. Dopo più di un mese di assordante silenzio e di sgomento nel mondo
cattolico per il suo tacere, a cui non eravamo affatto abituati, ecco giungere il
riferimento implicito del segretario della Cei, mons. Mariano Crociata, all’interno di
una omelia. Ha detto sì, parole forti, ma non dirette: le sue parole, infatti, possono
essere applicate a tutti. Qui però lo scandalo non è “di tutti”, ma di uno solo: del
presidente del consiglio, Silvio Berlusconi. Lui spergiura sui figli in tv; lui usa sedi
istituzionali (protette ancora oggi dal segreto di Stato) per sfruttamento della
prostituzione; lui frequenta minorenni (testimonianza della moglie, provata
documentalmente da
passato la notte, di masturbarsi da sola, come se fosse geloso di altri uomini, ed è
sempre lui che esprime il desiderio di una ammucchiata tra donne con lui spettatore.
Sig. Cardinale, se non lo avesse ancora capito, lui è Silvio Berlusconi, non “tutti “.
Ha offerto cariche politiche e di governo a donne che si vantano di essere cattoliche;
ci è lecito chiedere: in cambio di quali favori? La ministra cattolica alla pari
opportunità quali meriti culturali e sociali aveva per assurgere dai calendari dove
posa nuda al seggio di ministro? La ministra devota aveva predisposto un decreto
contro i clienti delle prostitute, ma ha dovuto subito riporlo in fondo al cassetto,
troppo pericoloso per gli amici baresi del presidente del consiglio. Il quale presidente
le ha provate tutte per uscire indenne da questo abisso di depravazione con il risultato
di aggravare sempre più la sua posizione a livello mondiale.
Poi, all’improvviso, come un dono piovuto dal cielo, venne la Ru486, la quale, prima
ancora di cominciare il suo tormentato cammino ha prodotto il grande miracolo: ha
fatto riapparire lei come d’incanto, dandole l’occasione di occupare immantinente le
prime pagine dei giornali e delle tv. Poi venne la volta del giornale dei vescovi,
«Avvenire», che ha cercato di riscuotere la botte piena e la moglie ubriaca,
pubblicando lettere indignate di preti e laici, assumendo posizioni, ma sempre in
modo “politically correct “, per dire che la gerarchia della Chiesa ha parlato e ha
detto tutto quello che c’era da dire. Peccato che nessuno abbia sentito.
Lei in nome della Cei tuona grandine e fulmini ogni qualvolta ritiene minacciati gli
interessi della “ Chiesa “ (?) in campo etico (vedi la vergognosa e sporca cagnara sul
corpo esamine di Eluana Englaro) o in campo economico (vedi messa a ruolo per
insegnanti di religione e finanziamenti alle scuole cattoliche), imponendo anche
l’agenda del governo e determinando il voto del parlamento, come se fossimo in un
qualsiasi regime talebano di stampo iraniano come dimostra la stoccata finale a
quanti nel governo “ potevano “ ma “ non si sono impegnati a fermare la Ru486 “.
Nel governo? Quale autorità ha lei sul governo? Senza pensarci due volte invita i
medici interessati ad ampliare il loro già amplissimo spazio di obiezione di coscienza,
come se i medici fossero dipendenti della Cei. La “discesa della civiltà del nostro
Paese “, di cui lei si lamenta, non è forse questa usurpazione del potere legislativo e
di governo di una nazione democratica, sovrana e indipendente anche da qualsiasi
Chiesa?
Le sue parole però possono avere il significato che purtroppo hanno: essere un
salvagente provvidenziale gettato a Berlusconi per farlo uscire dall’abisso della
melma in cui ogni giorno che passa sprofonda sempre più. Il 2 agosto, lo stesso
giorno della sua intervista all
Dublino prendono posizione e criticano i vescovi italiani che “ quando è il caso,
fanno interventi spettacolari “, mentre nei confronti di Berlusconi “sembrano
riluttanti a commentare” e citando il caso di Eluana Englaro concludono che allora
parlare in difesa dei valori cristiani non sembrava difficile, né alla gerarchia, né allo
stesso Papa. O no? Come vede, non sono né solo né esagerato.
Ecco dunque la situazione. Lei ha perso la parola nei confronti del presidente del
consiglio italiano, Silvio Berlusconi, corrotto e corruttore di tribunali e minorenni,
difensore strenuo della “sacralità della famiglia “ e al tempo stesso «utilizzatore
finale» di prostitute a pagamento, ma l’ha subito riacquistata per condannare la pillola
Ru486, che, per altro, in Italia è già parzialmente in uso dal 1999. Lei ha perso la
parola per condannare una legge contro i poveri del mondo che grida vendetta al
cospetto di Dio, per riprenderla subito in difesa dell’unico povero che sembra
interessarla: il povero embrione. La domanda è: Cui prodest?. Viene il sospetto che
tutto sia stato orchestrato da mani sapienti per giungere proprio a questo punto. Lo
scopo
Berlusconi farà di tutto per recepire gli ordini della Cei e del Vaticano e presenterà
ogni limitazione possibile del farmaco su un piatto d’oro come “contributo filiale”, un
autentico “ex-voto per grazia ricevuta”, anche a costo di varare un decreto e imporre
al parlamento di votarlo senza fiatare il 15 agosto e mezzogiorno.
Il prezzo della contropartita sarà un “requiem aeternam “ definitivo, uno scudo
tombale sulla corruzione morale del presidente del consiglio e del suo governo,
magari con la benedizione finale e una bella visita in Vaticano, che ha la vocazione
innata di togliere le castagne dal fuoco dei governi corrotti: lo fece con i concordati
con Hitler e Mussolini, lo fa adesso con il piduista e massacratore di democrazia,
Berlusconi Silvio. Ad meliora!. Sig. Cardinale, lei salva Berlusconi sulla scena
politica dell’Italia, ma non lo salva dal disgusto della maggioranza degli Italiani,
compresi i cattolici, per i quali resta quello che è: l’ideatore, il mandante e l’esecutore
della morte della democrazia e dell’etica in Italia. Egli con le sue tv e giornali fa
“trend” perché ha avvelenato i pozzi della convivenza, della dignità, del bene
comune, della legalità e dello Stato di diritto e della democrazia: ha avvelenato il
popolo italiano che in buona parte lo venera come idolo ed esempio da imitare. Tutti
se ne accorgono, solo certi vescovi sembrano ciechi e sordi.
Ho l’impressione che da questo momento, Lei e la Cei siate complici silenziosi della
sua immoralità e perdete
famiglia cristiana e di matrimonio sacramento. Nel momento in cui coprite le
nefandezze di un capo di governo che, secondo la legge (can. 1398), è scomunicato
latae sententiae
(ammissione pubblica della moglie al Corriere della Sera), voi autorizzate le donne
non solo ad abortire, ma ad usare la Ru486 con tranquilla coscienza: se, infatti,
assolvete lui, nelle condizioni date, che continua ad autoassolversi perché non ho
fatto nulla di disdicevole, voi assolvete tutti. e condannate voi stessi.
Sig. Cardinale, per una volta, una volta sola, cessi di essere diplomatico
professionista e torni ad essere il prete don Angelo, cristiano, ascoltando la nostra
gente, i loro bisogni, le loro fatiche, i loro dubbi, la loro solitudine. Usi con
Berlusconi quella stessa severità che i vescovi sono soliti usare con coloro che
comunque continuano a disobbedirvi perché la loro parola, il loro stile di vita, il loro
modo di vestire allontanano piuttosto che avvicinare a Dio e alla “loro chiesa “ a
volte, ridotta ad una lobby potente in cerca di potenti e di trafficanti e perde figli e
figlie , scandalizzati ed esasperati.
Lei e la Cei non potete vendere Dio e Berlusconi non lo può comprare perché Dio ha
distolto i suoi occhi: “Quando stendete le mani, io distolgo gli occhi da voi. Anche se
moltiplicaste le preghiere, io non ascolterei (…) Lavatevi, purificatevi, allontanate dai
miei occhi il male delle vostre azioni. Cessate di fare il male, imparate a fare il bene,
cercate la giustizia, soccorrete l’oppresso, rendete giustizia all’orfano, difendete la
causa della vedova» (Is 1,15-17). A sua volta il profeta Ezechiele profetizza: «Guai ai
pastori che pascolano se stessi … vanno errando le mie pecore su tutti i monti e
nessuno se ne cura. Eccomi contro i pastori. Strapperò loro di bocca le mie pecore e
non saranno più il loro pasto» (Ez 34,2.6.10). Ai profeti dell’AT fa eco Gesù e non vi
lascia scampo: “Sulla cattedra di Mosè si sono seduti gli scribi e i farisei. Legano
infatti fardelli pesanti e difficili da portare e li pongono sulle spalle della gente, ma
essi non vogliono muoverli neppure con un dito. Tutte le loro opere le fanno per
essere ammirati dalla gente» (Mt 23,2.4) con la conseguenza di una rovina generale.
“ Guai a voi, dottori della Legge, che avete portato via la chiave della conoscenza;
voi non siete entrati, e a quelli che volevano entrare l’avete impedito» (Lc 11,52).
Sig. Cardinale, lei e i vescovi che lei rappresenta, siete stati chiamati per essere
pastori del popolo di Dio, vi siete ridotti ad essere veggenti nel libro di un “
benefattore “ e padrone, corrotto e immorale. Che Dio vi aiuti.