Addio all'ecumenismo
Giorno dopo giorno il Vaticano insiste nell'operazione
di revisione del Concilio vaticano secondo. Revisione, raddrizzamento o, come
dice il palazzo, corretta interpreatazione.
Ieri la questione del permesso della messa in latino. Oggi è la volta di un
intervento molto solenne e ufficiale sul valore delle varie chiese che si
rifanno al messaggio cristiano. Pretendono di rifarsi, dice il Vaticano, che
sostiene che in realtà non è così. L'unica vera chiesa di Cristo è quella
cattolica, apostolica, romana. L'unica vera. Qualche riserva il documento della
Congregazione per la dottrina della fede la fa soltanto per gli ortodossi. In
questo momento le varie chiese ortodosse sono quelle che Roma considera, se non
vere, più vicine alla verità. Le altre chiese tutte lontane. Addio, dunque, a
quell'ecumenismo che era apparso come una delle più belle speranze suscitate dal
Concilio Vaticano II. Addio ecumenismo, dunque, e addio Concilio. O speriamo
arrivederci. Eppure il teologo Ratzinger nel Concilio aveva avuto parte attiva.
Come mai questo travolgimento e questa marcia indietro? La risposta deve andare
al di là delle mura vaticane. In tutto il mondo le religioni stanno
riacquistando la loro identità. Anche al limite del fondamentalismo. Al rischio
della scomparsa rispondono con il rafforzamento dell'identità. Tutte un po'
musulmane: l'islam, infatti, è oggi la religione meno in crisi. Anche il
cattolicesimo di Benedetto XVI, nonostante le aperture che avevano
caratterizzato il Concilio vaticano II è in pieno sviluppo identitario. Papa
Giovanni aveva aperto il Concilio condannando i pessimisti «profeti di
sciagure». Ora Benedetto XVI lo chiude condannando il dialogare del relativismo
e rivendicando la verità presente interamente soltanto all'interno del
cattolicesimo.
Filippo Gentiloni Il manifesto 11/07/07