ALUNNI MODELLO

 

 Molti pensano che la Scuola del­le Americhe sia una storia passata, invece no. Padre Roy Bourgeois, in una recente visita nel nostro Paese, ha sollecitato il governo di Michelle Bachelet a interrompere l’invio di militari cileni in questo istituto militare. L’esercito assicura che le denunce contro la Scuola delle Americhe sono “un mito”, mentre confermano che quest’anno più di 170 ufficiali hanno seguito negli Stati Uniti l’“addestramento militare”. Molti di coloro che “sfilano” nei tribunali per la loro partecipazione a violazioni dei diritti umani e per crimini di lesa umanità sono proprio “diplomati” della Scuola delle A­meriche.

Il 6 ottobre 2006 è stato trovato morto l’ex agente della Centrale Nazionale di Intelligence (Cni), Gonzalo Asenjo Zegers. Era solo, alla sua scrivania. Per terra, una pistola calibro 9 debitamente denunciata e nel petto la pallottola che lo aveva sottratto alla vita. Era uno dei responsabili della scomparsa, nel 1987, di cinque militanti del Fronte patriottico Manuel Rodriguez (Fpmr).

A gennaio 2005, uno dei suoi “colleghi”, German Barriga Muñoz, si era tolto la vita lanciandosi dal diciottesimo piano di un edificio del comune di Las Condes. Barriga, poco prima della sua morte, era stato attaccato da attivisti dei diritti umani. Era capo della Sicurezza dei Supermercati Lider. Era coinvolto nel caso conosciuto come “via Conferenza” un operazione di sterminio, risalente al 1976 ad opera della Direzione di Intelligence Nazionale (Di­na), in cui furono catturati e fatti scomparire i vertici clandestini del Partito Comunista.

Entrambi questi militari erano indagati dalla giustizia. È possibile che si siano suicidati stanchi di sopportare il peso delle loro colpe. Sebbene le loro morti sollevino più di un so­spetto. La loro storia e quella di molti militari

Asenjo e Barriga sono stati formati nella Scuola delle Americhe, accademia militare diretta dall’esercito statunitense che ha addestrato più di 61 mila soldati latinoamericani in “tecniche di combattimento”, “tattiche di comando”, “intelligence militare”, “tecniche di tortura”. Inizialmente, nel 1946, la Scuola eb­be sede a Panama; fu trasferita negli Stati Uni­ti nel 1984.

Dieci anni fa, la stampa statunitense fece uno scoop: rese noti i “manuali di addestramento” utilizzati dalla Scuola delle Americhe. Vi erano contenute istruzioni come “...applicare torture, mettere in pratica ricatti, estorsioni e ricompense per i nemici morti”. I documenti dettero infine ragione al movimento dei diritti umani che aveva sempre denunciato che in quel luogo venivano addestrati torturatori ed assassini.

Centinaia di migliaia di latinoamericani sono stati torturati, assassinati e fatti scomparire da soldati e da ufficiali latinoamericani addestrati alla Scuola delle Americhe.

Lo stesso “Plan Condor” - coordinamento dei militari del Cono Sud d’America durante le dittature militari - dimostra la stretta unione che sono riusciti a raggiungere i militari per reprimere e sterminare il “nemico interno”, anche ben al di là delle proprie frontiere.

La Dottrina della Sicurezza Nazionale adottata dagli eserciti latinoamericani fu elaborata dagli Stati Uniti. Il suo vivaio di propagazione fu proprio la “Scuola degli Assassini”, altro nome con cui viene indicata.

Uno ogni quattro agenti della Dina si è “diplomato” alla Scuola delle Americhe. Fra di loro gli assassini e torturatori Alvaro Corbalàn Castilla, Miguel Krassnoff Marchenko, Pablo Belmar Labbé, Haroldo Latorre Sànchez, Humberto Gordon Rubio, José Zara Holger, Carlos Herrera Jiménez, Raùl Iturriaga Neuman, Odlanier Mena Salinas, Armando Fernàndez Larios, Fernando Lauriani Maturana, Ernesto Baeza Michelsen, Alvaro Guzmàn Valenzuela e Manuel Contreras Sepùlveda.

Nel 2001, data la cattiva reputazione della Scuola, il Pentagono decise di cambiarne il nome in Istituto di Cooperazione per la Sicurezza Emisferica (Whinsec). Ma continua ad essere una scuola di addestramento in “contro-insurrezione”. “Altro nome, stessa vergogna”, dicono quelli che si oppongono fermamente ad essa. Scrive Amnesty International: “Sebbene l’esercito statunitense affermi di aver chiuso la Scuola delle Americhe, guarda caso l’Istituto di Cooperazione per la Sicurezza Emisferica ha sede nello stesso spazio fisico ed è sostanzialmente la stessa scuola, con la stessa missione principale, quella di trasmettere tecniche militari a membri delle Forze Armate latinoamericane”. Lo stesso edificio, ubicato sugli stessi terreni, conserva gli stessi istruttori che impar­tiscono le stesse lezioni di crudeltà, di dubbia legalità.

 

Campagna internazionale

E’ a partire dagli anni ‘90 che, negli Stati Uniti, il movimento Osservatori della Scuola del­le Americhe (Soaw), diretto dal sacerdote cat­tolico Roy Bourgeois, lotta perché venga chiuso questo centro di addestramento militare. Dicono: “Non in nostro nome”, “non vogliamo che le nostre imposte servano per formare militari latinoamericani che poi tornano nei loro Paesi a violare diritti umani”.

Nel 2005, il deputato democratico Jim McGovern ha presentato un progetto di legge per conoscere e sospendere le operazioni dell’Istituto di Cooperazione per la Sicurezza Emisferica. Ma a tutt’oggi non riesce a mettere insieme i voti necessari per far approvare la sua proposta legislativa. Eppure conta sull’appoggio nient’affatto disprezzabile di 188 deputati. Perciò, quest’anno una delegazione del Soaw, guidata da p. Bourgeois, ha visitato vari Paesi dell’America Latina per far sì che gli stessi governi latinoamericani sospendano l’invio di truppe negli Stati Uniti.

La visita del Soaw ha ottenuto importanti successi. L’Argentina, la Bolivia e l’Uruguay si sono impegnati a non inviare più i loro militari alla Scuola delle Americhe. Nuda Garé, ministro della Difesa dell’Argentina, ha affermato: “Non solo non manderemo militari alla Scuola delle Americhe, ma sarà illegale mandarli”. Il Venezuela e il Brasile hanno preso analoga decisione già anni addietro. Ma la delegazione del Soaw non ha trovato la stessa disponibilità nei governi del Perù, dell’Ecuador e del Cile, che hanno preferito continuare l’invio di loro uomini all’Istituto militare.

Il 28 agosto, la delegazione nordamericana ha incontrato il ministro della Difesa (cilena, ndt) Vivianne Blanlot. Lisa Sullivan, coordinatrice per l’America Latina del Soaw, ci ha detto: “Il ministro Blanlot sa molto bene cosa è stata la Scuola delle Americhe. Pertanto, ci ha informato che proporrà, ma senza imporre nulla, che l’esercito smetta di inviare militari in questo istituto”.

Ricardo Frodden, direttore esecutivo della Commissione Etica contro la Tortura (Cect), afferma a riguardo che “il governo della presidente Michelle Bachelet debba sospendere definitivamente questi invii”. Frodden segnala che “è una vergogna che un presidente il cui padre è stato torturato e ucciso non abbia il coraggio di impedire che si continuino a preparare torturatori e criminali cileni negli Stati Uniti. La questione non è di proporre, ma di imporre sovranamente che si smetta di inviare militari presso questa singolare scuola di torture

Il sacerdote José Aldunate - fondatore del Movimento contro la Tortura Sebastiàn Ace­vedo - si dice molto preoccupato che “si continui ad inviare militari a formarsi negli Stati Uniti che per tanti anni hanno seminato tanta violenza. Si rende urgente ed estremamente necessario porre fine a questa pratica”.

L’esercito cileno, in un comunicato pubblicato da “la Naciòn” domenica, ha affermato che esiste una “certa mitologia” sulla Scuola delle Americhe e che “non era vero che lì si faceva addestramento contro i diritti umani”; ed inoltre, che la suddetta istituzione osserva i “parametri di formazione di cui avevano bisogno i soldati cileni” e che, pertanto, al momento “170 militari cileni vi erano stati inviati per la loro formazione”.

Lisa Sullivan controbatte fermamente questa versione. Ci ripete che “continuano gli abu­si da parte degli ufficiali nella Scuola delle Americhe. Negli anni ‘80, El Salvador è stato leader nel campo delle violazioni dei diritti umani. Durante il conflitto in Chiapas (Messico) sono stati i militari messicani formati negli Stati Uniti a reprimere gli indigeni. Attualmente sono i militari colombiani formati alla Scuola a violare i diritti umani del loro popolo. La Scuola delle Americhe continua ad essere il luogo dove soldati latinoamericani imparano a reprimere il loro popolo quando questo lotta per i suoi diritti. Nel golpe del 2002 in Venezuela, due dei leader erano ‘usciti’ dalla Scuola delle Americhe. Nella ‘guerra dell’acqua’, in Bolivia, nel 2003, il responsabile degli assassinii era anch’egli un diplomato di questo istituto militare”.

 

“Diplomati” cileni

Nel nostro Paese molti dei diplomati alla Scuola delle Americhe sono stati implicati in torture, assassinii, traffico di armi e casi di cor­ruzione. La giustizia indaga attualmente su vari casi in cui sono coinvolti militari che hanno ricevuto la loro formazione negli Stati Uniti.

Nel febbraio del 1992, è stato trovato nel Cajon del Maipo il corpo senza vita del colonnello Gerardo Huber Olivares. Una pallottola gli aveva spappolato il cranio. Huber era impli­cato nel caso della vendita illegale di 370 ton­nellate di armi e munizioni alla Croazia, cosa scoperta nel 1991. Il militare aveva fatto parte della Dina ed era un diplomato alla Scuola delle Americhe. Per più di un decennio l’esercito ha sostenuto che il colonnello Gerardo Huber si era suicidato. La moglie invece sosteneva che lo avevano ucciso gli stessi compagni. L’anno scorso il ministro Claudio Pavez ha processato tre generali, due brigadieri e un maggiore in pensione per la loro partecipazione all’omicidio del militare. Fra i processati per il crimine si trovano Victor Lizàrraga Arias e Manuel Provis Carrasco, anch’essi “ diplomati” alla Scuola delle Americhe.

Nell’aprile del 1995 è stato rinvenuto nella Costa de Oro, in Uruguay, il cadavere del chimico Eugenio Berrios, ex agente della Dina. Secondo le indagini, Berrios era stato prelevato dal Cile dall’intelligence militare per ordine del generale Hernàn Ramirez Rugange nel 1992. Berrios aveva portato con sé vari “segreti”, fra i quali gli omicidi dell’ex cancelliere Orlando Letelier, del diplomatico spagnolo Carmelo Soria e la strana morte dell’ex presidente Eduardo Frei Montalva. “Non è stato l’unico eliminato dai suoi ‘compagni d’armi’ per nascondere delitti. Strani suicidi e scomparse accompagnano questa storia di intrighi ed occultamenti nella quale il ramo principale delle Forze Armate sembra implicato fino in fondo”, segnala il foglio ‘Memoria viva’. Uno degli autori dell’o­micidio di Berrios è l’ex generale dell’esercito uruguayano Tomàs Casella, alunno modello della Scuola delle Americhe.

Recentemente la stampa cilena ha informato che sei testimonianze di ex militari collegano il generale da poco pensionato Miguel Trin­cado Araneda alla rimozione di 26 cadaveri di prigionieri politici assassinati a Calama. I resti di questi giustiziati politici sono stati scaraven­tati in mare nell’operazione conosciuta con il nome in codice di “Ritiro dei televisori”. Anche Trincado è stato un “buon alunno” della Scuola delle Americhe.

L’attuale comandante in capo dell’esercito cileno, Oscar Izurieta Ferrer, che ha espresso il desiderio di rendere gli onori all’ex dittatore Pinochet alla sua morte, è anch’egli un “diplomato” della Scuola delle Americhe.

 

Arnaldo Perez Guerra e Pablo Ruiz Espinoza         Argentpress 17.11.06